«È colpa mia Maggie.» Sussurra Paul. «Avevi appena battuto Claudio a FIFA, avevi stracciato tutti noi della Juve a quel gioco e per festeggiare volevi bere, già eri abbastanza brilla ma Ludovica diceva che sapevi reggere bene l'alcool, così ti facemmo bere, non vomitasti ma ridevi e dicevi cazzate e dio... eri di una bellezza unica. Già ti avevo adocchiato nel pomeriggio, ero così preso a guardarti che non mi ero reso conto di quella fottuta sedia in mezzo alla stanza, perciò ero caduto, perché guardavo te.
Quando tutti se ne andarono eravamo rimasti solo noi più le quattro coppie, tu eri stesa sul divano, non volevi muoverti, mentre tutti gli altri erano andati a dormire, così t'ho preso in braccio e t'ho portato su. Eravamo tutti e due ubriachi: non ce l'ho fatta a trattenermi così t'ho baciato. Sono stato uno stupido perché ho continuato a provarci fin quando non siamo finiti a letto insieme. Ero ubriaco anch'io, questo non mi giustifica, lo so. Sono uno stronzo Maggie, scusami.» Non mi accorgo della sua faccia disperata, non mi accorgo di tutti gli sguardi che ho addosso, mi lecco le labbra per poi tirargli un sonoro schiaffo. «Ma che cazzo ti diceva la testa?! Perché non mi avete detto nulla?!» Sbotto incazzata.
«Io volevo dirtelo.» Sospira Paulo «Quella mattina, ma poi Paul e Alvaro tornarono in cucina e non ne ho avuto più il coraggio.»
«Almeno uno con il cervello c'è.» Prendo le sigarette dalla borsa, ancora scossa e aspiro il fumo. «Eppure sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma pensavo che fossero dolori da ciclo non perché tu hai abusato di me.» Dico con una calma non mia, con una voce che non mi appartiene neanche lontanamente. «E sei fortunato che mi è venuto, altrimenti se non lo sapevo che facevo, dicevo a Stevan "amore sono incinta" e poi alla nascita scoprivo che non era suo.» Mormoro.
Dico cose senza senso e tutti capiscono il perché, o almeno Ludovica, Mauro e Tonia lo capiscono. Quando sono nervosa o scossa inizio a parlare di cose a vanvera, per tenere la mente occupata e non crollare a piangere.
«Non c'era il rischio. Da quello che so, no?» Dice, stupidamente, Stefano. Ludovica lo guarda male, mentre Tonia apre la bocca sconvolta. «L'hanno saputo prima loro che Stevan. Complimenti Ludovica.» Dico scuotendo la testa. Lei non risponde, abbassa solo lo sguardo, colpevole. «E, per vostra informazione, posso avere figli.» Dico gelandoli. «Dio mio.» Sussurro scioccata, prima di alzarmi e correre lontano, cercando di non sentire il mio nome urlato nel cielo.
...
Sono stesa sulla spiaggia a piangermi addosso, cerco di chiamare Stevan ma non risponde, ho mandato a fanculo Ludovica e l'unica con cui riesco a parlare è Tonia: vuole provare a calmarmi, a farmi capire che le ragazze non sapevano nulla che l'unica che ha sbagliato è stata proprio la mia migliore amica; forse è questo ciò che mi rode il cuore ancora di più. Mi sento spezzata in due: non solo mia madre doveva dirlo alle mie amiche, no. Lei l'ha dovuto dire a Paulo e di sicuro lui l'ha detto agli altri. Stefano logicamente il tatto neanche sa cos'è.
Mi mordo le labbra e mi maledico mentalmente. Devo cercare Stevan, ovunque sia, perché sì, ho provato ad andare in camera, sono entrata, ma lui era come sparito. Tonia si alza e tende la mano per farmi alzare, una volta in piedi vedo Claudio, Mauro e Adem venirmi incontro, mi abbracciano e scoppio a piangere, di nuovo, tra le loro braccia. «Mi dispiace davvero Maggie.» Dice il numero 8 della Juve. «Qualunque cosa, io ci sono.» Dice sorridendomi e accarezzandomi una guancia. Lo ringrazio e mi asciugo le lacrime. «È andato dietro al Bar di Alberto a fare due passaggi.» Mi dice Adem spingendomi verso il locale. «Buona fortuna Maggie.» Mi lancia un occhiolino e se ne va, seguito dagli altri.
Appena vedo Stevan mi viene un blocco al cuore, devo parlargli, devo fargli capire ciò che provo, che non volevo, che io non ne sapevo nulla. «Vattene.» Dice ancora prima che io possa aprire bocca. «Voglio spiegarti.»
«Non puoi.» Dice freddo, proprio come quella volta in camera sua. «Ero ubriaca, non capivo nulla, non lo sapevo. Stevan davvero, io non avrei voluto farlo. Quella sera è stata a grande livello alcolico, già te lo dissi. Non lo ricordavo, te lo giuro!»
«Tu non ti fermi mai, vero Margaret?» Si lecca le labbra e finalmente si gira verso di me, ma guarda ovunque tranne i miei occhi. «Puoi essere la persona più innocente del mondo ma quando bevi non capisci un emerito cazzo. Sai cosa, io speravo davvero che tu non avessi fatto cazzate, speravo davvero che potevamo tornare alla normalità, ma deve sempre succedere qualcosa. Sempre.» La sua voce non fa fuoriuscire nessuna emozione, eppure ha tutti i muscoli tesi, come se si stesse trattenendo dal mandarmi, di nuovo, a fanculo. «Non ne voglio parlare. Ero venuto a pensare, ma come sempre hai rovinato tutto. Vado in stanza.» Mi supera e io lo lascio andare, ne parleremo dopo, ora siamo entrambi troppo stanchi, troppo scossi, troppo delusi.
*********************
Questo capitolo è piccino picciò perché il prossimo ha quasi 2000 parole.Quindi, spero che non mi odierete💕
STAI LEGGENDO
Ho trovato Te.//S.J
FanfictionMargaret è una ragazza tranquilla, che vive appieno i suoi 23 anni. Ha finito gli studi privati a Manchester e ritorna nella sua amata città: Milano, solo per lasciarsi qualcosa alle spalle; un amore perduto, non perfetto e sofferto. Qualcosa cambi...