Fifa & Alcool

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Sbuffo per la 100esima volta verso le mie migliori amiche. Mi hanno costretto a mettere un pantaloncino corto che mi copre a malapena il culo, e una canotta lunga che lascia intravedere il reggiseno ai lati ed è fin troppo scollata anche sul davanti, si nota fin troppo bene il pizzo nero del reggiseno ma almeno il mio tatuaggio è al sicuro al di sotto di esso. Loro invece sono più casual, la modella indossa un leggins nero e una canotta lunga dello stesso colore, invece la dottoressa un top bianco e un pantalone a vita alta lungo e strappato. Non mi piace per niente come sono conciata ma non posso tornare indietro visto che ci troviamo esattamente di fronte casa Icardi.

Ludo bussa alla porta e dopo poco si apre mostrandoci Danilo D'Ambrosio. La ragazza lo salutò con due baci sulle guance, la seguì a ruota la bionda e feci lo stesso anch'io. Entro in casa e trovo tutti seduti attorno al divano che giocano a Fifa. Un ghigno nasce sulle mie labbra e mi siedo accanto a Mauro.

«Icardiño, dopo posso giocare anch'io?» Chiedo con gli occhi dolci. Lui sorride e scuote la testa. «Tu?! Non mi batterai mai.» Ludovica e Tonia si avvicinano a noi, porgono una bottiglia di birra a me e al capitano mentre la mora accende una sigaretta, dandone una anche a me. «Mauro, non ti conviene giocare contro di lei.» Dichiara Ludo. «Perché?» Chiede ingenuamente il capitano. «Perché ti batterebbe.» Risponde Tonia bevendo il suo drink.

Mauro mi passa un joystick e sceglie la squadra: Inter. «Davvero?» Sibillo infastidita. «Mi rubi la squadra.» Sbuffo. Lui se la ride ma lo lascio perdere prendendo il Napoli. «Il Napoli?» Soffia incredulo. «Davvero?» Mi fa il verso alzando un sopracciglio. «El Pipita gioca al Napoli bello mio.» Sorrido, il numero 9 del Napoli mi è sempre piaciuto. Provo un'infinita ammirazione verso di lui.

Iniziamo a giocare e dopo nemmeno 5 minuti vinco già 2 a 0. Appena segno il terzo, sempre con Higuain, Mauro emette un grido strozzato. «E stiamo solo al 1° tempo!» Esulto alzandomi, per battere le mani. «Ti faccio vedere io!» Dice Mauro, stringendo la lingua tra i denti, lo fa sempre quando è concentrato.

Alla fine della partita il risultato è 5 a 2 per me, Mauro è nero in volto e lascia il joystick sul tavolino. «L'ho fatto apposta a farti vincere.» Sbuffa alzandosi. «Si eh.» Se la ride Ludovica mentre racimola i soldi che aveva scommesso con la squadra. «Ordiniamo la pizza, tu quale vuoi?» Chiede Tonia entrando in stanza. «Una panna, prosciutto e mais.» Rispondo sentendo la pancia brontolare, il caffè mi uccide lo stomaco ma non riesco a farne a meno.

Riprendo il joystick in mano per fare una partita in solitario ma poco dopo vengo affiancata da una figura che riconoscerei tra mille: Stevan Jovetic. «Scelgo il City.» Dice mentre prepara la squadra. Ho un nodo in gola e annuisco semplicemente. Continuo a giocare con il Napoli, sono abituata a quasi tutte le squadre all'interno del gioco. Appena inizia la partita vedo gli altri tornare in stanza e cerco di concentrarmi, pensando che accanto a me c'era il numero 9 e non Jojo.

«Dai Margaret, so che sei più forte.» Esclama il ragazzo dopo aver fatto goal. Mordo forte il labbro e sorrido quando sento il sapore del sangue. «Ora vediamo chi vince.» Sussurro prendendola come una sfida personale. «Scommettiamo.» Sussurra per farsi sentire solo da me. «Se vinco io, ti porto a cena fuori e parleremo di ciò che è successo a Manchester.» Dichiara leccandosi le lebbra senza togliere gli occhi dalla tv. «Se vincessi io.» Mormoro pensandoci. «Faremo finta che non sia mai successo nulla.» Sussurro debolmente.

Lancio un'ultima occhiata al calciatore sedutomi accanto e guardo la sua mascella contratta e lo sguardo attento verso il televisore. Cerco di concentrarmi anch'io eppure perdo miserabilmente: 5 a 1. Lascio cadere il joystick e mi alzo di scatto, sotto gli sguardi sbalorditi di Ludovica e Tonia, non avevo mai perso a Fifa.

Esco dalla stanza e salgo in terrazza a bordo piscina per accendermi una sigaretta, immergo distrattamente un dito nell'acqua e rifletto, ho perso perché non sarei mai riuscita a fare finta di niente, come potrei guardarlo e non rivivere tutti i momenti passati con lui, belli o brutti che siano? Io lo amo, sono innamorata pazza di lui ma non posso dire che Stevan provi la stessa cosa. Insomma... chi sono io per farlo innamorare? Nessuno.

«A che pensi?» Sussulto sentendo la voce del capitano. «A nulla, mi ero incantata.» Scuoto la testa e butto la sigaretta ormai finita. «La pizza è arrivata, vieni?» Nego con la testa e cerco di sorridere. «Non ho fame, magari vengo tra un po'.» Rispondo tranquillamente, il mio stomaco s'era chiuso tutto d'un tratto. Mauro annuisce e mi lascia un bacio tra i capelli. «Poi mi racconti, dobbiamo parlare io e te.» Dice prima di lasciarmi di nuovo sola.

Guardai le poche stelle che c'erano e sbuffai, più cercavo di allontanarmi e più lui si avvicinava. Più volevo dimenticare e più i ricordi ritornavano a tormentarmi. È proprio vero che dà se stessi non si scappa.

....

Alla fine ho mangiato la pizza ma solo per poter bere, era una delle regole di Ludovica: "prima si mangia poi si beve e alla fine si vomita." Una filosofia di vita per noi 3, anche se io non sono mai arrivata al punto di vomitare.

Girava una bottiglia di Captain Morgan da più o meno 10 minuti e poco prima avevamo bevuto già una bottiglia di Vodka. Appena Ludovica mi passa il rum subito lo do in mano a Tonia, non ce l'avrei fatta a bere altro rum per la seconda sera consecutiva soprattutto se Morgan.

«Non puoi saltare mi dispiace.» Ridacchia Tonia ripassandomi la bottiglia. Lancio uno sguardo disperato a Ludovica ma alza le mani. «Sapete che ho fatto il battesimo con questo rum, vomiterei l'anima solo a sentire l'odore.» Dico sbuffando. «Sai cosa succede se non bevi.» Continua Mauro. Gli faccio il terzo dito e mi alzo in piedi. «Cosa devo fare?» Sbuffo incrociando le braccia sotto il seno.

Ludovica e Tonia si lanciano delle occhiate ma è Mauro a parlare. «Spogliati e buttati in piscina...» Dischiudo leggermente la bocca e inarco le sopracciglia. «Scusa?» Dico sbigottita. Non mi sarei mai spogliata avanti a tutti quei ragazzi, soprattutto vedendo l'espressione incazzata di Stevan. «Ma prima.» Parla questa volta Ludovica. «Bevi questo.» Mi porge un bicchiere di vetro stracolmo d'alcool, non mi ero accorta che fosse andata in cucina. L'avvicino al naso e sento un forte odore di rum, la testa si annebbia così, tappandomi il naso, bevo il cocktail tutto d'un fiato.

Mi sento già più spaesata e vedendo le varie espressioni delle mie amiche inizio a ridere da sola. Chissà che cazzo c'era in quel fottuto cocktail. Ludovica mi porta al centro del cerchio e dice di spogliarmi e lo faccio, non vedo più nessuno, sento solo l'alcool nel corpo. Levo la maglia e il pantaloncino e corro verso la piscina, mi tuffo e mi sento già meglio. L'acqua fredda mi riprende sempre.

Le ultime cose che ricordo sono: due braccia che mi riportano con i piedi per terra, un paio di occhi freddi e una mascella contratta per la rabbia, il mio pianto disperato e poi... il buio.


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ALLOOOOORAAAAA DA QUESTO CAPITOLO LE COSE INIZIANO A CAMBIARE.

Spero che continuerete a leggere e a dirmi cosa ne pensate.

Un bacio a tutti :* ♥ ♥ ♥

Ho trovato Te.//S.JDove le storie prendono vita. Scoprilo ora