-XII-

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Alan intanto, aveva cucinato per bene i pesci pescati da Khris e James, ripagando i ragazzi del favore che gli avevano fatto. Dopo cena James, avendo notando l'ormai evidente rapporto complicità ed affinità che era nato tra Alan e Senna, e non riuscendo a sopportarlo, decise di allontanarsi di qualche metro dal gruppo, giustificandosi dicendo di aver bisogno di qualche minuto per stare solo con sé stesso. Camminò per poche decine di metri, tra gli alberi e le varie pozzanghere causate dalla pioggia di qualche minuto prima. Si sedette sul terriccio ancora bagnato, non facendo caso all'acqua che ancora non aveva cessato di cadere dal cielo notturno, appoggiò la grande e massiccia schiena sul tronco di un albero invaso dal muschio incredibilmente profumato, e cercò di rilassarsi, guardando un po' il mare. Pensava che stare da solo lo avrebbe aiutato a liberare la mente e a concentrarsi sull'obbiettivo, ma questo non sembrava essere possibile. Nella sua testa c'era sempre e solo Senna. Quella ragazzina era cresciuta con lui, lo conosceva meglio di chiunque altro, e lui amava stare con lei. Il loro rapporto, che fino a quel momento gli era sembrato fraterno, era sempre stato il punto fermo della sua vita, e adesso con l'arrivo di Alan rischiava di andare perduto. Vedeva che Senna si stava interessando sempre di più al novellino, e lo vedeva per questo come una minaccia. Nei suoi programmi non era previsto l'arrivo del biondo principe azzurro che portava via con sé la bellissima principessa, o meglio, doveva essere lui quel principe, l'aveva sempre dato per scontato. Era sconvolto. Non aveva mai pensato così a fondo a quelli che erano i suoi sentimenti e ora che ne aveva preso coscienza, non sapeva come tenerli a bada. Il solo pensiero di perdere Senna lo faceva imbestialire, e sarebbe stato disposto anche a liberarsi di Alan per tenere per sé la ragazza. Le sue riflessioni si erano spinte un po' troppo in là, sfiorando la sottile linea che divide l'assurdo e l'impossibile, la normalità non era neanche considerata, il suo confine era già stato superato da un bel pezzo!

A interrompere i suoi pensieri ci fu la squillante e frizzante voce della ragazza a cui aveva rivolto gli ultimi pensieri che a quanto pare, avendo capito la situazione, lo aveva raggiunto per chiarire la situazione:
-Bello il mare, eh?-

-Stupendo-

-Hai solo questo da dire? "stupendo" è l'unica descrizione che ti viene in mente? Dai James, so che puoi fare di meglio! Insomma io non sono brava con le parole, ma tu sì! Quindi perché non provi...-

-Non ti stanchi mai a parlare così tanto? E soprattutto tanto velocemente?-

-No! Sarà colpa di...-

-Chi? Chi è il responsabile di questa tua parlantina? Dimmelo, così ci faccio due chiacchiere e vediamo se riesce a farti smettere-

-Primo: E' colpa tua se parlo così tanto, ti ricordo che ho trascorso la metà delle notti della mia vita senza dormire, a parlare conte!-

-A quanto pare però il sonno non ti ha ancora travolta, e se ti conosco bene non lo farà-

La ragazzina ignorò il commento duro dell'amico –E secondo- continuò- Non credevo che la mia voce potesse darti tanto fastidio-

-Non me ne da infatti, Senna-

-Non capisco- fece lei, grattandosi la cute come se scavando lì dentro avesse potuto trovare la soluzione all'enigma che non riusciva a risolvere. -Vieni qui- James la invitò a sedersi accanto a lui –Vedi, nella vita le cose cambiano, non restano mai immutate. Cambia tutto: il tempo, il corpo, il bruco diventa farfalla, la bambina diventa ragazzina, e la ragazzina diventa una bellissima donna- la guardò negli occhi, sorridendo ingenuamente-Ma c'è una cosa che non cambia: quello che abbiamo dentro. Al massimo si definisce, si rivela, passa da argilla a pietra, ma non cambia mai-

The time hunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora