Diciannovesimo Capitolo

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Mi accorgo di starla fissando solo quando Mary si schiarisce la voce alludendo alla sua mano con gli occhi, così cerco di ricompormi e "Oh, si, c-certo... ehm io sono Nicole" balbetto stringendo nel modo più saldo possibile la mano della ragazza che sembra aver ritrovato il sorriso di prima. Stephan borbotta qualcosa su Mary e spero di aver capito male, o almeno che lei non lo abbia sentito perché è stato decisamente poco carino. Ad ogni modo non riesco a trattenermi dal ridacchiare guardano l'espressione dipinta sulla faccia di mio cugino che si infila un crostino ai fegatini in bocca e lo butta giù senza quasi nemmeno masticarlo. "Stephan? Oh mio dio, sei proprio tu! Quanto tempo, come stai?" Vedo Stephan con la coda dell' occhio abbozzare quello che doveva essere un sorriso e rispondere bassa voce: "Stavo meglio prima.." per poi correggersi con un "Tutto bene tu?" "Beh, diciamo che sono cambiate un po' di cose. Sai il fratello di Will mi ha lasciata e mi sono resa conto di non essermi comportata molto bene con te.. Ma niente rimpianti vero?" Mi scambio uno sguardo di un secondo con mio cugino che poi aumenta il sorriso e dopo qualche secondo rovescia addosso alla ragazza il drink che aveva in mano sporcandole tutto l' abito bianco. Intorno al tavolo cala il silenzio e io rimango per un attimo sconvolta, come del resto tutti i ragazzi del nostro tavolo, per poi scoppiare a ridere seguita da tutti vista la faccia soddisfatta di Stephen e l' espressione stizzita di Mary che nel frattempo si è alzata dal tavolo impettita diretta verso il bagno. Cerco di ricompormi, in fondo un po' mi dispiace per lei, ma visto che tutti mi rassicurano sul fatto che Stephan ha fatto decisamente bene a compiere quel gesto, mi rilasso sulla sedia e cerco di intrattenere una normale conversazione con le persone sconosciute attorno al tavolo e anche con quelle consciute, con mio grande dispiacere -o forse no- , fin troppo.

"E quindi voi sareste musicisti?" Mi sto gustando il dolce mentre un gruppetto di ragazze cerca in tutti i modi di attirare l' attenzione di Luke, Calum, Ashton e Micheal senza successo. "Ehm.. non esattamente. È più un hobbie da fare nel tempo libero, sai tra un corso e l' altro.." una bionda annuisce comprensiva mentre di avvicina a Calum che intanto cerca di indietreggiare. Soffoco una risata e continuo a contemplare la scena: "Sai potresti anche far finta di non starti divertendo così tanto." Ashton si siede nella sedia libera accanto a me. "Ash, non ti facevo così cattivo, hai lasciato la tua bella da sola." Indico con la testa la francesina che fino a poco fa era intenta a chiaccherare con lui con grande disappunto del batterista che storce il naso in una smorfia: "Riuscirà a superarla." Risponde sbrigativo. Distolgo lo sguardo annuendo e fissando il locale dove ormai tutti stanno ballando. La musica è, come sempre, troppo alta e l' aria inizia ad essere troppo pesante. Ho sempre, in qualche modo, evitato le discoteche o almeno cercato di andarci il meno possibile. Preferisco di gran lunga fare una passeggiata nel centro con i miei amici, andare a mangiare fuori, al cinema, ma le discoteche non mi hanno mai attirata tantissimo: musica troppo alta, persone ubriache già prima di mezzanotte, luci accecanti. Preferisco di sicuro un venticello fresco e un posto in cui poter parlare veramente con le persone che mi piacciono ad una storia di una notte che non verrà mai ricordata da nessuno perché sono tutti troppo ubriachi per riuscire a collegare i vari momenti della serata la mattina dopo. Mi alzo dalla sedia dicendo di aver bisogno di un po' d'aria e finalmente esco. Una ventata di aria fresca mi colpisce in faccia e sento finalmente di riuscire di nuovo a respirare. Su questo discorso io e Maggie siamo sempre state d' accordo, non ci piacciono le discoteche. Ciò non toglie che, nonostante ci opponessimo molto spesso al desiderio dei nostri amici di sballarsi, qualche volta venissimo trascinate contro voglia nei posti più frequentanti di Brighton. Ovviamente ci divertivamo alla fine, ma non era mai la stessa cosa di quando in un ristorante o un bar ridevamo e scherzavamo per tutta la notte. Mi affaccio sull' Arno e mi rilasso un po' prima di notare un flash dallo stesso vicolo di prima. Mi giro di colpo e con il cuore a mille mi avvicino verso la stradina trovandola nuovamente vuota. Poi una mano mi si poggia sulla spalla facendomi sussultare. Mi giro di scatto e "Oddio Calum, mi hai fatto morire di paura." Mi poggio una mano sul cuore facendo aprire la faccia del moro in un sorriso. "Allora che ci fai qui tutto solo?" Chiedo dopo essermi rispresa: "Potrei farti la stessa domanda sai." Mi risponde lui appoggiandosi al muretto accanto a me. Lo guardo e gli sorrido "Diciamo che io e i locali non siamo migliori amici." "Già.. nemmeno io. O almeno da questi ultimi anni." Sussurra lui con un sorriso triste..

Ready or not? //N.H. Ashton Irwin Ziam Larry//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora