11.0

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"Oh, Cho, sarai bellissima – Oh, Cho! Che incanto! – Oh, Cho, tu e Cedric sarete fantastici!" La voce della ragazza, da stridula, si incrinò. Tossì appena prima di sollevare lo sguardo al cielo. "Merlino, se sento un'altra di quelle ragazze cinguettare a quella maniera io–" sollevò le braccia come per avvolgere le mani attorno il collo di qualcuno, arricciando le dita; quindi sospirò, scuotendo il capo delicatamente. I capelli le ricaddero ai lati del volto, nascondendolo allo sguardo di Becky e Lucien. Il ragazzo la guardava con le sopracciglia appena inarcate, mentre Becky faticava per non scoppiare a ridere.
"Anche tu cinguettereste in altre circostanze," disse Lucien.
"Cinguetteresti," lo corresse Annabel, strappando un filo d'erba con le dita arrossate dal freddo. "E no, non l'ho fatto e non lo farei," dichiarò, indicando poi Becky con un cenno del capo. La ragazza, pochi giorni prima, le aveva mostrato un abito all'incirca dello stesso colore dei suoi capelli, che le cadeva morbidamente sul corpo: semplice, sobrio e delicato. Non credeva di riuscire a vedere Becky con un vestito del genere, ma in realtà era un incanto. Quella sera, Annabel le avrebbe acconciato i capelli, intrecciandovi piccole margherite. Un prato vivente, aveva scherzato George.
"Allora va con altro ragazzo," dichiarò Lucien, sollevando le braccia verso il cielo. Le labbra di Becky si curvarono in un piccolo sorriso.
"George va con Angelina, e la mia lista di amicizie finisce più o meno qui," replicò lei, inarcando un sopracciglio. Il sorriso di Becky si ampliò.
"Potresti andarci tu con lei," disse quindi, indicando con un cenno del capo Lucien che, d'improvviso, sgranò gli occhi. Annabel si portò una mano davanti le labbra, trattenendo una breve risata.
"So di aver chiamato lei Veela, ma preferisco giocatore," borbottò il ragazzo, lasciando i capelli ricadergli davanti gli occhi mentre chinava lo sguardo. Becky sospirò, esasperata.
"Ci sono anche giocatrici! Inoltre non devi certo pomiciarci davanti a Cedric!" La bionda non riuscì più a trattenersi, e si piegò in avanti scoppiando a ridere. Sul volto del ragazzo si dipinse un'espressione di stupore.
"Cosa sarebbe pomiciarci?" Domandò, facendo scoppiare a ridere anche Becky.
"Nulla di cui tu debba preoccuparti," gli disse la bionda. Dopo qualche istante, Becky le afferrò il polso.
"Ora, dobbiamo andare a trovare qualcosa, vi incontrerete davanti la Sala Grande," disse al ragazzo, prima di iniziare a trascinare l'altra dietro di sé, che mimava con le labbra in direzione di Lucien dei salvami, ti prego, che lo fecero ridere brevemente.

"Guardate Annabel!"
"Ma è la Oswald?"
"Per la barba di Merlino, è bellissima."
Scendendo le scale, Annabel sentì le guance colorarsi di un lieve rosso: il morbido abito color avorio le scendeva sul corpo in onde delicate, segnando ogni curva della sua figura; risaltava sulla pelle ancora leggermente abbronzata, e la pelle della schiena era lasciata scoperta dalla scollatura e dai capelli arricciati e fermati sul capo abilmente, intrecciati a fili dello stesso colore dell'abito che mandavano bagliori delicati. Lei stessa sembrava fatta di luce.
Quando sollevò lo sguardo, vide Cedric parlare con Silente e la McGrannith, con Cho al suo fianco. Lucien, alla fine della scalinata, aveva le labbra dischiuse e gli occhi che sembravano due specchi d'acqua. Le porse una mano agli ultimi gradini.
"Sbagliato a chiamare te Veela," le mormorò, portandosi con un sorriso sulle labbra la mano vicino ad esse. "Tu molto più bella," aggiunse, lasciandole un delicato bacio. Con una bassa risata, lei intrecciò il braccio al suo.
"Secondo te, Viktor sta fissando me oppure te?" Gli domandò, appena davanti la porta di ingresso: Lucien si voltò di scatto, con gli occhi sgranati, e Annabel rise.
"Lucien!" Lo richiamò in tono divertito, per poi abbassarlo. "Santo cielo, ti interessa Viktor Krum?" A quelle parole, le guance del ragazzo si tinsero di un delicato rosso, mentre distoglieva rapidamente lo sguardo. Annabel, però, notò lo sguardo di Cedric verso di loro, e la mano di Cho posarsi sul suo braccio mentre rideva con la sua solita compostezza.
"Non – meglio non parlare di Viktor," mugugnò, afferrandola con delicatezza per il braccio e scortandola all'interno della sala. Fu come se tutti si voltassero verso di loro – cosa c'era di tanto interessante da guardare?
"Annabel?" La voce stridula alle sue spalle al fece voltare di scatto: barcollò per qualche istante, tenendosi al braccio di Lucien. Alle sue spalle, George aveva gli occhi sgranati e le labbra appena dischiuse.
"Quindi solamente vostra fratello ha un abito tradizionale?" Domandò, portando lo sguardo sull'abito elegante di George.
"Come se qualcuno vedendo te si preoccupasse tanto di mio fratello vestito da prozia Tessie!" Esclamò. A quel commento, Angelina si schiarì un paio di volte la gola, mentre sulle labbra di Annabel si dipingeva un sorriso.
"Credevo venissi con Cedric, Annabel," disse Angelina, incrociando le braccia al petto. Indossava un abito giallo che dava alla sua pelle un colorito olivastro e smorto. Stringendo il braccio di Lucien – il quale fece una smorfia di dolore trattenuta – a sé, rivolse un sorriso anche alla ragazza, per poi stringersi tra le spalle.
"E io che credevo di non venire proprio," replicò. Rivolse poi uno sguardo in direzione di George, e trascinò Lucien con sé verso la pista.
"Gelido," disse il ragazzo, tenendosi al suo braccio.
"Hai una coordinazione fantastica, Lucien," rispose, lasciandogli un rapido bacio contro la guancia.
Poi i Campioni entrarono, e Annabel non vide più la brina scintillante che ricopriva le pareti, o le ghirlande d'edera e vischio, ma solamente Cedric: aveva i capelli tirati indietro, il volto scoperto e i luminosi occhi grigi appena socchiusi, mentre un sorriso gli attraversava le labbra. L'abito scuro faceva sembrare la sua pelle fatta di luce. Annabel strinse le dita attorno il polso di Lucien che, in risposta, la tirò di poco a sé.
"Annabel, tu sta calma," le sussurrò dolcemente, sfiorandole il dorso della mano. Poi Cedric voltò lo sguardo verso di loro, e un angolo delle sue labbra si inclinò verso il basso; la bionda si affrettò a distogliere lo sguardo, il labbro inferiore tra i denti e una delle ciocche di capelli a solleticarle la spalla scoperta.

"Ragazze di Beauxbatons sono noiose," borbottò Lucien, tornando con un bicchiere di punch al tavolo dove era seduta Annabel. Non aveva ancora ballato: era rimasta a osservare le decorazioni e Cedric. Soprattutto Cedric. Aveva anche intercettato lo sguardo di Percy, che sostituiva Crouch quella sera. Apparentemente era malato.
"Fortuna che te ne sei accorto," gli disse con un piccolo sorriso, recuperando il bicchiere. Lui, dopo qualche istante, le porse la mano.
"Balla?" Le domandò, con un sorrisetto divertito sulle labbra. Annabel rimase a osservarlo, le sopracciglia inarcate e le labbra posate sul bordo del bicchiere.
"Come?" Chiese di rimando. Il ragazzo, sollevando lo sguardo al cielo, le tolse il bicchiere dalle mani e la tirò in piedi di peso, avvolgendole un braccio attorno i fianchi sottili per avvicinarsi alla pista.
"Mio inglese non così pessimo," iniziò, fermandosi all'esterno del cerchio formatosi dai ragazzi – e professori – che danzavano. "E tu non starà tutta sera seduta," disse quindi, portandole una mano sul fianco.
"Non so ballare, Lucien!" Protestò la ragazza, portando entrambe le mani sulle sue spalle. Lui, lasciandosi sfuggire una bassa risata, prese con la mano libera una delle sue.
"Io sì," dichiarò. E iniziò a danzare. Poco prima, Annabel lo aveva preso in giro per il suo essere scoordinato, ma mentre ballavano, si muoveva come se non toccasse terra, tirandola dietro di sé senza il minimo sforzo. E lei si sentì stranamente leggera, dopo i primi tentativi durante i quali barcollò; poi si lasciò andare.
"Va benissimo," le disse dopo quelli che parvero solamente pochi momenti. Le labbra di Annabel si dischiusero in un delicato sorriso, ma non disse nulla. Vide Becky, dall'altro lato della sala, sulle spalle di Fred: ridevano, e lui aveva una delle margherite intrecciate tra i capelli della ragazza incastrata tra le labbra.
La mano di Lucien abbandonò Annabel, e lei si ritrovò a fare un mezzo giro con gli occhi socchiusi.
"Annette," la voce che la raggiunse era delicata, dolce, familiare. Sollevò di scatto lo sguardo, mentre le sue dita si intrecciavano con quelle di Cedric. Alcune ciocche di capelli gli ricadevano davanti la fronte, disordinate; lei si voltò a guardare Lucien che, in risposta, si strinse delicatamente tra le spalle e si allontanò.
"Annette, per favore, voglio parlarti," continuò Cedric, posandole una mano dietro la schiena per avvicinarla a sé. La ragazza sentì le sue dita sfiorarle la pelle oltre la profonda scollatura, e rabbrividì in maniera appena percettibile.
"Di cosa, in particolare?" Domandò lei, distogliendo lo sguardo. Il profumo di Cedric le invadeva le narici, mentre si muovevano lungo la pista delicatamente, quasi come due bambole mosse da una bambina.
Lo sguardo di Cedric scattò vero l'alto per qualche istante, poi tornò a guardare Annabel, la sua pelle tesa sul collo mentre manteneva il capo appena inclinato, i capelli attaccati alla nuca e i riccioli ribelli ai lati del volto.
"Ti ha baciata? Il ragazzo di Durmstrang," mormorò a mezza voce. La bionda si irrigidì di colpo, barcollando appena.
"Lucien è un mio amico, Cedric," disse, scandendo con precisione ogni parola. Lui strinse le labbra.
"Non è ciò che ho chiesto," replicò. Annabel, in risposta, si allontanò di scatto da lui e avanzò a passo deciso tra la folla. Cedric rimase qualche istante immobile, poi le corse dietro.
L'atrio in cui si trovavano era deserto, e Annabel avanzava a passo deciso con l'abito raccolto davanti le gambe.
"Annabel!" La richiamò. Lei si bloccò di scatto, e lasciò ricadere l'abito.
"Come puoi chiedermi una cosa del genere?" Gli domandò, voltandosi poi velocemente verso il ragazzo. "Tu? Tu chiedi a me se Lucien mi ha baciata? Con quale coraggio, Cedric?" La sua voce si alzò di qualche ottava. Il ragazzo le si avvicinò lentamente, mentre lei si faceva paonazza in volto. "Sai perché ti ho evitato per tutta l'estate? Per quello che hai detto a Cho. Ti interessa, allora cosa ci fai qui?" La sua voce tornò flebile, mentre si fermava due ciocche di capelli dietro le orecchie.
"Annabel, Cho non mi interessa e lo sa. Gliel'ho detto l'estate scorsa, e dopo la prima prova–" le parlava lentamente, come temendo una sua seconda reazione.
"Vi siete baciati, ero dietro di voi," lo interruppe, parlottando a mezza voce. Cedric si accigliò nuovamente.
"Lei ha baciato me, e non capisco perché tu abbia reagito così," disse, avvicinandosi di un altro passo. Annabel strinse le mani in pugni all'altezza dei fianchi.
"Perché ti amo, Cedric! Cosa credi, che ti abbia baciato solo perché ero spaventata per te?" Quasi gridò. Cedric rimase immobile, gli occhi sgranati e le labbra appena dischiuse. Boccheggiò per qualche istante, poi sollevò lo sguardo sulla sua testa.
"Annette," la richiamò, con un piccolo sorriso sulle labbra. "Vischio," aggiunse quindi, indicando sopra il suo capo. La ragazza, con gli occhi socchiusi e arrossati, sollevò per poco lo sguardo, ma non fece in tempo a riabbassarlo: le labbra di Cedric incontrarono le sue, morbide e familiari, mentre lasciava scivolare le braccia attorno il suo busto e l'attirava a sé. Cedric Diggory non era bravo con le parole, non ne aveva mai avuto davvero bisogno: lui agiva, e ogni mossa diceva più di una semplice frase. In quel momento, quello splendido momento tutto per loro, Cedric stava esprimendo il suo amore per la sua bella Annabel Lee.

[l'indecisione per la canzone era tanta, davvero tanta.]

(-4)

than to love and be loved by me | cedric diggory [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora