13.0

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La mattina della terza prova, Annabel ignorò il regolamento e si sedette al fianco di Cedric al tavolo dei Tassorosso, le gambe sopra le sue e la Gazzetta del Profeta tra le mani.
"Come si può essere così meschini?" Quasi gridò, colpendo il fianco di Becky con una gomitata. La ragazza recuperò il bicchiere prima che le scivolasse completamente dalle mani. "Sono venute alla luce testimonianze allarmanti sullo strano comportamento di Harry Potter, che insinuano seri dubbi sull'opportunità che partecipi a una gara impegnativa come il Torneo Tremaghi, e perfino che frequenti la scuola di Hogwarts." Lesse ad alta voce, ripiegando poi il giornale; Becky si accigliò, portandosi un pezzo di pane in bocca.

"Non capisco il tuo problema," borbottò. "Credevo non ti piacesse Potter," continuò, deglutendo con gli occhi appena socchiusi. Annabel sollevò lo sguardo al cielo, posando il giornale al fianco del suo piatto immacolato.
"Il fatto che non mi piaccia non vuol dire che lo odi e che creda sia un folle," replicò lei. Cedric agganciò una ciocca dei suoi capelli con un dito, tirandola appena.

"Basta parlare della Skeeter, o di Potter," mugugnò, facendo ricadere il capo verso il petto di Annabel, mentre lei sollevava una mano verso di esso con un piccolo sorriso sulle labbra. Ci fu un basso clic, e quando la ragazza sollevò lo sguardo notò l'obiettivo di Colin Canon puntato verso di loro. Le rivolse un sorrisetto imbarazzato prima di correre via, la fotocamera stretta tra le mani. "Ho chiesto a Silente di farti restare come parente, mia madre voleva rivederti," mormorò quindi. Annabel sorrise, mantenendo lo sguardo chino verso di lui: gli occhiali, che ultimamente doveva portare sempre più frequentemente – è colpa delle ore che passi a leggere o studiare, le aveva detto Becky, guarda me, ci vedo alla perfezione! – le scivolarono lungo il naso.

"Allora metti qualcosa nello stomaco e andiamo," rispose.

"Bill!" Gridò Annabel, vedendolo vicino la signora Weasley, mentre entrambi attendevano Harry Potter e lei aspettava con Cedric i suoi genitori. Gli corse incontro, gettandogli le braccia attorno il collo e lui, ridendo, la sollevò di poco da terra.
"Ciao anche a te, ragazzina," le scompigliò dolcemente i capelli, dopo averla rimessa a terra, e il suo sguardo guizzò verso l'alto. Incontrò prima il volto di Cedric, accigliato, che li osservava, quindi vide Fleur Delacour, che guardava lui a sua volta. Fece un mezzo sorrisetto nella sua direzione, e dopo qualche istante Harry li raggiunse.
"Bill, tagliati i capelli," gli disse Annabel, prima di tornare da Cedric.
Amos Diggory non smetteva di guardare Harry in cagnesco, mentre Scarlett abbracciava e baciava e stringeva a sé entrambi i ragazzi – più Annabel che Cedric, dicendole quanto le fosse mancata una presenza femminile in casa l'estate precedente, obbligandola quindi a passare almeno una settimana con loro – quando Harry passò davanti loro con i Weasley.
"Eccoti qui, allora," sbottò, squadrandolo. "Scommetto che non ti senti così tronfio adesso che Cedric ti ha raggiunto, eh?" Scarlett si irrigidì sul posto, una mano poggiata sulla spalla di Annabel.
"Cosa?" chiese Harry. Cedric, davanti alle due, sospirò.
"Ignoralo," gli mormorò. "È arrabbiato da quando è uscito l'articolo di Rita Skeeter sul Torneo Tremaghi.. sai, quando lasciò capire che eri il solo campione di Hogwarts," aggiunse, gettando un'occhiataccia al padre.
"E non si è preso la briga di correggerla, eh?" Disse Amos, mentre Harry, Bill e Molly si allontanavano. "Comunque.. gliela farai vedere, Ced. L'hai già battuto una volta, no?" Continuò, dando una pacca sulla spalla del figlio.
"Amos, Rita Skeeter è contenta solo se può far danni," disse Annabel con dolcezza.
"Dovresti saperlo, visto che lavori al Ministero!" Aggiunse Scarlett in tono più stizzito. Il signor Diggory sembrava sul punto di replicare, ma la donna gli posò una mano sul braccio, e lui si ricompose. E la giornata andò avanti: erano una famiglia al completo, e parlavano, e parlavano, e parlavano.

"Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo stadio, adesso," dichiarò Silente, alzandosi dal tavolo dei professori.
Il campo era ormai irriconoscibile: una siepe alta sei metri correva per tutto il suo perimetro, e c'era un'apertura davanti i campioni – l'ingresso dell'enorme labirinto. Il corridoio era buio e inquietante.
"Hey, biondina," le mormorò Cedric, mentre la McGrannith dava istruzioni. Annabel sollevò lo sguardo verso di lui, il labbro inferiore tra i denti. "Quando tornerò dovremmo parlare di una cosa importante," disse.
"Signore e signori," diceva intanto Bagman. "Sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno... il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della scuola di Hogwarts!" Grida e applausi e fischi e schiamazzi.
"Odio i discorsi in sospeso, Ced," piagnucolò, intrecciando poi le dita dietro il capo del ragazzo, facendolo chinare appena verso di sé. Le sue labbra si dischiusero in un sorriso divertito, avvicinandola a sé con le braccia avvolte attorno i suoi fianchi.
"Vorrei solo poterti chiamare la mia ragazza quando parlo di te, Annette," sussurrò, come se avesse paura delle sue stesse parole. Le dita di Annabel si serrarono dietro la sua nuca, mentre stringeva maggiormente il labbro inferiore tra i denti, sentendo le guance tingersi violentemente di rosso.
"Se la metti così, ne parleremo al tuo ritorno," disse, sollevandosi quanto bastava per premere le labbra contro le sue, quasi con forza. "Non cercare di far contento tuo padre, torna semplicemente da noi," biascicò contro le sue labbra. Poi Cedric si allontanò, e le sorrise.
"Al mio segnale, Harry e Cedric!" disse Bagman. Quando fischiò, i due ragazzi scattarono in avanti ed entrarono nel labirinto, e l'ultima cosa che Cedric vide prima che le siepi nascondessero l'esterno, fu lo sguardo di Annabel su di lui.

Gli occhi di Krum erano vuoti, privi di espressività, e lo fissava, come per cercare la sua anima. Gli puntò la bacchetta contro, lentamente.
"Che cosa fai?" Gli gridò contro, sollevando a propria volta la bacchetta. "Che cosa diavolo credi di fare?"
Krum rimase in silenzio per qualche istante, solo qualche istante, poi la punta della sua bacchetta si illuminò.
"Crucio!" E Cedric cadde a terra. Non aveva mai provato un dolore simile, steso tra le radici, contorcendosi e sussultando.

"Qualcosa non va," mugugnò Annabel, portandosi una mano all'altezza dello stomaco. Lucien, al suo fianco, afferrò la sua mano libera.
"È perché non hai toccato cibo, Annie," disse Becky, per tranquillizzarla. Ma l'attesa era snervante.

Harry puntò la bacchetta contro Krum, ma prima che potesse dire o fare qualcosa, Krum si voltò e cominciò a correre.
"Stupeficium!" Gridò Harry, e Viktor cadde faccia in avanti, immobile. Cedric riprese a respirare, affannato, prendendosi il volto tra le mani ancora steso a terra. Harry lo raggiunse di corsa, afferrandolo per un braccio.
"Stai bene?"
"Sì," ansimò lui. "Sì, io... non l'ho visto arrivare, è spuntato dal nulla e–" scosse il capo, alzandosi lentamente in piedi ancora tremante.

Cedric vedeva la Coppa Tremaghi scintillare sul piedistallo. Guardandosi alle spalle, vide Harry, e il suo sguardo sulla Coppa. Poteva arrivare prima di lui, correndo.
"Cedric, a sinistra!" gridò Harry, e lui non ci pensò due volte prima di voltarsi, evitando appena in tempo il colpo, gettandosi oltre la creatura: un ragno, grande e apparentemente pericoloso. La bacchetta gli scivolò dalle mani, e si ritrovò a rotolare sul terreno rapidamente, evitando zampe e chele della creatura.

"Quanto staranno lì?" La voce di Annabel era flebile, mentre guardava davanti a sé con sguardo vacuo. Fleur e Viktor si erano ritirati, ma se fosse successo qualcosa a Cedric?
"Annabel, sei bianca," disse Lucien, lo sguardo sul suo volto. La giovane si allentò il nodo della cravatta, sollevando quindi le maniche della camicia chiara.
"Come?" Domandò con lo stesso tono, voltando lo sguardo verso il ragazzo, che le posò una mano sulla guancia delicatamente, per poi sgranare gli occhi.
"Sta bene?" Chiese quindi. Becky, dall'altro lato, si sporse verso di loro.
"Credo intenda dire che sei pallida, Annie," le disse. "Hai un'aria davvero strana, dovresti fare qualcosa."
"Non è questo, Becky, io – qualcosa che non va," ripeté, scuotendo il capo e alzandosi.

"Tutti e due," disse poi Harry. Cedric lo guardò, un piccolo cipiglio ad attraversargli la fronte. "Lo prenderemo nello stesso istante, Hogwarts vincerà comunque e concluderemo questa partita." Spiegò.
"Ne sei sicuro?" Gli domandò Cedric, che non vedeva l'ora di tornare indietro.
"Sì," dichiarò con sicurezza Harry. Cedric non lo aveva mai visto così determinato, neppure durante una partita di Quidditch, quindi si limitò ad annuire prima di avvicinarsi alla Coppa ulteriormente, con Harry al suo fianco.
"Al tre," disse, sollevando una mano. "Uno... due... tre," afferrarono i manici della Coppa. Immediatamente, Cedric sentì uno strappo all'altezza della schiena, e non era più attaccato al terreno – l'espressione di Harry mutò di colpo, mentre stringeva quasi convulsamente le mania attorno il manico della Coppa, come per timore di cadere.

"Professoressa McGrannith," mormorò Annabel, barcollando fino ai professori. Alle sue spalle, Lucien la guardava con timore, pronto a scattare in qualsiasi momento.
"Si sente bene signorina Oswald?" Domandò allarmata la professoressa, alzandosi e gettando uno sguardo verso Silente. Annabel scosse il capo solo per qualche istante.
"C'è qualcosa di strano, i Campioni dovrebbero essere già tornati," disse rapidamente, tanto che la donna ci mise un po' a capire cosa avesse detto. Le si avvicinò, sorreggendola con un braccio dietro le sue spalle.
"È normale essere spaventati, inoltre il labirinto è immenso, non possiamo sapere a che punto siano ancora i nostri Campioni," le disse dolcemente. Annabel scosse di nuovo il capo, appoggiandosi comunque alla professoressa, con le gambe percosse da brividi.
"Lei non capisce, c'è qualcosa che non va – qualcosa di grande," mugugnò. La professoressa la guardò leggermente accigliata, e improvvisamente capì a cosa si stesse riferendo.

L'oscurità era tutta attorno a loro, mentre avanzavano a bacchette sollevate. Fissavano la figura con sguardo interrogativo, finché Harry non si piegò in avanti, lasciando cadere a terra la bacchetta e prendendosi il capo tra le mani.
"Harry? Harry ti senti bene?" Domandò allarmato Cedric, mentre la sensazione di panico cresceva sempre più dentro di lui.
"Uccidi l'altro," disse una voce fredda e stridula. Cedric sollevò di scatto lo sguardo da Harry e, il momento dopo, un lampo di luce verde scattò nella sua direzione, colpendolo in pieno petto: niente a che fare con il fulmine, niente a che fare con la maledizione di Viktor. Quel dolore era paragonabile solo a una cosa, una cosa che Cedric Diggory realizzò negli ultimi attimi, prima che il suo corpo diventasse freddo. Il dolore del non rivedere mai più la sua bella Annabel Lee.

(-2. In giornata pubblicherò anche il capitolo 14.)

than to love and be loved by me | cedric diggory [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora