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Inizialmente, trovare Becky fu un'impresa: gente ammucchiata, gruppi copiosi che si muovevano in ogni direzione impedendo la visuale, soprattutto per qualcuno dell'altezza di Annabel, che si aggrappò alla manica di George come una bambina spaurita. Poi, una chioma verde iniziò ad agitarsi al fianco di una piccola tenda, e il sorriso sulle labbra di Fred si ampliò in maniera considerevole. Lui e Annabel scattarono in avanti, ma la giovane era più piccola e rapida, quindi saltò addosso la ragazza con una bassa risata.
"Credo tu mi abbia appena rotto una costola," mugugnò l'amica in tono divertito, stringendola per qualche istante.
"Ho bisogno di un po' di compagnia femminile e familiare," rispose, stampandole un rapido bacio contro la guancia. Lo sguardo di Becky si posò su Cedric che, dopo un rapido colloquio – accesso, evidentemente – con il padre si allontanava, i pugni stretti lungo i fianchi e le labbra strette tra di loro.
"Pretty boy Diggory ha fatto qualcosa?" Le domandò, allontanandola di poco da sé. Annabel arricciò il naso in una piccola smorfia.
"Non chiamarlo così anche tu," piagnucolò in risposta, osservando con la coda dell'occhio i movimenti del ragazzo, finché non si disperse nella folla. "Voleva parlare e basta," terminò. Becky rimase a osservarla per qualche istante; avrebbe replicato, se un uragano dai capelli rossi non l'avesse travolta, sollevandola da terra e allontanandola da Annabel che scoppiò a ridere.
"Scusa Annie!" Gridò Fred, seppellendo poi il volto all'altezza del collo di Becky che, con un sorriso sulle labbra, gli avvolse le braccia attorno, lasciando delicati e rapidi baci contro il suo capo. Tra uno schiocco e un altro, Annabel riuscì a sentire dei mi sei mancata e volevo rivederti, così ruotò sui talloni e si allontanò dai due.
"Annabel," la richiamarono. Lei rimase ferma sul posto, le spalle rigide e il labbro inferiore stretto tra i denti.
"Signor Diggory," disse dopo poco in un mormorio, quando l'uomo la raggiunse. Aveva un cappello calcato sulla testa e gli occhiali leggermente scesi sul naso.
"Sai che puoi chiamarmi Amos," replicò lui, portandosi lo zaino davanti le gambe e iniziando a frugarvi all'interno. Annabel aveva il sospetto fosse più grande all'interno di quanto apparisse. "Prima che tu dica qualsiasi cosa, non sono qui per parlare di Cedric e del vostro rapporto, sono dell'idea che dobbiate risolvere tutto da soli," iniziò, continuando a guardare all'interno dello zaino alla ricerca di qualcosa – qualcosa di introvabile, apparentemente.
"Non–" iniziò la giovane, ma cosa avrebbe detto? Non c'è nulla da risolvere? Oppure non c'è alcun rapporto? Ma si bloccò. Sarebbe stata una bugia troppo grande per entrambi.
"Cedric non ci ha detto nulla, né a me né alla madre, ma Scarlett ha occhio per queste cose. Non è affar mio, davvero, volevo solo darti" sospirò, estraendo dallo zaino – finalmente – un fascicolo di fogli, porgendoglieli e sistemandosi al tempo stesso gli occhiali sul naso, "questi." Annabel rimase a guardarli leggermente accigliata, afferrandoli quindi delicatamente e con aria titubante.
"Cosa sono?" Domandò a mezza voce. Amos sospirò nuovamente, richiudendo lo zaino e riportandoselo in spalla con le labbra strette tra di loro, come per non far fuggire frasi sbagliate.
"Arthur aveva iniziato a fare ricerche su tua madre a metà estate, senza alcun risultato," iniziò a spiegare, e il sangue si gelò nelle vene della giovane. Sentiva di non riuscire più a respirare, o a ragionare. Sedersi sarebbe stato l'ideale, ma si ritrovò a stringere le mani attorno i fogli con aria avida. "Dopo aver parlato con Cedric ho pensato alle parole del Cappello e – da lì è stato semplice," con un cenno del capo indicò i fogli che, quasi spaventata, Annabel si strinse al petto.
"Parlano di mia madre? È sicuro?" Chiese. Amos unì le labbra nuovamente e poi annuì.
"Annabel, pensaci bene – potrebbe non piacerti ciò che c'è scritto," le disse l'uomo. Lei, con gli occhi chini sui fogli, si afferrò nuovamente il labbro inferiore tra i denti e annuì.
"Grazie, Amos," mormorò. Lui le rivolse un sorriso gentile, poi sistemò lo zaino sulle spalle e si allontanò a passo rapido. Silenziosamente, Annabel si diresse alla tenda.

"Signore e signori... benvenuti!" Declamò a gran voce Ludo Bagman, facendo chinare in avanti Annabel e Becky con una smorfia, esattamente davanti a lui.
"C'è solo una cosa che non capisco," disse Annabel, tirando distrattamente la manica di Becky, che si voltò a guardarla. "Se tifi per i Bulgari, perché ti sei fatta i capelli verdi?" Inarcò un sopracciglio, tornando a sedersi normalmente mentre si finiva il discorso. Becky ghignò.
"Almeno Victor Krum mi noterà. Voglio dire, valla a trovare un'altra con i capelli verdi!" Annabel rise brevemente, ma il proprio tentativo di sembrare pacata andò in frantumi quando Fred calò un cappello sulla testa della giovane.
"Veela!" Esclamò il Arthur Weasley. Annabel sollevò rapidamente lo sguardo, posandolo sulla schiera di mascotte della Bulgaria: pelle candida, pallida, capelli dorati sollevati nel vento come se fossero scompigliati dal vento. Erano bellissime. Ruotò il capo, come d'abitudine, per cercare Cedric al suo fianco, ma non lo trovò; avrebbe dovuto semplicemente tornare a guardare le Veela, ma con lo sguardo continuò a cercare il ragazzo e, dopo pochi istanti, lo vide. Era seduto tra il padre e il signor Caramell, ma invece di guardare le Veela, guardava lei, e sembrava non riuscisse a trovare nulla di più bello. Involontariamente, la giovane arrossì e si affrettò a distogliere lo sguardo. Sul campo ora volteggiava una cometa verde e oro, che andò a dividersi in due comete più piccole e, d'improvviso, un arcobaleno apparve sul campo.
"Lepricani!" Gridò il signor Weasley entusiasta. Al suo fianco, Ron sorrideva. L'enorme trifoglio che gli omini formavano si dissolse.
Quando il nome di Krum si fece strada tra la folla, Becky balzò in piedi gridando, così come Ron e George. Victor Krum era ricurvo e magrolino, con un gran naso simile al becco di un uccello e folte sopracciglia. Aveva semplicemente diciotto anni, difficile a credersi.
Il cercatore degli Irlandesi si schiantò al suolo dopo venti punti da parte di questi ultimi: Annabel si sporse rapidamente in avanti, gli occhi sgranati e le labbra dischiuse.
"Per l'amor del cielo, è una cosa brutale!" Esclamò, facendo scoppiare a ridere Becky che le avvolse un braccio attorno le spalle.
"Si chiama Quidditch, mia cara. E Krum è un genio," aggiunse, con aria sognante. L'amica le tirò una gomitata contro il fianco.

than to love and be loved by me | cedric diggory [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora