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"Draghi?" La voce di Annabel risuonò per l'intera biblioteca, stridula e allarmata. "Intendi dire veri draghi?" Un fantasma, passando, le fece un verso ammonitore, ma lo sguardo gelido che gli lanciò lo fece sparire in un lampo.
"Abbassa la voce, Annie," la riprese rapidamente Fred, guardandosi attorno con aria circospetta.
"I Campioni non dovrebbero saperlo," iniziò lei, "e voi siete venuti a saperlo da Harry stesso! Perché dovrei abbassare la voce?" Si alzò rapidamente, con l'intento di uscire, ma George l'afferrò per un braccio e la trascinò nuovamente a sedere.
"Magari Krum o Fleur si ritrovano in svantaggio così," le disse.
"Inoltre neppure noi siamo tenuti a saperlo," terminò Fred per lui. Annabel sollevò lo sguardo al cielo esasperata.
"Fleur lo sa già, se è stato Hagrid a dare la notizia ad Harry," borbottò, richiudendo il libro davanti a sé e raccogliendolo rapidamente, facendo per alzarsi di nuovo.
"Cedric lo sa già, Annabel, non c'è bisogno tu corra da lui," la voce di George era bassa e divertita. La giovane si ritrovò a stringere le labbra tra di loro prima di voltarsi nella direzione del ragazzo con un sopracciglio appena inarcato.
"Lo sa? E per quale motivo me lo avete detto?" Nel sentire il tono della bionda, i gemelli indietreggiarono appena sulla seduta.
"Credo l'abbiano fatto perché sei tu quella con il cervello nel gruppo, e potresti aiutare Cedric," dichiarò Becky, appena arrivata, cadendo al fianco di Fred che le avvolse un braccio attorno le spalle. George arricciò le labbra in una smorfia guardandoli.
"Siete stomachevoli," disse, facendo ridere brevemente il fratello che gli strizzò un occhio.
"Non è colpa tua, George, se sono il più bello e fortunato," gli disse, con un sorriso ampio dipinto sulle labbra. Sul volto di Becky si formò un'espressione di stupore.
"Vorresti dire che sei Fred? Per la barba di Merlino! Ho sbagliato per tutto questo tempo!" Esclamò, alzandosi velocemente e sbilanciandosi in direzione di George che scoppiò a ridere, afferrandola per le spalle.
"La prova sarà domani, Annie, sbrigati," disse Becky, tra le risate di George e i mugolii infastiditi di Fred. La bionda, ormai in piedi, le si avvicinò per scoccarle un rapido bacio sulla guancia, quindi schizzò fuori dalla biblioteca.

"Ced," sebbene la voce fosse flebile al di sotto degli schiamazzi degli studenti, Cedric l'avrebbe sentita ovunque. Si voltò di scatto, e vide la coda di Annabel spuntare tra le spalle di alcuni ragazzi dell'ultimo anno: si affrettò a raggiungerla.
"È successo qualcosa?" Domandò rapidamente, allarmato. La giovane rimase a guardarlo per qualche istante, poi un sorriso si allargò sulle sue labbra. Mimò con le labbra la parola draghi e Cedric sgranò gli occhi. Rapidamente, Annabel gli afferrò la mano e si allontanò lungo il corridoio, quasi trascinandoselo dietro.
"Me l'hanno detto Fred e George," spiegò rapidamente. "Eri l'unico a non saperlo, apparentemente, e bisogna trovare un modo per evitare tu finisca arrostito."
Dalle labbra di Cedric sfuggì una breve risata mentre affiancava la ragazza allungando solo di poco il passo: sebbene fosse piccola, camminava rapidamente.
"Sei venuta da me," le disse, facendola bloccare a metà del corridoio che conduceva al terzo piano – dove, da quattro anni, nessuno andava più, eccezion fatta per loro due. Dischiuse le labbra per replicare, ma Cedric la interruppe il momento prima. "Dopo la Coppa del Mondo mi hai quasi ignorato, e ora sei venuta per aiutarmi. Perché?" La vide impallidire appena, mordicchiandosi distrattamente il labbro inferiore.
"Voglio aiutarti, Ced, un drago non è semplice da affrontare e–"
"E tu volevi aiutarmi? Posso cavarmela anche da solo, Annabel," nel momento stesso in cui pronunciò tali parole, se ne pentì. Avrebbe voluto dire non è così, non resisterei neppure alla vista di un drago, non senza qualcuno dei tuoi insegnamenti. Ma il volto di Annabel si era trasformato in una maschera di indifferenza. Incredibile pensare quanto rapidamente potessero colpire delle semplici parole. Come rendendosi conto solo in quel momento di avere ancora la mano incastrata alla sua, si scostò bruscamente, tirandosi il braccio al petto. Cedric non si era reso conto di quanto gli fossero mancate le sue piccole mani delicate.
"Farò meglio a ricordarlo, allora," replicò lei, fredda. Perfino i suoi occhi avevano assunto un colorito più gelido, come l'azzurro del ghiaccio. Quando ruotò su se stessa per allontanarsi, Cedric si impose di andarle dietro, chiedendole scusa, abbracciandola. Ma le gambe non risposero ai suoi comandi, e lui rimase immobile al centro del corridoio, guardando i lunghi capelli fermati in una coda sopra il capo ondeggiarle contro la schiena.

than to love and be loved by me | cedric diggory [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora