Capitolo 13

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TRIS 

Mi trasferiscono in un altro appartamento, il più lontano possibile dalla recinzione. È più grande di quello di Tobias ed è arredato meglio. Ma qui non mi sento a casa.

Mi procurano una squadra di scorta (di cui fa parte anche Christina) che mi protegge ventiquattr'ore su ventiquattro.

Tobias mi sta sempre vicino, non mi lascia sola per più di un'ora.

Mattew ha già avvisato Johanna, che ha provveduto ad intensificare la sicurezza ai confini di Chicago.

Tutti si stanno impegnando per proteggermi, ma io so che mi prenderanno. Lo so. Stanno arrivando. Sono stanca perché sono due notti che non dormo. Non voglio fare il solito incubo. Ma le palpebre sono pesanti e si chiudono da sole. Cerco di resistere, di restare sveglia. Mi addormento.

Sono in una stanza vuota e la porta chiusa a chiave dall'interno. Sono sola. Sento dei passi che si avvicinano. Sempre più forti. Sempre più vicini. Mi allontano il più possibile dalla porta e mi rannicchio su me stessa cercando di farmi più piccola possibile e nascondo la faccia nelle gambe. I passi si sentono ancora di più e qualcuno sfonda la porta. Urlo. A quel punto mi sveglio.

"Sempre lo stesso incubo?" mi chiede Tobias. Annuisco. Ho il volto bagnato dalle lacrime. Lui si avvicina a me e mi abbraccia.

"Scusami, non volevo svegliarti. Io ..."

"Non importa." Mi interrompe. Mi incornicia la faccia con le mani e mi asciuga le lacrime con il pollice come fa sempre quando piango. Mi bacia. Io rispondo al bacio.

Sto tremando. Cerco di smettere ma non ci riesco.

"Ho paura." Dico con voce strozzata. Non riesco a parlare. La mia vista è offuscata dalle lacrime.

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FAN FICTION DIVERGENT: rapimento di Tris (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora