Capitolo 14

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TOBIAS 

Anch' io ho paura. Ho il terrore che me la portino via di nuovo. Ho il terrore di perderla. Ma non voglio scoraggiarla. Se vede che sono sicuro di quello che stiamo facendo, che ci credo, forse anche lei si convincerà che ce la faremo.

"Tris, non ti prenderanno, non lo permetterò. Okay? E se anche ci riuscissero, come farebbero ad uscire da Chicago con tutta la sicurezza che c'è ai confini? Andrà tutto bene finche saremo insieme. Hai capito?" Annuisce.

"Ora devi dormire. Ne hai bisogno. Non puoi passare le notti in bianco a causa degli incubi. Ti preparo una camomilla." Mi alzo e mi dirigo verso la cucina. Lei mi segue. Ha le gambe piene di lividi e cicatrici. Non posso immaginare che cosa abbia passato, che cosa le abbiano fatto. Le preparo la camomilla e lei la sorseggia fissando il tavolo. Non dice nulla.

Sentiamo bussare alla porta. Chi va in giro a quest'ora di notte?

"Tris va in camera." Le dico. Lei si irrigidisce e si dirige in corridoio. Alcuni della scorta puntano le pistole verso la porta. La apro. È Mattew. Faccio un respiro di sollievo e lo faccio entrare. Vado in camera. Tris è accucciata in un angolo della stanza.

"Falso allarme. È Mattew." Lei solleva la testa. Poi si alza ed esce dalla stanza. Mi stringe la mano e poi la lascia andare. Andiamo in salotto.

"Che ci fai qui a quest'ora?" chiedo a Mattew.

"Johanna mi ha detto che ci sono stati dei problemi ai confini. Un gruppo di uomini armati che si fingevano della sicurezza hanno provato ad entrare..."

"Ah." Si limita a dire Tris.

"Ora li stanno interrogando." Aggiunge Mattew.

"Che cosa volevano?" gli chiedo.

"Ancora non lo so. Sono venuto a dirvelo subito. Tanto so che qui non dormite quasi mai."

"Già..." mi limito ad aggiungere. Tris finisce la sua camomilla.

"Vado a letto. Tanto il mio incubo notturno l'ho già fatto." Noto un pizzico di amarezza mista ad ironia nelle sue parole.

"Buona notte."

"Notte." Se ne va in camera.

"Se vuoi puoi restare a dormire qui. Abbiamo un divano letto disponibile..." Mi rivolgo a Mattew.

"Sì, grazie, mi farebbe comodo. Ah se vuoi domani potresti andare all'ex quartier generale degli Intrepidi. Ora è diventato il centro di addestramento per chi vuole entrare a far parte del settore sicurezza. È un anno e mezzo che non tocchi una pistola, sarai un po' arrugginito, e credo che sia il caso che tu sia armato. Puoi allenarti là."

"Sì, grazie."

"Comunque, detto tra noi non mi preoccuperei molto di quel che è successo oggi al confine. Quegli uomini avevano sottovalutato l'organizzazione di Chicago, se provenissero dal Dipartimento si sarebbero organizzati meglio."

"Allora perché sei venuto qui subito a dircelo?"

"Beh, non avevo tanta voglia di tornare a casa, sono solo. Avevo voglia di fare due parole con qualcuno..." ammette.

"Quando vuoi." Mi sorride e si stende sul divano. Dopo alcuni minuti lo sento russare. Torno in camera e chiudo la porta. Mi dispiace per lui. Mi ricordo cosa mi raccontò al Dipartimento mentre stavo guardando Uriah all'ospedale. Anche lui aveva una ragazza, ma fu uccisa e nessuno se ne preoccupò perché era una danneggiata. Ecco perché è sempre stato così disponibile, voleva farla pagare al Dipartimento.

Mi sdraio sul letto e guardo Tris. Si è addormentata. Mi sembra di rivedere la piccola ed esile Abnegante che è saltata per prima, a cui ho lanciato i coltelli, che è salita nella ruota panoramica.

Mi addormento.

Tris si sveglia più tardi del previsto, il che è un bene dal momento che ultimamente non dorme molto. Intanto io mi lavo e preparo la colazione anche per Mattew.

"Ciao, come va?" mi chiede ancora un po' assonnato.

"Bene grazie. Vuoi del burro?" gli chiedo porgendogli il panetto che è su un piatto a fianco a me.

"Sì grazie. Oggi andrai ad allenarti?" mi chiede con la bocca ancora piena.

"Sì, in effetti sono un po' arrugginito, ne ho bisogno. Ho pensato, che se vuole, può venire anche Tris, così esce un po' e si allena."

"È un'ottima idea."

"Ciao." Saluta sbadigliando Tris.

"Hey ciao! Sei riuscita a dormire bene sta notte?" le chiede Mattew.

"Sì, dopo l'incubo sì."

"Oggi dovrei andare ad allenarmi all'ex quartier generale degli Intrepidi... ti andrebbe di venire con me?" le propongo versando il caffè nella tazza. Sembra essersi illuminata.

"Certo! Così uscirò da questo appartamento!" è entusiasta. Finiamo di mangiare e prendiamo l'auto. Christina e un altro uomo della scorta ci accompagnano.

Entriamo nella palestra dove ci sono alcuni manichini. Mi dirigo verso un tavolo con sopra delle pistole, ne afferrò una. Mi fa uno strano effetto, è un anno e mezzo che non ne uso una. Guardo i bersagli.

"Tris, quello è il bersaglio dove ti ho lanciato i coltelli, ricordi?" le dico indicando il bersaglio davanti a me.

"Già!" mi risponde.

"Che bei tempi!" esclama Christina da dietro di me.

Inizio a sparare. Il primo colpo lo sbaglio ma il secondo centro il bersaglio.

"Fortuna che dicevi di essere arrugginito!" esclama Mattew che mi sta guardando. Tris manca il bersaglio tre o quattro volte ma alla quinta lo centra. Ci alleniamo con le pistole per circa un'ora.

Tris non parla molto, mentre Christina ha chiaccherato con Mattew per tutto il tempo.

Facciamo una pausa.

"Hanno scoperto qualcosa su quegli uomini che hanno cercato di entrare a Chicago?" chiede Tris a Mattew.

"Sì, ma non c'è da preoccuparsi, non erano del Dipartimento, hanno sottovalutato molto l'organizzazione di Chicago, David non commetterebbe mai questi errori." Le risponde Mattew.

"Okay." Non capisco che cosa stia provando Tris. È strana. Ma credo che lo abbia notato anche Christina perché mi sta guardando come se non capisse cosa stia succedendo. Continuiamo ad allenarci con le armi per tutta la mattinata e poi mangiamo qualcosa per pranzo. Di pomeriggio usiamo i punge ball e guardo Tris mentre picchia con forza il sacco. È piena di odio e si sta sfogando. Non le dico niente. Alla sera torniamo all'appartamento.

FAN FICTION DIVERGENT: rapimento di Tris (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora