Capitolo 31

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Al solo contatto con la sua bocca, un riflesso incondizionato mi spinge a divaricare le gambe facendo in modo che il suo corpo aderisca perfettamente al mio.

Il bacio di intensifica e quando lui provava staccarsi da me gli mordo il labbro inferiore.

"Charlie, io .... " comincia a dire Christian, ma si interrompe buttandosi sul letto affianco a me.

"C'è qualcosa che non va?" gli domando non sapendo come interpretare questo rifiuto.

"No, è solo che.... perché non proviamo a dormire?"

"Forse hai qualche problema, come dire? Tecnico?" chiedo educatamente.

Si gira verso di me e mi guarda tenendosi su un gomito.
"Non ho nessun problema tecnico, credimi, puoi controllare tu stessa" risponde nervoso.

Probabilmente non si aspettava che io controllassi sul serio, perché apre la bocca trattenendo un gemito quando lo tocco.

"È vero non ci sono problemi qui sotto. Allora cosa c'è? Non ti piaccio più?"

Lui non risponde subito, sembra valutare con cura le parole da usare.
"Non voglio farlo sapendo che pensi a un altro" dichiara infine.

"E a chi starei pensando?" domando cominciando ad innervosirmi.

"Non prendermi in giro, per favore. Gli sei saltata addosso, vi ho visti da soli nel gazebo e ti ho sentita parlare con la tua amica" mi accusa.

"Che fai, ti sei messo a spiarmi?" adesso sono davvero furibonda.

"Non ti spio, è successo tutto in casa mia. È stato piuttosto facile da notare e poi conoscendo la tua ossessione per lui..." lascia la frase in sospeso.

"È una cosa del passato e mi pento di avertene parlato, come mi pento di aver perso la verginità con te!" mi alzo dal letto ed esco dalla camera evitando di sbattere la porta per non svegliare i nostri genitori.

Scendo le scale di corsa, ma prima di essere arrivata in fondo la mano di Christian mi afferra una spalla. Senza girarmi a guardarlo, mi libero dalla sua presa e mi dirigo nel salone.

Ancora una volta lui mi raggiunge, abbracciandomi da dietro.

"Lasciami andare Chris" mormoro fra i denti.

Al contrario lui mi stringe ancora più forte.

"Non ci riesco" risponde lui con il viso nei miei capelli.

Ma cosa vuol dire? È sempre così criptico.

"Torniamo in camera, per favore. Voglio parlarti e poi se ci beccano qui, mettiamo nei guai Luke e Scarlett" sussurra lui.

Non rispondo ma lui non si dà per vinto e mi solleva come un sacco di patate e mi riporta al piano di sopra, nella sua stanza.
Dopo avermi rimessa a terra chiude la porta a chiave, spegne il lampadario e accende un piccolo lumino sistemato sulla scrivania.

Ci sediamo entrambi sul suo letto con le gambe incrociate, l'uno di fronte all'altra, in penombra.

"Allora, cosa volevi dirmi?" lo incalzo.

"Scusa per prima, non avrei dovuto dirti quelle cose" ammette senza guardarmi in faccia.

"Chris, non puoi continuare a trattarmi così"

"Così come?"

"E me lo chiedi pure? Tutti questi alti e bassi. Non possiamo stare bene solo quando siamo soli, poi se ci sono altre persone o mi fai qualche scherzo del cazzo oppure mi ignori"

"Perché tu come ti comporti? Sei la prima ad evitarmi quando siamo in pubblico"

"Ma è diverso. Io lo faccio perché non voglio che ci scoprano." mi difendo da questa accusa ridicola.

"Balle. A volte penso che non te ne freghi niente di me, che ti ecciti solo questa segretezza" dice freddo.

"Vedi? È proprio a questo che mi riferivo. Cinque minuti fa mi hai rincorsa come se per te fosse importante chiarire e fare pace, adesso hai ripreso ad insultarmi. Non continuerò ad accettare i tuoi sbalzi d'umore, non dopo quello che è successo ieri notte"

Restiamo a guardarci senza sapere cosa dire.

Sospiro spazientita.

Lui si raggomitola portandosi le ginocchia al petto e comincia a riflettere mangiandosi le unghie.

Lo osservo in tutta la sua bellezza, quando è tutto corrucciato assume un'espressione sexy in viso. Il problema è che lui è accigliato durante il 90% della giornata e di conseguenza io non faccio altro che avere pensieri poco casti sul suo conto.

Trasalgo quando lui poggia la sua mano sulla mia,poi l'afferra saldamente e mi attira verso di lui.

Ci sdraiamo insieme e tiriamo su le coperte poi lui mi abbraccia da dietro, avvolgendomi all'altezza della vita.

Perché nella mia testa sono così forte e risoluta, ma quando sto con Christian non riesco a tenere fede ai miei propositi.
Dopo il discorso che gli ho appena fatto, non dovrei stare qui a farmi abbracciare da lui, eppure non trovo la forza di allontanarlo.

Chiudo gli occhi e mi lascio coccolare, provando a godermi questo momento di tregua che non so quanto durerà.

Dopo qualche minuto, proprio quando sto per addormentarmi, sento la sua mano insinuarsi sotto la maglia del Real Madrid, che mi ha prestato.

Quando mi decido a fermarla, ormai ha raggiunto il mio seno.

"Che stai facendo?" gli domando a bassa voce.

"Niente" risponde lui in un bisbiglio, senza però spostarsi di un millimetro.

"Questo non è niente" controbatto sempre silenziosa.

Christian non solo, non mi lascia il seno, ma infila l'altra mano nell'elastico dei pantaloncini.

"Chris..." serro le labbra perché lui ormai si è spinto più in basso, e temo di non potermi controllare.

Con gesti rapidi, dettati più dall'istinto che dalla razionalità, mi sfilo completamente la parte di sotto del completo e poi mi giro verso di lui e comincio a baciarlo.

Con gesti rapidi, dettati più dall'istinto che dalla razionalità, mi sfilo completamente la parte di sotto del completo e poi mi giro verso di lui e comincio a baciarlo

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"Che stai facendo?" mi domanda sussurrandomi sulle labbra.

Sorrido e senza staccarmi da lui rispondo: "Niente"

Sorride anche lui e quello che facciamo dopo è l'esatto opposto di niente.

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