Capitolo 30

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Se il mio cuore non si è fermato adesso, è molto probabile che non succederà mai più.

Tutto quello che è successo quest'anno, la serata al Bounty, il fidanzamento con Nikolas, Christian e ... oh Christian, l'amicizia con Costa, la distanza e il tempo hanno affievolito i miei sentimenti per Colin.

Ma ritrovarmelo davanti senza preavviso ha riacceso in me una scintilla che credevo ormai scomparsa.

Sono rimasta senza fiato, lui con il sorriso sempre impresso sulle labbra, per un attimo sono tornata indietro nel tempo, a quando non facevo altro che pensare a lui come una fan con il suo idolo.

E adesso sono qui, per terra addosso a lui. Sono mortificata temendo di avergli fatto male, ma lui , con la sua tipica galanteria, mi rassicura, quasi mi chiede scusa.

 Sono mortificata temendo di avergli fatto male, ma lui , con la sua tipica galanteria, mi rassicura, quasi mi chiede scusa

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"Ti prego, scusami. Mi dispiace tanto, ti ho fatto tanto male?" gli chiedo ancora una volta.

Lui ride di gusto "No , te l'ho detto. Tranquilla, è solo che non dovrei sforzare la gamba e soprattutto non dovrei appoggiarci il peso sopra."

Sua madre mi solleva per un braccio.

"Avanti Charlotte, tirati su" mi invita con gentilezza.

Rivolgo un ultimo sorriso a Colin prima di alzarmi, non senza rammarico, ero così comoda sul suo corpo.

Raccolgo una stampella e, quando anche lui si è rimesso in piedi, gliela passo.

Mi faccio da parte, perché tutta la famiglia Mancini ha bisogno di riabbracciarsi dopo tutto questo tempo e il grosso spavento.

Ovviamente Colin diventa l'attrazione della serata e io me ne sto un po' in disparte.

In questo momento sto sistemando in cucina, è incredibile quanto cibo sia stato consumato, ho già riempito tre sacchetti di spazzatura.
Li chiudo e li porto nella veranda sul retro.

Decido di fare due passi in giardino, nonostante l'aria fresca.

Adesso che ci penso, non ho più visto Christian da quando è arrivato Colin.
Quel ragazzo è un mistero per me, cambia umore repentinamente. Quando siamo soli mi tratta in un modo, a scuola sembra evitarmi oppure mi infastidisce, non lo capisco proprio...

Giro intorno alla piscina, la cui acqua è così ingannevole. Sembra calda e accogliente, in realtà è gelida e inospitale. Presa dalle mie riflessioni mi estraneo dal mondo che mi circonda e sussulto quando mi accorgo che c'è una persona seduta sotto il gazebo in legno.


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