Capitolo 3

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NARRATORE
Scese dalla macchina Audi grigia del padre. La temperatura era fredda, il cielo grigio: una giornata che non le augurava affatto un buon ingresso nella nuova scuola. L'istituto aveva l'aspetto di una grande villa, questo perché comprendeva anche i dormitori. Ma che roba era? Stonava con il resto di New York City, le sembrava la brutta copia del suo college a Londra. Il padre le fece cenno di aspettare e andò a parcheggiare la macchina lì vicino. Una grande scritta era posta sopra la porta d'ingresso :'G. W. High School'. Pensò che la G e la W potessero essere le iniziali di George Washington. Con il padre 'citofonarono' e aprì una signora con gli occhiali e i capelli bianchi raccolti in una crocchia raffinata. Aveva un forte accento inglese e questo riscaldò un po' il cuore di Dream:"Buongiorno. Potrei sapere chi siete? ":" Oh, certo. Io sono Grant Barrow e lei è mia figlia Dream. "l'anziana squadrò Dream, che continuava ad avere un'aria seccata. Le guardò i capelli, poi le magre gambe. Nel momento in cui un raggio di sole illuminò gli occhi di Dream, la donna li fissò e sbarrò leggermente i suoi." Io sono la vicepreside dall'istituto :Grace Fry. Mi era stato anticipato che sarebbe dovuta venire una tale signorina Barrow. È all'ultimo anno, giusto? "Dream fece sì con la testa :stava cercando di mantenere la calma. La seguirono in presidenza, in fondo al corridoio, in direzione dell'ingresso. La Fry bussò alla porta ed entrarono tutti e tre. Alla scrivania era seduto un uomo sui cinquant'anni, in giacca e cravatta nere come gli occhi. La donna presentò padre e figlia, mentre occhiate sbalordite su Dream e quel blu bizzarro dei suoi capelli. Le mani le sudavano, perché sapeva di essere osservata, le era sempre successo, non osava immaginare il suo ingresso in classe. "Bene, la vicepreside Fry l'accompagnerà in classe." :"Con permesso. "e li portò fuori in corridoio. Grant sussurrò alla figlia:" Vado un po' dentro a firmare delle cose, ci vediamo per il pranzo. Ti passerò a prendere. ":" Okay. " rispose con lo sguardo di un bimbo che viene lasciato dalla mamma all'asilo." Vieni, cara. " disse dolce la Fry. Aprì un armadietto e ne tirò fuori una divisa: gonna blu a fantasia scozzese, camicia bianca, cravatta blu, giacca blu e calze dal ginocchio anch'esse blu. A Londra facevano scegliere se portare le felpe con le maniche bianche e lo stemma del college sul petto e i pantaloni, come i ragazzi, oppure la classica divisa come quella. Lei ovviamente scelse di portare quella come i maschi; vestire come una bambolina tutti i giorni non faceva per lei, ma stavolta le avevano proposto solo quel tipo di divisa. Irritata si decise a parlare:"È l'unica scelta? Non avete altri modelli? ":" Alcuni ragazzi portano le felpe , altri giacca e cravatta, voi solo questa.":"Io non voglio portarla, la trovo ridicola ":" Io trovo più ridicoli i suoi capelli, signorina Barrow. Un bel biondo le donerebbe. ". Non dovevano parlare dei suoi capelli, lo detestava. Lei era così e allora? Era un problema così grande la diversità? Strappò dalle mani della signora la divisa:" Dov'è il bagno? ":" La invito a rivolgersi meglio. ":" Non le ho chiesto come pensa che mi debba rivolgere, le ho chiesto dov'è il bagno, grazie.":"Esca da questo corridoio, giri in quello a destra, in fondo. ". Seguì le indicazioni e lo trovò. Anche gli interni della scuola erano molto british anche se americani e questo la irritava a morte. Non le pareva possibile che quel college avesse tanto bisogno di copiare(tra l'altro, secondo lei, in modo orrendo) lo stile dei college londinesi. Ma la madre non aveva detto che in quella scuola non era obbligatoria la divisa? Sarà stata sicuramente una bugia per convincerla ad andare lì, visto che aveva sempre odiato le uniformi e quel college ra il più vicino al loro quartiere. Il bagno era il luogo più decente, a parer suo. C'era un ampio ingresso con il lavandino e il sapone per le mani rosa. Le porte con i gabinetti erano cinque, bussò in una, capì che era libera ed entrò per cambiarsi. Lasciò la cravatta larga e la camicia fuori dalla gonna. L'unica cosa che le apparteneva erano le Superga e non tolse dai lobi le perle. Era comunque molto bella e anche in una semplice divisa, era lo stesso particolare. Eppure davanti allo specchio appeso al muro, fece una smorfia di disapprovazione. Sospirò, mise i jeans e la felpa nella tracolla e aprì la porta. Davanti a sé trovò la Fry:"È pronta? ":" Direi di sì. ":" La porto in classe. "fece un passo, poi si girò a guardarla:" E quella camicia? E la cravatta? ":" Guardi, è già assai che ho messo questa cosa orrenda addosso. "la fissò fece una smorfia somigliante a un sorriso e proseguì la strada.

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