Capitolo 4

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DREAM
La porta della classe era in legno. Grace Fry bussò e una voce di donna rispose:"Avanti. ". Aprì la porta e fece cenno di seguirla in aula. Appena entrammo, tutti i trenta alunni si alzarono in piedi tranne un ragazzo all'ultimo banco, che continuava a giocherellare con la gomma. Aveva la divisa con la felpa, ma a posto dei pantaloni i jeans. Era abbastanza scuro sia di carnagione che di capelli e quando sollevò lo sguardo notai che aveva dei profondi e intensi occhi scuri, davvero bellissimi, incorniciati da folte ciglia. Portava il ciuffo sollevato in una specie di cresta, ma non altissima. Aveva anche dei piccoli orecchini neri a entrambi lobi. Nel modo in cui sedeva, seccato di stare lì, ricordava me. Lo fissai, aveva un'aria interessante e strafottente al tempo stesso. Subito mi costrinsi a concentrarmi sulla vicepresidente e la professoressa.
TRENT
"Alzati, c'è la vicepreside. "mi disse Ryan:" Ma chi se ne fotte. ". Sicuramente si stava trattando di qualche stupido avviso scolastico. Tutti tornarono a sedersi:" Santo cielo, guarda quella lì. Trent, guardala! È a dir poco indecente. "mi tirò una gomitata per farmi alzare gli occhi. Era una ragazza alta e magra, indossava una divisa come le altre, solo che la portava in un modo tutto suo. Aveva dei capelli e color azzurro a ciocche lilla e degli stupendi occhi celesti. Non mi venne neanche da dire qualcosa di dispregiativo, perché ne rimasi colpito. Portava quei capelli e quella divisa con così tanta disinvoltura che fece sentire me lo strano. La professoressa Clarke la presentò:"Questa ragazza sarà con noi fino alla fine dell'anno. Si chiama Barrow Dream e viene da Londra. ". Ryan storse il naso :"Bleah, inglese. Sarà la solita figlia di papà. Barrow Dream.... Qual è il nome e qual è il cognome?" :"Oh, cazzo taci. Voglio ascoltare. ":" Wow, prima volta che Trenton Banks vuole ascoltare una professoressa. ". La ragazza andò a sedersi nella fila accanto alla mia, all'ultimo banco, come me, vicino Maya.
" Bene, allora. Arrivederci ragazzi. "e la Fry uscì, facendo alzare di nuovo tutti in piedi tranne me e la nuova arrivata.
"Perché non ti alzi?" le chiesi. Si voltò verso di me seria. Era ancora più bella vista da vicino, però i suoi occhi strani, tristi oserei dire:"Non l'ho mai fatto e non intendo iniziare a farlo in questa scuola schifosa. "non mi aspettavo fosse così sprucida. Il suo accento britannico era molto forte e a me aveva sempre dato sui nervi, anche al mio migliore amico Ryan. Ma non mi diede fastidio, anzi, fu piacevole sentirlo con la sua voce. Se ti concentravi solo sugli occhi, poteva sembrare iniziasse a piangere da un momento all'altro, mentre il resto del viso era impassibile. Era bella, molto bella, sembrava una fata. Nessuna ragazza mi aveva mai colpito così, anche se di carine ce n'erano. Nessuna storia era stata troppo lunga o seria, dopo un po' finivo per stancarmi e le mollavo. Per quella ragazza dagli occhi tristi e i capelli colorati, non era tanto interesse sentimentale, quanto, prima di questo, un'interessante verso lei come persona. Era diversa dalle altre, un'aria misteriosa che non avevo mai riscontrato in nessuna.
DREAM
Maya aveva un forte accento canadese, era carina con due occhi color ambra e capelli biondi corti. Indossava la divisa in maniera ordinata, molto diversamente da me, portava anche dei tacchi interni a delle scarpe apparentemente sportive. Nonostante ciò, mi arrivava sotto l'altezza delle spalle. Cercava di essere gentile, anche se mi sembrava quasi di farle paura. Avevo promesso a me stessa di non affezionarmi troppo a nessuno in quei pochi mesi in America, ma proprio non riuscivo ad essere acida con lei:"Se ti servono appunti delle lezioni vecchie, chiedi pure. Dopo se vuoi ti lascio il mio numero. ":" Grazie, Maya. "
:" Dunque ti chiami Dr... Dram? ":" No. Dream. ":" È un bel nome. ":" Grazie. ". Mi scambiai il numero di cellulare con Maya, perché avrei davvero dovuto recuperare in diverse materie. Salutai Maya e mi diressi al mio armadietto. Quando lo richiusi, mi voltai e vidi sempre il solito ragazzo appoggiato agli armadietti di fianco al mio. Mi stava fissando. Era evidente che mi volesse dire qualcosa, ma presi la mia tracolla e lo superai
:"Perché sei acida? ". Mi raggiunse, tante cose mi avevano chiesto, ma mai questo, non si erano mai permessi, tutti pensavano avessi problemi esistenziali. Mi voltai(cercando di non combinare guai) :" Perché mi vuoi tartassare di domande? "
:" Sei bella. ":" Lo so. ":" Ma sei odiosa. ":" So anche questo. ". Un raggio di sole illuminò il mio volto e sperai non rivelasse il vero colore dei miei occhi:" Perché porti lentine colorate? ":" Non ho lentine. ":" Hai gli occhi celesti e a tratti lilla. Perché fai la difficile? Fai così con tutti o è una reazione che ti creano i bei ragazzi? ":" Cosa devo fare perché tu te ne vada? "
:" Sorridimi. "la cosa più stupida che un ragazzo abbia mai detto a una ragazza:" No! Ma tu sei tutto scemo. ":" Io, comunque, sono Trent, tu Dream, giusto? ". Girai sui tacchi e mi diressi verso l'uscita. Misi il mio bomberino nero e salii sulla macchina di mio papà." Com'è andata, piccola? "
:" Uno schifo. ":" Dai. ":" Sul serio, la scuola è orrenda, i ragazzi ti squadrano dalla testa ai piedi e la divisa è obbligatoria. Mamma mi sentirà. ":" Su Dream, hai già rotto la vetrina. ":" Potreste evitare di ripetermi continuamente la solita cosa?"infilai gli auricolari e feci partire la musica a palla.

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