Arrivato a casa , trovo mio padre seduto sul divano, già pronto , per l'incontro con il dottore.
È dovuto uscire prima da lavoro per accompagnarmi a togliere il gesso.
In maccina non fece domande su dove fossi andato , anzi fui accolto da uno strano, sorprendente silenzio- meglio cosi.
Arrivati in ospedale, il dottore mi visitò subito.
Togliermi il gesso fu una vera e propria liberazione , e in più la mia gamba era come nuova.
Una volta a casa mio padre si cambiò di fretta mettendosi la sua divisa ed uscì , senza nanche salutare.
Aprii la porta, ormai chiusa《 Papà 》dissi lanciandogli il suo distintivo.
《Ah! Grazie jace》rispose afferandolo con aria esausta per poi agganciarlo alla giacca grigia e correre via.
Alla stazione di polizia gli orari sono davvero pessimi, e mio padre essendo sceriffo perde molto tempo sul suo lavoro , e credo che sia ora di cercarne uno per me , dato che la nostra situazione economica non è delle migliori. La nostra vecchia e piccola casa può darne la conferma, essendo una delle più piccole nel quartire in cui abito.
All'entrata, sulla sinistra, c'è solo una piccola cucina con un piccolo divano che la rende anche un soggiorno, mentre , in cima alla grande scala di fronte all'entrata , ci sono la mia camera e la camera di mio padre, che un tempo condivideva con mia madre.
E per finire un lungo corridoio dove c'e l'unica cosa che amo , ovvero i due bagni in fondo.
Entrai in camera per prendere il necessario per fare una doccia e corsi verso il bagno.
Sotto la doccia cercai di lavare via la tesnsione, sperando che l'acqua calda la facesse scivolare via. Intanto ripensai alle parole di quella "ragazza" chiusa in cantinaIo sono l'unica che può darti ciò che cerchi jace, posso dirti perche tuo nonno è morto. Non vuoi saperlo? Non vuoi sapere chi ha ucciso tua madre?
Come faceva a conoscermi? Ma sopratutto come sapeva di mia madre? Aveva detto che non era stata lei ad uccidere mio nonno , allora chi? Tantissime domande giravano nelle mia testa, e se il prossimo fosse mio padre? O la zia karen? Oppure....Io?
Senza continuare a pensarci presi un asciugamano e la legai intorno alla vita, guardai le mie mani, piene di piccole rughe come quelle di un anziano, ero stato molto tempo sotto la doccia senza rendermene conto, così uscii dal bagno. Nel corridoio, mentre fissavo le impronte che lasciavano i miei piedi ancora bagnati sul pavimento in legno , sentii il rumore della porta di ingresso aprirsi, e dopo pochi secondi chiudersi un altra volta.
《Papà sei tu?》 Urlai affacciandomi alle scale, nella speranza di capire chi fosse.
Mi precipitai in camera mia per prendere la vecchia mazza che usavo quando giocavo a baseball.
Poi corsi al piano di sotto, mi fermai poco prima della porta che dava sulla cucina.
《Uno, due, tre》entrai pronto a colpire.
《Jace ma cosa cavolo fai? Mi hai fatto un male cane》senza volerlo avevo colpito mio padre, incominciai a ridere come uno stupido.
《 Scu..scusami papà》 gli dissi senza smettere di sghinizzare , l'avevo colpito in Testa non fortissimo , ma a quanto pare gli aveva fatto più male del previsto.
Mi guardò arrabbiato《 Ma che cosa fai con quella?? 》 disse prendendomi la mazza da mano e facendo finta di colpirmi.
Alzai le mani《Pensavo fosse entrato qualcuno , così per sicurezza l'ho presa. Almeno ora sappiamo che è un ottima arma contro i ladri 》mi trafisse con lo sguardo mentre non la finivo di ridere.
Con un tono leggermente divertito continuò la sua lamentela《 Non c'e niente da ridere jace, mi hai fatto malissimo 》 aprì il freezer e prese una bustina di ghiaccio per poi posarla sulla fronte.
《Meglio che corri via prima che ti uccida...》 per finta corse verso di me con la mazza in una mano
《 Okay okay 》 risposi ridendo mentre correvo al piano di sopra per non farmi prendere.
《Vai a dormire 》 disse lanciandomi la mazza con un mezzo sorriso .
《 Notte》 gli risposi chiudendo il discorso.
In camera presi la mia adorata felpa , che il giorno prima avevo appoggiato sulla piccola poltrona accanto al letto e la indossai come piagiama.Ma neanche quella notte riuscii e dormire tranquillo.
L'incubo questa volta era diverso, correvo , ma non per scappare da qualcuno,anzi, il contrario, correvo frenetico verso la mia preda, che scappava spaventata , ero io il mostro. Seguivo il suo odore forte e familiare, la cercai tra la foresta , ma niente da fare era scomparsa, sparita nel nulla.
Mi concentrai sui rumori intorno a me, ed ecco che il suono simile e quello di un tamburo , attirò la mia attenzione.
In un attimo capii cos' era: il suo cuore pompava sangue talmente forte da poter esplodere da un momento all'altro, seguii l'istinto e in pochi secondi la trovai.
Ed eccola lì con il cappuccio alzato , seduta con le gambe al petto e la testa posata su quest'ultima ,dietro una grande roccia. Nonostante il buio la vedevo perfettamente con i miei occhi da mostro, ed ecco che la ragazza alzó la testa .
Solo li riuscii a capire chi fosse
《Amelia!》 Dissi sorpreso, lei continuava a guardarmi impaurita come se non mi conoscesse , e senza rendermene conto l'avevo presa già per il giubbino in pelle marrone chiaro che indossava e la stavo sollevando da terra.
Come potevo farle questo ? Avrei voluto fermarmi, lasciarla libera e risparmiare la sua vita, ma con un gesto tutt'altro che dispiaciuto avvicinai la mie labbra al suo collo mordendola con forza, dando così via ad un urlo.
Fregandomene la lasciai sanguinare per terra, la cosa più spavetosa era che il sapore del suo sangue ancora sulle mie labbra rosse era delizioso, e con gusto le leccai.
La guardai lì stesa per terra senza provare compassione, feci un passo per andarmene ma qualcosa mi colpì, penetrando nella carne poco più giù del cuore, poi mio padre, spuntò dagli alberi, mantenendo la mira su di me, mentre camminava .
《Questa volta non mancherò il cuore.》camminava deciso verso di me
Intanto io indietreggiavo, fermandomi prima del cadavere della ragazza steso per terra《Papà》 sussurai confuso
《Sei un mostro Jace!》 furono le sue ultime parole prima che sparasse un altro colpo.
Mi svegliai subito , cercando di tranquillizarmi , rigirandomi nel letto, mi rigirai ancora nella speranza di trovare una posizione più comoda, ma niente da fare .
Qualcosa peró si posò delicatamente sulla mia guancia , spalancai gli occhi e l'afferai.
Era una foglia, la guardai confuso, mi misi a sedere, e li notai che ero circondato da tantissime foglie, mi guardai intorno, non ero in camera mia, ero circondato da alberi, alti e fitti: una foresta
Mi alzai di scatto confuso, ero scalzo, ma cosa ci facevo lì?
Guardavo i grandi alberi in cerca di una via d'uscita da quell'enorme labirinto.
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Mi svegliai nel mio letto, era stato solo un sogno, ancora assonnato misi i piedi per terra , e guardai l'ora sul telefono. Mancavano 10 minuti al suono della sveglia, prevista per le 7.
Mi stiracchiai stendendomi ancora una volta , ma appena mi appoggiai il letto scricchiolò. 《Non può essere》 sussurrai.
Mi alzai di scatto, e guardai il letto ricoperto di foglie marroni, mentre alcune tendevano all'arancio e al verde. Non era stato solo un sogno quella notte, mi ero svegliato per davvero nella foresta.
Preoccupato presi la busta dal cestino della mia spazzatura e ci infilai tutte le foglie all'interno, le avrei buttate uscendo di casa.
Scesi le scale per fare colazione , mio padre era già pronto per andare a lavoro, per questo mi salutò è uscì di casa.
Pensieroso mangiai la mia colazione, guardando il biscotto che ormai stavo inzuppando da più di 5 minuti nel latte. Scattai in piedi, non avendo molta fame riposi la tazza e il cucchiaio all'interno del lavello, mentre salivo le scale cercai di ricordare i minimi particolari di quella notte.
Il primo era stato soltanto uno dei miei tanti incubi, forse il peggiore. Ma il secondo...
Era buio , ero solo, come ero arrivato fino a li? Cosa mi stava succedendo?
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Io E Te Contro Il Mondo
RomanceJason è un ventiquatrenne che vieve in una piccola città chiamata Right Street insieme a suo padre. Uno dei suoi hobby è quello di uccidere vampiri, per rivendicare la madre morta per colpa di queste creature. Fino a quando la vita di Jace non vie...