TERREMOTO...

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Stefano mi riaccompagna a casa.
"Ciao piccola, stai attenta."
"A cosa?"
"Agli idioti che ci sono sulla strada. So che l'ho passerai."
"Quando devo fare le guide obbligatorie voglio che tu sia con me."
"Ci sarò di sicuro."
"Perfetto."
"Ci sentiamo dopo ok?"
"Ok."
Gli do un bacio a stampo come saluto, apro lo sportello e scendo. Stefano tira giù il finestrino.
"In bocca al lupo amore."
"Che crepi il lupo."
Apro la porta di casa e entro. Mi butto sul letto a fissare il soffitto, ho solo bisogno di riflettere... non che non stia bene con Stefano ma... non posso credere di essermi fatta sospendere per poter stare con lui! Quale persona normale lo farebbe? Di certo non una persona innamorata perché si sa, chi ama fa di tutto per l'amato. Io in questo momento sono pazza, pazza di amore, ma ricordati, essere pazzi significa essere guariti. Prendo il manuale di scuola guida e inizio a studiare. NON CI CAPISCO UNA CEPPA! È mai possibile che per uno degli esami più importanti della mia vita non riesco a concentrarmi?! Vado in cucina e prendo della cioccolata. La cioccolata mi ha sempre aiutato. Ricomincio a studiare e riesco a concentrarmi. Sia fatto santo chi ha inventato la cioccolata! Sento squillare il telefono e rispondo, il numero è conosciuto.
"Pronto?"
"Sei Alex?"
"Sì, con chi parlo?"
"Mark Deilernt, sono il redattore di una rivista di moda. Abbiamo visto le sue foto su instrangram e lei è molto carina. La vorremmo come modella. Deve venire a Roma subito e trasferirsi lì."
"Come ha avuto il mio numero?"
"Ehm... internet?"
"È uno scherzo di cattivo gusto."
Riattacco. Ci scommettevo che non era vero, ho riconosciuto subito la voce di Marina al telefono, era solamente un po' più roca e scura. Continuo a studiare senza sosta fino alle 17:45.
Mi preparo per andare all'esame. Metto due barrette di cioccolato nella borsa e esco. Arrivo alla fermata dell'autobus mentre avvio la mia playlist di canzoni. Arrivo a scuola guida e mi siedo nell'ultimo  banco.
"Bene ragazzi adesso vi consegno il foglio. Avete 2 ore per completarlo. Se copiate venite subito bocciati. Pronti?"
"Si prof."
Ci consegna il foglio e cominciamo. Le prime domandi sono molto molto facili per poi complicarsi. Continuiamo a fare il compito finché non iniziano a tremare i banchi, la lampada comincia a ondeggiare e la mia penna sul bordo del banco cade. Mi rifugio sotto il banco senza guardare nessuno. La scossa comincia a farsi sempre più forte. Inizio a piangere e in preda al panico chiamo Stefano.
"Pronto?"
"S-Stefano s-sei in m-macchina?"
"Sì. Alex che succede perché piangi?"
"C'è i-il t-terremoto. H-ho p-paura."
"Oh porca boia. Tranquilla allora non andare nel panico. Appena la scossa finisce esci, io ti sto venendo a prendere."
"O-ok m-ma f-fai p-presto."
"Tranquilla non preoccuparti ci sono io. Rimaniamo al telefono e andrà tutto bene. Gli altri che stanno facendo?"
"S-sono sotto i-il banco. La s-scossa è finita."
"Ok ora esci piano piano. A che piano sei?"
"Secondo. P-prendo le scale?"
"Ok ma, devi stare molto attenta. Sono qui di sotto."
"Ok a-arrivo."
Inizio a scendere piano piano le scale senza prestare attenzione all'insegnante che mi urla di tornare sotto il banco. Si vede che quella vuole morire! Se torno indietro potrebbero cadere queste maledette scale e io ci rimarrei secca! Arrivo al piano terra e corro, corro come non ho mai corso in vita mia. Riesco di ammazzarmi perché ho i tacchi ma fa lo stesso. Vedo Stefano fuori dalla porta e gli finisco addosso facendolo vacillare.
"H-ho avuto t-tanta p-paura." Ho la voce rotta dai singhiozzi.
"Amore ci sono io qui. Ora sei fuori al sicuro tra le mie braccia e non ti capiterà niente. Te lo prometto." Annuisco e mi stringo forte a lui.
"Ti amo."
"Anche io ti amo. Andiamo a casa?" Annuisco debolmente. Non ho più neanche un minimo di energia. La paura ha consumato tutto in me. Come se mi fossi svuotata in 2 secondi: emozioni,stati d'animo, tutto sparito. Il mio corpo sembrava persino privo di sangue e acqua.
"Alex che ti prende? Lo so che sei in stato di shock ma dei riprenderti. È finito."
"Voglio andare a Amatrice, nelle Marche."
"Ok il terremoto ti ha proprio scossa (capita? Faceva un po' pena ma fa lo stesso). Se questo terremoto ti ha spaventato così tanto non puoi immaginare la."
"Voglio dare una mano. Se questo era così non immagino la. Ti prego. Andiamo a donare dei soldi ci stiamo per 2-3 giorni."
"Come fai ogni volta a convincermi?"
"Perché mi ami. Si sa quando si ama si è pazzi."
"Essere pazzi significa..."
"Esser guariti lo so lo so."
"Com fai a saperlo?"
" Mi sono un po' informata su di te."
"Stolker. La mia stolker."
Mi bacia dolcemente sulle labbra e continuiamo a camminare fino alla macchina.
"Quindi principessa quando si parte?"
"Domani."
"Come domani?!"
"Se non è domani, è dopodomani. Stiamo 2 giorni non penso che devi portarti dietro tutto quello che hai in casa no?"
"Di solito sono i fidanzati che dicono queste cose alle donne no?"
"Di solito. Quindi partiamo domani o dopodomani?"
"Non ho ancora capito cosa vuoi andare a fare lì. I soldi li puoi donare anche da qua."
"Devo sbrigare delle faccende."
Ok, ok, vi spiego: io e mio fratello stiamo portando avanti una campagna per chi vuole creare delle case antisismiche e molto molto resistenti lì ad Amatrice. Il progetto comincerà domani dato che abbiamo raccolto abbastanza volontari tra cui muratori e architetti. Io devo solamente controllare per 2 giorni come procede in attesa dell'arrivo di mio fratello.
"Quali faccende? Alex sii chiara con me."
"Ok, allora io e mio fratello abbiamo...(non lo riscrivo così non vi annoiate😊)"
"Perché non me l'hai detto subito?"
"Pensavo che potesse sembrarti stupido."
"Pensi che io trovo aiutare le persone una cosa stupida?"
Non rispondo.
"Amore mio, certo che ti porto. Partiamo domani mattina presto. Vieni a dormire a casa mia?"
"Sì certo."
"Ok allora vai a casa prepari la tue cose, ti vengo a prendere verso le 7:30."
"Va Bene."
La macchina si ferma davanti a casa mia e do un bacio a stampo a Stefano. Scendo dalla macchina ed entro in casa. Prendo la valigia e inizio ad infilarci vestiti, scarpe e l'indispensabile. Si fanno le 7:30 e sento suonare il campanello.
"Chi è?"
"Sono Gabry ."
"Arrivo."
Corro alla porta e apro. Ora vi spiego: Io e Gabriele siamo amici fin da piccoli; voi lo conoscerete come "Gabry Ponte" il famosissimo dj (scusate non potevo fare a meno di avere un amico famoso😂) che ha fatto "Ma che ne sanno i 2000." Gli salto in braccio e lo stringo forte a me. Non ci vediamo da un mese.
"Perché non mi hai avvisato che venivi?" Metto i piedi per terra e sciolgo l'abbraccio.
"Volevo farti una sorpresa."
"Chi ti ha detto dove abito?"
"Un uccellino di nome Stefano. Ho ancora il suo numero e glielo chiesto."
"Non ci posso credere che sei qui."
"Credici invece. Rimango qui due settimane poi torno a Roma."
"Sono davvero davvero davvero contenta che sei qui. Mi sei mancato."
Lo riabbraccio per con più contegno, nel momento in cui sciogliamo l'abbraccio arriva Stefano.
"Ciao Gabri, ciao amore. Allora pronta?"
"Ah si be ecco... non partiamo domani. Gabriele sta qui due settimane e dato che dopo deve tornare a Roma partiamo quando se ne va."
"Oh no andate pure. Quanto dovete stare via e soprattutto dove?"
"Io e mio fratello abbiamo fatto un progetto dove costruiamo case antisismiche nel Marche per resistere al terremoto. Stiamo via 2-3 giorni."
"Andate è una buona causa. Io sono qui ad aspettarti."
"Alex andiamo si è fatto tardi."
"Dove dormirai?"
"In quella casa."
Indica l'appartamento davanti al mio. Ci salutiamo e io e Stefano saliamo in macchina. Non parla da quando siamo partiti.
"Stefano qualcosa non va?"
"Da quanto vi conoscete tu e Gabriele?"
"Da quando io ho 3 anni. Andavo ogni estate a Roma a giocare e stavamo insieme. Oltretutto i nostri genitori si conoscono bene. Perché?"
"Così per chiedere. Non posso?"
"Non sarai mica geloso."
"Puf... si certo io geloso. Ma per piacere non sono geloso."
"Ok fa come vuoi."
"Sei arrabbiata?"
"No."
"Ok."
Mi sembrava strano. Non si era mai comportato così con me. Forse è teso per il viaggio o forse è semplicemente geloso. Opto per la gelosia. Scendiamo dalla macchina e andiamo al quinto piano.
"Non c'è Salvatore?"
"No, è fuori con Giuseppe e Sascha."
"Tu perché non sei andato?"
"Dovevo stare con te."
"Non dovevi stare con me. Lo sai benissimo che potevo stare anche a casa mia stasera."
"Ho sbagliato volevo dire che voglio stare con te."
Mi si avvicina e mi prende le mani. Mi bacia. Niente più farfalle niente di niente. Solo amore, amore vero per Stefano. Ora al posto delle farfalle mi viene il giramento di testa. Mangiamo e poi andiamo a dormire.

È STATA COLPA TUA||STEFANO LEPRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora