[Clarke]
La mattina seguente venni 'convocata' nell'ufficio della madre Superiora, che doveva rispiegarmi per l'ennesima volta che lei comandava e io dovevo obbedire, la lasciai parlare, ascoltavo, la mia faccia passò diversi stati d'animo tutti molto espressivi dallo scherno, alla disapprovazione, per concludere poi con la delusione.
Io ero seduta difronte alla scrivania dell'ufficio e sentivo Lexa che era in piedi dietro di me, la sua vicinanza mi rendeva nervosa.
Nia, la madre Superiora, dopo un lungo preambolo si avvicinò a me e con un tono imperativo mi intimò di consegnarle il rosario.
"Tu rispetterai le regole di questa scuola o ne affronterai le conseguenze ... Essere stata espulsa delle due precedenti scuole non è stato abbastanza per te? ..." aspettava una mia reazione che però non arrivò.
"Non mi lasci scelta. Indosserai questa e ne aggiungerò una per ogni giorno in cui continuerai ed indossare quel rosario", mi fece vedere un orribile rosario cattolico, enorme a dir poco e pesantissimo, poi continuò con i suoi vaneggiamenti.
"Credo che ti aiuterà a capire quanto può essere pesante negare un piacere a Dio", a quella frase ero veramente incazzata come poteva trattarmi in quella maniera.
"NON la indosserò!!!", sbottai.
"Tua madre mi ha appena informato che se non ti adeguerai ti manderà in una scuola militare. Quindi ti consiglio di collaborare!" mi informò.
Mia madre avrebbe fatto questo ed altro ne ero più che convinta, sospirai e presi quella cosa dalle mani della madre Superiora e la indossai, uscendo da quello ufficio rassegnata e con la coda tra le gambe.
[Lexa]
Rimasi dietro Clarke per tutto il tempo, non potevo intervenire, non potevo difenderla, il mio cuore cominciò ad accelerare e non capivo neanche il perché. La mia giovane studente era rassegnata e quando si alzò dalla sedia ed andò verso la porta si girò a guardarmi un attimo e mi si strinse il cuore.
Dentro di me c'era un groviglio di sentimenti che non sapevo spiegare, dovevo fare qualcosa chiarirmi le idee ma non sapevo come. Riflettei ancora un attimo e decisi di parlare con Nia.
"Penso che dovresti trasferirla in un altro dormitorio", era l'unica cosa che mi venne in mente, la faccia della madre Superiora si dipinse di stupore.
"E perché di grazia?".
"Non riesco a controllarla", risposi di getto. Nia sospirò e con il suo solito tono gelido, mi portò alla mente vecchi ricordi, che pensavo fossero ormai seppelliti nella mia mente.
"Non dovrebbe poi essere un compito tanto difficile, Lexa. Io sono stata in grado di controllarti benissimo!" esclamò con un tono vittorioso. Questa sua arroganza mi fece sprofondare. Uscendo dall'ufficio, ripensai agli anni trascorsi in questo istituto come studente, e un lacrima rigò il mio volto, ci stavo ricadendo.
///
Ero tornata in classe, avevo lezione, avevo notato che Clarke non indossava il rosario cattolico, ma soprattutto si vedeva che il suo sguardo era privo di espressione, perso nel vuoto. Mentre ero di spalle per assegnare il compito alla lavagna, mi accorsi che venne distratta da Octavia.
"Il vostro compito per stasera è di prendere una delle poesie che sto segnando alla lavagna e scrivere un'analisi di due pagine".
[Clarke]
Non mi interessava affatto la lezione, non mi interessava stare a sentire Lexa, non aveva alzato un dito in quel ufficio, non aveva detto neanche una parola, sapevo benissimo da che parte stava, quindi non avevo per niente voglia di starla ad ascoltare e così mentre lei scriveva il compito che dovevamo fare per il giorno dopo, io mi limitai a scarabocchiare qualcosa sul quaderno. Venni distratta da un bigliettino volante che mi lanciò Octavia, ed io curiosa lo lessi subito.
"Hai una fidanzata?" c'era scritto. In sottofondo sentivo Lexa spiegare il compito da fare, ma non mi importava, così decisi di rispondere alla domanda e scrissi sullo stesso biglietto.
"Le donne fanno schifo!!" sottolineandolo due volte. Cercai di passarlo alla mora senza farmi beccare ma non ci riuscì. Infatti prima che Octavia lo leggesse Lexa si diresse al suo banco e le intimò di darglielo.
La mora sulla difensiva le fece la cantilena.
"Non l'avrei neanche letto...". E l'insegnate mentre tornava dietro la cattedra, lo appallottolò e lo cestinò senza neanche guardarlo. Proprio in quell'istante suonò la campanella e pensai di essere salva ma mi sbagliai... Stavo per alzarmi dal banco quando senti Lexa richiamarmi.
"Clarke, ho bisogno di parlarti". Le mie compagne uscirono dall'aula e rimasi sola con lei.
Fece il giro della cattedra e si appoggiò davanti ad essa.
"Perché non indossi il rosario?" mi chiese, io non feci altro che sospirare e distogliere lo sguardo dal suo.
"Non metterti in cattiva luce con la madre Superiora, fidati di me!" esclamò. Proprio non riusciva a capire, sospirai nuovamente.
"Dio...", esclamai in un sussurro.
Mi alzai dal banco mi misi quello stupido rosario avvicinandomi a Lexa, ero proprio difronte a lei molto vicina. Mi allungai e presi la croce che aveva al collo tra le dita, il suo sguardo divenne subito sorpreso e guardingo, non comprendeva dove volessi arrivare.
"Se la madre Superiora ti dicesse di togliere questa croce... tu lo faresti?", le domandai retoricamente, la guardai un altro istante e senza aspettare la risposta mi voltai e me ne andai dall'aula.
[Lexa]
Ero già rientrata nella mia camera, chiusi la porta e mi ci appoggiai sopra sospirando. Stavo ancora rimuginando a qualche istante fa, quando Clarke mi aveva sfiorato per prendere il crocifisso ed al suo tocco avevo sentito una scossa, e il mio cuore aveva accelerato come non faceva da tempo, ripensavo alla sua domanda, 'cosa avrei fatto io?' pensai.
Cercai conforto e risposte in un buon bagno caldo ma non ci fu nulla da fare, mi preparai per andare a letto, ma qualcosa mi trattenne, andai verso il mio armadio e dal ripiano superiore presi giù la scatola dei ricordi, è così che la chiamavo, mi accucciai davanti all'armadio e l'aprì.
Tirai fuori l'album di fotografie che ormai conoscevo a memoria, sfogliando pagina dopo pagina gli occhi mi si riempirono di lacrime, era un po' di tempo che non guardavo le foto di quest'album, di me e Costia, faceva ancora così male rivangare nei ricordi, ripensai a quei momento, quelle esperienze a quello che avevo perso, poi cercando nuovamente dentro la scatola trovai un libro, 'Forse con questo posso aiutarla' pensai tra me e me.
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Loving Clarke
FanfictionClarke Griffin, figlia adolescente di una nota senatrice, dopo essere stata espulsa da ben due scuole per la sua condotta ribelle viene mandata in un collegio cattolico. Qui, Clarke viene assegnata al dormitorio diretto dalla professoressa Lexa Wood...