[Clarke]
Visto la mia testardaggine al mio collo avevo già quattro rosari cattolici che in tutta franchezza cominciavano ad essere pesanti, era seduta in biblioteca stavo scrivendo una canzone sul mio quaderno, o almeno è quello che provavo a fare, però senza troppa fortuna. Con la coda dell'occhio vidi Lexa venire verso di me con in mano un libro. Si accomodò proprio nella sedia affianco alla mia, e dopo un attimo di titubanza ruppe il silenzio.
"Ho qualcosa per te", mi porse il libro che aveva tra le mani.
"Grazie", risposi timidamente, un po' sorpresa.
"Magari potresti tenerla in tasca. Oppure nasconderla nella tua borsa dove nessuno può vederla", si stava riferendo al rosario buddhista, stava cercando di aiutarmi.
"Ci penserò", replicai quasi presa in contropiede dal suo gesto. Il suo sguardo divenne più dolce e con estrema delicatezza cercò di capire le mie ragioni.
"Perché ti ostini così tanto, cosa significa per te quel rosario?".
Ero combattuta se dirle o meno la verità, dopo averci pensato qualche secondo decisi di essere diretta per vedere come avrebbe reagito, ero titubante all'inizio ma poi confessai.
"Me...le ha regalate la prima persona di cui mi sono innamorata", affermai. Lexa aveva un sguardo comprensivo come se ora fosse tutto più chiaro o almeno così le sembrava.
"Sei ancora innamorata di lui?".
"LEI si è trasferita in Europa l'anno scorso con la sua famiglia", le risposi rimarcando il lei per farle capire meglio. Lexa non si scompose per niente, si limitò ad accarezzarmi il braccio.
"Cerca di pensare a quello che ti ho detto", disse alzandosi.
Mentre l'insegnate se ne andava dalla biblioteca alzai gli occhi e vidi Octavia che ci stava osservando. Non le diedi peso. Apri il libro che mi aveva appena dato Lexa e lessi mentalmente la dedica che c'era sulla copertina.
-"Il vero viaggio della scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. Marcel Proust"-
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Avevo pensato molto al discorso di Lexa, e mi ero messa subito a leggere il suo libro, anzi lo stavo letteralmente divorando, decisi di togliermi il rosario buddhista e seguire il suo consiglio, subito dopo la mia decisione finalmente fui libera anche da quei fastidiosissimi rosari cattolici che restituì più che volentieri. Mi sentivo molto più libera e leggera, avevo trovato una nuova visione di me stessa, e tutto grazie a Lexa.
La vidi attraversare il giardino del campus per andare all'amministrazione, e le corsi dietro, dovevo assolutamente ringraziarla. La raggiunsi e quasi urlai per fermarla.
"EHI!", lei si voltò e mi salutò con un timido sorriso sulle labbra. "Ciao Clarke". Dopo un attimo di imbarazzo che mi colorò le guance decisi di parlare.
"Volevo solo ringraziarti ancora... Per il libro!", lei mi sorrise ancora, adoravo quando sorrideva era talmente bella.
"Prego. Grazie a te per aver tolto il rosario buddhista", in quel momento fui distratta da Harper.
"Vieni, Clarke! Portiamo fuori Prissy", mi urlò la mia compagna con tutto il suo entusiasmo.
"Arrivo tra un minuto". Il tempo di girarmi e risponderle, che Lexa era già scappata via. Rimasi un po' delusa volevo ancora parlare con lei, conoscerla meglio, farla sorridere. I miei pensieri furono interrotti e portati alla realtà da Harper che mi stava quasi trascinando con se, così con un timido sorriso sulle labbra e un po' di delusione l'accompagnai.
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Loving Clarke
FanfictionClarke Griffin, figlia adolescente di una nota senatrice, dopo essere stata espulsa da ben due scuole per la sua condotta ribelle viene mandata in un collegio cattolico. Qui, Clarke viene assegnata al dormitorio diretto dalla professoressa Lexa Wood...