[Lexa]
Il giorno dopo ero distrutta, la notte insonne si stava facendo sentire. In classe avevo assegnato alle ragazze un'analisi di una poesia di Rilke e stavo cercando di non pensare a niente, e soprattutto a nessuno.
Bussarono alla porta e vi entrò sorella Indra, con in mano un grosso mazzo di rose, quando arrivò alla cattedra diede voce alla sua solita empatia.
"Questi non sono da parte mia!", esclamò.
Io mi limitai a ringraziarla di tanta cortesia, e lei se ne andò.
Sul mazzo di fuori c'era un biglietto, lo lessi subito presa da una morsa notevole di curiosità.
"Lexa Woods aula 106", c'era scritto sull'esterno del biglietto.
Estrassi il suo contenuto e quello che lessi mi lasciò letteralmente senza parole.
"Il vero viaggio della scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi OCCHI".
Alzai d'istinto lo sguardo e incrociai quello di Clarke che mi stava fissando. Il biglietto non era firmato ma sapevo benissimo che era stata lei a mandarmi questi fiori. Distolsi lo sguardo, cosa mi stava facendo quella ragazza, provavo una sensazione che era tanto tempo che non provavo più, e la cosa mi preoccupava notevolmente.
Fortunatamente la lezione finì e cominciai a respirare, non mi accorsi che per quasi tutto il tempo ero rimasta in apnea.
[Clarke]
Ero seduta sul mio letto, ero già in pigiama, un pantalone comodo e una canottiera bianca, avevo la schiena appoggiata alla testiera e sulle mie gambe avevo il mio prezioso quaderno, stavo scrivendo dei versi, così sconnessamente senza neanche pensarci troppo, venivano fuori così di getto. Le mie compagne stavano già dormendo.
Sentì dei passi nel corridoio, e di sfuggita la vidi, Lexa che stava rientrando.
Misi via il quaderno, ed usci dalla stanza, mi diressi senza pensarci a quella della mia insegnante. La porta era socchiusa, così presi coraggio e senza neanche bussare entrai.
Lei era seduta sul divano e si voltò verso di me, era sorpresa di vedermi lì.
"Non puoi stare qui!", esclamò.
"Beh, ho bisogno di qualcuno con cui parlare", replicai di getto e senza darle tempo di reagire continuai il discorso.
"Ho dovuto ascoltare Octavia e Raven discutere per tutta la notte su cosa è appropriato fare al primo appuntamento .... Dai! Non vuoi sapere cos'è appropriato fare al primo appuntamento?", quasi la incitai nel volermi ascoltare, intanto mi ero seduta accanto a lei, molto, molto vicino.
"Va bene. Cos'è appropriato?", alla fine cedette, e con una mano cominciò a giocare nervosamente con la sua catenina. Io la stavo osservando intensamente mentre parlavo, e il mio cuore cominciò a battere forte.
"Beh, da quello che dicono loro, tutto dipende da quanto è sexy il ragazzo. O... nel caso di Octavia, la ragazza".
"Octavia è gay?", mi chiese quasi sorpresa.
"Non ho detto che è gay, ma... mi ha baciata!", sganciai la bomba, volevo vedere come avrebbe reagito.
Lexa d'istinto si girò e mi fissò negli occhi era nervosa questo era più che evidente, ma in quel suo bellissimo sguardo vi lessi della gelosia, o forse volevo che fosse gelosa di me.
"Ti ha baciata, wow!", riuscì a dirmi distogliendo lo sguardo e stringendo sempre di più il suo crocifisso.
"E hai... tu hai... Insomma avete...", lei prosegui con un filo di voce, molto imbarazzata, volendo saperne di più.

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Loving Clarke
FanfictionClarke Griffin, figlia adolescente di una nota senatrice, dopo essere stata espulsa da ben due scuole per la sua condotta ribelle viene mandata in un collegio cattolico. Qui, Clarke viene assegnata al dormitorio diretto dalla professoressa Lexa Wood...