[Lexa]
Pensavo e pensavo e continuavo a pensare, la mia testa stava quasi per esplodere, non potendone proprio più decisi di andare verso la cappella a parlare o meglio a sfogarmi con Padre Titus, la mia ultima speranza. Lui, in tutti questi anni, era stata come una figura paterna nei miei confronti, visto la completa assenza di rapporti con i miei, e probabilmente era la persona che mi conosceva meglio di tutti.
"Amo insegnare. E amo la sensazione di avere uno scopo qui con le ragazze...", cominciai a parlare liberamente.
"Ma tutto il resto nella mia vita è solo...", mi bloccai.
"Che cosa?", mi chiese vista la mia difficoltà a proseguire.
"Non lo so. Credo che a questo punto avrei dovuto capirlo da un pezzo."
"Beh, forse la cosa migliore da fare è non cercare affatto di capire", asserì perplesso e poi prese il suo taccuino e vi scrisse qualcosa.
"Cosa fai?", gli chiesi incuriosita.
"Prendo un appunto per un sermone....", ribatté sorridendomi gentilmente.
"Tu sei sempre stata la mia favorita Lexa, lo sai?".
"Lo hai detto a tutte noi", replicai scuotendo la testa.
"Non è vero. No, sei tu... forse perché tu ti sei sempre tenuta alla larga dagli altri. In particolare quella volta in cui tu e Costia siete scappate con tutto quel vino della canonica", e rise.
"Sapevi che eravamo state noi?", gli domandai sorpresa.
"Il mio problema è che so tutto". Mi rispose mettendo la sua enorme mano sulle mie stringendole teneramente.
[Clarke]
Avevo deciso di prendere un po' d'aria fuori era una bella giornata, così quasi di corsa mi misi dei jeans tirandoli su con dei risvolti ed una canottiera bianca, poi presi una coperta, la mia chitarra e il mio quaderno e naturalmente non potevo dimenticare le mie sigarette; mi diressi fuori nel giardino dell'istituto trovai un spiazzo che faceva al caso mio e stesi la coperta.
Appoggiai con cura la mia chitarra, mi levai le infradito e mi accesi una sigaretta, mi sdraiai sulla coperta, stavo ammirando il cielo, i riflessi del sole tra gli alberi che si chiudevano sopra di me, stavo pensando come al solito a tutto e a niente. Infatti non mi accorsi dell'arrivo di Lexa alle mie spalle.
"Ciao", mi salutò.
"Ehi", contraccambiai il saluto. Si abbasso e raccolse il pacchetto di sigarette che avevo lasciato sulla coperta.
"Oh, dai, non portarmele via...", la supplicai letteralmente.
"Dove le continui a trovare?", mi chiese quasi arresa, sedendosi di fianco a me.
"Sorella Indra...? Vale la pena provare!", esclamai incitandola.
"Di solito non fumo", si giustificò.
"Nemmeno io".
"Clarke, quando ti ho conosciuta stavi fumando".
"Quello è stato il giorno in cui ho iniziato", cercai di salvarmi con una scusa patetica.
Si accese la sigaretta anche lei ma non fece in tempo a fare due tiri che la spense subito, vedendo due ragazze in lontananza, 'Deve dare il buon esempio non può di certo lasciarsi andare... qui' pensai. La guardai incuriosita e mi venne un'idea volevo godere di più della sua compagnia ma non dentro le mura del collegio, volevo conoscere Lexa come donna non come insegnante, decisi di rischiare.
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Loving Clarke
FanfictionClarke Griffin, figlia adolescente di una nota senatrice, dopo essere stata espulsa da ben due scuole per la sua condotta ribelle viene mandata in un collegio cattolico. Qui, Clarke viene assegnata al dormitorio diretto dalla professoressa Lexa Wood...