Capitolo 10

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Mi sveglio di malavoglia.
Perché devo andare a scuola se io ho già completato gli studi?! Ma certo, tutto a causa di questa missione!

Ok, ora sono pronta per allenarmi, visto che ho accumulato la rabbia, con la quale potrei distruggere un palazzo intero, e non lo dico in senso metaforico, potrei veramente spaccarne uno.
Con molta calma, mi alzo e sento un piccolo spostamento provenire da fuori la finestra. Senza nemmeno aprire gli occhi prendo il coltello da sotto il cuscino e lo tiro contro la finestra frantumandola. Sinceramente non me ne potrebbe fregar di meno del vetro, mi interessa di più il vampiro che era appollaiato sull'albero intento a spiarmi. Dal tonfo che sento provenire dal giardino, deduco che ho colpito il mio bersaglio.
Credo che oggi, invece di allenarmi, mi divertirò a torturare qualcuno e quel qualcuno è il vampiretto rachitico che ha avuto il fegato di spiarmi.

Mi vesto alla bell'e meglio e con i miei poteri mi teletrasporto davanti al mostriciattolo. Quando mi vede, sbarra gli occhi e inizia a chiedere aiuto a persone che ovviamente non vengono a soccorrerlo, così io per farlo stare zitto gli tiro un calcio in testa facendolo svenire.

Io, molto tranquillamente, me lo corico in spalla trasportandolo nelle segrete.
Dopo neanche 5 minuti lui si sveglia cercando di fuggire, ma io sono stata previdente visto che l'ho legato con delle catene imbevute di verbena. Meno male che mi ricordo la posizione degli strumenti. Questa cecità temporanea mi sta dando sui nervi, spero che i miei occhi si rigenerino in fretta. 

Almeno adesso puoi vedere le forme, accontentati per ora.

<Che cosa vuoi da me?>.
Io con il mio sorriso sadico, che in queste situazioni ormai è di casa, gli dico:<Voglio solo divertirmi a torturati, dato che sono abbastanza arrabbiata, ma prima ti chiedo qual é il tuo nome, tanto per sapere chi sto per uccidere>.
<Jackson> dice tremante e rassegnato. <Prenditi cura peró la mia piccola> dice con le lacrime agli occhi.

Ha un figlia.

Non me ne frega, loro hanno ucciso persone innocenti.

Come se noi non lo facessimo

<Ti auguro una buona morte> dico con tono freddo.

Uccidilo.

Lui inizia a chiedermi pietà. Inizia anche a  pregarmi. Giá ora? Così non c'è divertimento.

Avrà capito che non vuole veramente morire e che vuole tornare dalla sua famiglia. Die, quella voce non era Dyla, ritorna in te.

Sono tornata quella di prima, sono stanca di obbedire agli ordini di Abraham. Per una volta fammi divertire.

Mentre lui continua ad urlare, io mi dirigo verso il tavolo delle torture. Quando ci sono davanti prendo tutto l'occorrente per la tortura.
Preso il necessario ritorno dal mio "amato" Jackson.

Tiro fuori le pinze e inizio a tagliarli, una ad una, le dita delle mani e dei piedi, facendo fuoriuscire fiotti di sangue nero come la sua anima peccatrice. Vorrei poterlo veder scorrere con i miei occhi ma in questo momento mi è impossibile.

Finito il mio lavoretto, prendo le forbici e lo castro facendolo urlare fino allo svenimento. Le sue urla sono la melodia più bella che abbia mai sentito in vita mia.
Sempre con le forbici gli taglio la lingua, facendo riempire la sua bocca di sangue e poi mi diverto a cavargli gli occhi. Quando ho finito della sua testa non rimane che un semplice teschio con la pelle ancora attaccata.
A questo punto con il coltello da macellaio, gli apro la cassa toracica e con tutto il sadismo che ho in corpo, gli strappo il cuore, dando fine alla sua dolce sofferenza.
Per liberarmi del corpo metto dentro il suo intestino una bomba e mentre esco dalla cella, con il detonatore, faccio esplodere quello che è rimasto del vampiro.

La lupa dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora