capitolo 9

676 40 1
                                    

<Che cosa vuole da te quello lì? Tu non c'entri niente in tutto questo!> dice Archer preoccupato.
È da circa due ore che continua a camminare avanti e indietro, ormai ha consumato il pavimento.
<Te lo ripeto: non ne ho la minima idea> dico scandendo bene le parole.
<Quel coso che hai al collo non si può neanche togliere! A cosa serve? Sembri un cane con quelle catene!>.
Ora ha iniziato a mangiarsi le unghie dallo stress.

Sembra lui quello che ha un collare. Ma un tranquillante bello potente così da stenderlo?

Sono tentata dal farlo.

<Modera le parole Lupo, l'unica persona che può essere chiamata Cane sei tu, carissimo> dico lanciandogli un'occhiataccia.
<Oggi inoltre devo incontrare quella dannata cacciatrice. Se ripenso a quel calcio posso sentire ancora il dolore> continua imperterrito senza prestarmi la minima attenzione.

È vero! Oggi dobbiamo incontrarlo per parlare delle informazioni che abbiamo ricavato.

Non siamo riuscite a ricavare niente, ma forse ho delle ipotesi che potrebbero essere potenzialmente interessanti.

Allora dobbiamo trovare il modo di svignarcela e andarci a preparare: l'incontro è tra un'ora.

<Allora è meglio che tu vada, io tanto non mi muovo di qui> dico con un sorriso tirato.
<Sì, forse hai ragione. Ma se venissi anche tu? Così potremo mostrarle la tua catena>.

Oh cazzo.

Non bisogna essere volgari Layla.
A volte la volgarità è la scelta migliore.

<No, no! Mh, io sono parecchio stanca, stanotte non ho dormito molto bene, è meglio che tu vada da solo>.
<Sei sicura? Lei forse sa cosa ti è successo e cosa è quella catena> dice tranquillo.
<Sì, sono sicura. Ora potresti andartene che vorrei dormire?> dico poco gentilmente.
<Ok, allora ci vediamo dopo>.

Bene, visto che quel troglodita mi ha obbligata a dormire a casa sua, devo tornare a casa senza che nessuno mi veda.

Questi qui non si accorgerebbero neanche di una bomba atomica, te lo dico io.

Non hai tutti i torti.

Mi calo giù dalla finestra aggrappandomi alle piccole sporgenze presenti sul muro.
Quando vedo che la terra non è poi così lontana faccio un balzo e atterro piegando leggermente le ginocchia.

Stai perdendo colpi? Di Solito ti butti direttamente e atterrando perfettamente.

Sono solo stanca.

Inizio a correre e dopo una decina di minuti sono arrivata a casa. Bene, adesso devo mettermi il profumo e la divisa.
Secondo te mi devo portare qualche arma Dyla?

Mi sembra ovvio. Non bisogna mai uscire senza armi.

Va bene, allora dovrò andare a prenderle giù in palestra.
Quando entro, però, vedo Aura con un arco in mano che tira frecce contro i manichini.

<Sei brava! Non me lo sarei mai aspettato da una come te> dico applaudendo leggermente ma mantenendo il mio tono freddo.
<È ironico o lo pensi davvero?> dice fermandosi e girando il busto verso di me.
<Lo penso davvero. Bisogna avere una buona mira e mano ferma per utilizzare l'arco alla perfezione e sembra proprio che tu ce le abbia>.
<Ah, grazie> dice diventando un po' rossa e riprendendo a tirare frecce.
Io mi dirigo verso il muro con le armi e prendo due Silver, un tipo di pistola inventato all'Agenzia, che può essere utilizzata sia contro vampiri che licantropi, poi tiro giù anche due coltelli a manico pesante e 5 bottigliette di acqua Santa.

La lupa dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora