Biological Attack, cap.7

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Si sveglia ancora tra le braccia sicure e forti di Gibbs, lo guarda fissare la vetrata davanti a se.
Osserva Tony su quel letto, lo vede smorto, pallido, assente.

'È troppo tardi...' pensa Ziva in continuazione senza riuscire a darsi pace.

Le lacrime tornano a scendere veloci dal suo viso, pentita di non aver ascoltato Tony a Tel Aviv...

     "Non dovresti fare questo da sola, torna a Washington con me..."
     "La prima cosa sulla nuova lista era 'rinuncerò al distintivo'..."
     "Non sto parlando dell'NCIS... ascolta, si può cambiare, per quello che mi riguarda.
     Solo... torna a casa. Voglio solo che tu torni a casa... con me."
     "Non penso che questo sia un ver..."
     "Hei, ascolta... lo so che è difficile e so che vuoi cambiare. Io posso cambiare con te.
      Sto lottando per te, Ziva."
     "Lo so."

Improvvisamente viene risvegliata dai suoi pensieri con una carezza sul viso.

"Ziva... tutto bene?"
"No... non va tutto bene. Mi sembra di vivere in un incubo. Non ce la faccio più ad andare avanti in questo modo... io ho bisogno di lui!"
"Lo so. Vuoi andare da lui?"
"Io... non lo so..."
"Ziva, lui sta meglio! L'antidoto ha fatto il suo effetto, è ancora un pò debole e stanco ma la tua presenza lo aiuterà di certo. Vai da lui, ora. Io devo sentire come vanno le ricerche del killer.
Fà attenzione a non stancarlo troppo, McGee e gli altri vengono con me... se hai bisogno chiamami immediatamente, ok?"
"Si... grazie, Gibbs."
"Io non ho fatto niente. Fallo stare bene, ora. Ha bisogno di te!"

Annuisce sorridendo appena, Gibbs si alza dalla sedia e si avvicina a lei, dandole un bacio sulla fronte.

"Gibbs... ma tu non eri contrario ai rapporti tra colleghi?"
"Si, ma tu al momento non sei una sua collega, in più... se il vostro legame vi renderà felici sono disposto a chiudere un occhio. Siete molto importanti per me, non voglio perdervi per una regola... in fondo le regole sono fatte per essere infrante!!"

Sorride alle sue parole, i suoi occhi brillano di speranza e felicità.
Gibbs la lascia sola mentre lei entra nella stanza di Tony.

Lo guarda intensamente, impietrita dal suo stato pessimo.

"Sembri uno straccio, non ti si può vedere in queste condizioni..." cerca di farlo reagire, senza successo.

Si siede sulla sponda del letto prendendogli la mano e stringendola forte, lo guarda come ipnotizzata dal suo viso immobile, spento.

"Avrei dovuto darti ascolto... sarei dovuta venire a Washington con te, avrei potuto ricominciare una nuova vita con te, invece sono stata egoista, ho pensato solo a me quando avrei dovuto pensare a NOI.
Mi dispiace di averti fatto del male... sono sempre stata brava a far soffrire le persone. Chiunque mi abbia conosciuto è morto o ha rischiato di morire, anche la lontananza uccide... io l'ho capito mentre salivi le scale di quel maledetto aereo a Tel Aviv... avrei voluto chiederti di restare, ma so che l'avresti fatto, buttando all'aria la tua carriera...
Mi hai dimostrato che insieme possiamo fare qualunque cosa, senza di te mi sarei persa nei peggiori dei miei incubi quando mio padre morì... ti devo tutto.
Sicuramente sei arrabbiato e capisco se non volessi più avere a che fare con me. Ogni volta che hai provato ad avvicinarti a me io ti ho respinta e so di aver fatto il più grosso errore della mia vita, ma... io ti amo... non ho mai smesso di amarti."

 
"Non sono arrabbiato... sono contento che tu sia qui."
Le risponde inaspettatamente con voce flebile e stanca, tenendo gli occhi chiusi.

Ziva sembra colta di sorpresa dalle sue parole. Gli stringe la mano con più forza, avvicinandosi a lui.

"Hei, allora sei sveglio!"
"Si... Ziva... io non ti odio, non sono arrabbiato con te... hai fatto una scelta."
"Hai ragione, ma... ho sbagliato. Su di noi. Avrei dovuto fare di più per te per cominciare a parlare di noi... tu ci sei sempre stato per me... io invece..."
"Zee... tu sei qui, ora... mi basta solo questo."

Apre piano gli occhi, mostrandole quella luce che per tanto tempo era rimasta sepolta nel suo cuore di ghiaccio, quegli occhi di smeraldo che riflettono perfettamente la sua immagine. Le mostra il suo sorriso, il più bello di sempre, il più sentito, il più felice.

Con quel solo, piccolo gesto la scioglie dalla tensione, il peggio è passato, nessun dolore, nessun rimpianto. 

Solo loro, insieme.

Sorride a sua volta, felice di quel gesto.

"Adesso sono qui per te, sono qui per restare, per un nuovo noi fatto solo del nostro amore."
"Ti amo, Ziva."
"Ti amo anch'io... grazie."
"Di cosa...?"
"Di essere sempre quello che sei, di non cambiare mai."

Si avvicinano ancora, sentono i reciproci respiri sulla pelle, gli occhi si chiudono per assaporare quel meraviglioso momento.

Le labbra si schiudono per unirsi in un bacio, un bacio pieno d'amore.
Un bacio fatto di nove anni di sofferenza l'uno lontano dall'altro.
Un bacio goduto, aspettato, implorato, sognato.

Si staccano, appoggiando le loro fronti l'una all'altra, si guardano sorridendo come se fosse la prima volta.

"Torna a casa con me..."

Con la mano le sposta una ciocca di capelli dal viso, facendola sorridere.

"Non aspetto altro da anni."




Fine.

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