14. 《Avevo le mie ragioni.》

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《Bill?》
La voce mi trema, ho paura.
I suoi occhi sono pieni di odio.
Tiene i pugni insanguinati stretti lungo i fianchi, e la fine mascella piena di tagli e sangue contratta.
Fa un passo verso me e Mavis, e rimane zitto.
Ha i vestiti stracciati ed una smorfia di dolore dipinta in volto.
《Cosa è successo?》riesco a dire con un filo di voce.
Non ho mai visto Bill in questo stato, e mai mi sarei aspettata di vederlo.
L'odio gli si legge in faccia.
《Chiedilo a quel figlio di puttana di Sharman, sono sicuro che lui una risposta te la darebbe... Bambolina.》
Rabbrividisco quando sento l'ultima parola, e mi salgono le lacrime solo a sentire il suo tono amareggiato.
Mavis è immobile, terrorizzata. Guarda Bill come se fosse il suo peggior incubo, ma sono quasi sicura che da oggi lo sarà davvero.
Il mio amico fa un altro passo verso di noi.
Non so il perché, ma mi sento la mascella bloccata. È come se il corpo non rispondesse ai miei comandi.
Nella mia mente gli sto facendo un sacco di domande, ma nella realtà non ho il coraggio di dirgli proprio nulla.
《Guarda che cazzo...》
《Dov'è Andrew?》lo interrompo con mio grande stupore.
《Non è importante.》abbassa lo sguardo.
《Dimmi-dov'è-Andrew.》ordino.
Bill si sfrega le mani e, come fa tutte le volte che è agitato, sbatte velocemente le palpebre.
《Alla confraternita.》

《Perché?!》sbotto una volta arrivata nella stanza di Andrew.
È seduto sul letto, con il PC in mano, e non mi degna di uno sguardo quando entro in camera.
Non sembra affatto sorpreso, che magari se l'aspettava?
《Allora?》lo incito.
Si toglie gli occhiali riposa vista e li ripone nella custodia, poi spegne il computer e lo appoggia sul fondo del letto.
Il tutto con la massima tranquillità, come se in realtà non avesse appena fatto a botte con un ragazzo.
Si volta verso di me e mi fa segno di sedermi accanto a lui.
《No, Andrew.》
Sono determinata, voglio assolutamente sapere cosa diavolo gli è passato per la testa quando ha deciso di picchiare Bill.
《Dimmi il perché.》
《Avevo le mie ragioni.》risponde tranquillamente.
Sono sbigottita.
Non ci posso davvero credere.
Uno dei miei più grandi amici è nella mia stanza grondante di sangue, e lui, che è la causa del suo dolore, se ne sta qui tranquillo come se non fosse successo nulla.
Ma dove diavolo siamo?!
《Scusa?》
Voglio assolutamente che mi dica le ragioni delle sue azioni.
《Te l'ho detto, Polly: avevo le mie ragioni per farlo.》
《Che sarebbero?》
Sbuffa e si alza in piedi, come se fosse lui ad avere il diritto di arrabbiarsi.
《Che sarebbero gli affari miei, ora, se non ti dispiace, vorrei che tu te ne andassi. Devo finire un compito.》dice con affare arrogante. È insopportabile. Ma chi diavolo ai crede di essere per sbattermi fuori?
Ehm... Forse il padrone di casa?
Okay è il padrone di casa, e quindi? Non ha comunque il diritto di trattarmi così.
《Non mi parlare in questo modo.》ringhio.
Non ho idea da dove mi sia uscito tutto questo coraggio, ma mi piace.
I suoi grandi occhi blu mi osservano sorpresi, mentre nella mia mente mi ripeto di non crollare, di tenere alta la testa e l'orgoglio.
《In quale modo scusa?》chiede arrogante.
《In questo! In modo arrogante e con fare superiore!》grido fuori di me.
Ho un groppo in gola, ma lo mando giù e fingo di essere più determinata che mai.
《Stronzate.》incrocia le braccia e sbuffa, poi continua.《La sai una cosa, Polly? Tu avresti dovuto conoscermi almeno un anno fa... Cristo santo saresti stata per bene a bada. Non avresti fiatato. Invece io me ne sto qui, a cercare di fare l'amico con te, perché so bene quello che hai passato con Freddy e non voglio che le persone ti feriscano... Ma fanculo a me, che mi sono lasciato fregare.》
Le sue parole mi feriscono.
Le lacrime minacciano di uscire e, anche se è l'ultima cosa che avrei voluto, inizio a piangere a dirotto davanti a questo stronzo maledetto.
《Me ne vado.》dico tra i singhiozzi.
Ma come mi sono cacciata in questa situazione?
Fino a pochi mesi fa la mia vita era assolutamente perfetta. Nessuno entrava nella mia stanza grondante di sangue, nessuno mi parlava in modo arrogante, e nemmeno sapevo che una delle mie migliori amiche in realtà fosse una psicopatica idiota.
Era tutto meraviglioso. Prendevo ottimi voti, avevo ottime (o quasi) amiche, non avevo ragazzi tra i piedi, e soprattutto Andrew quasi nemmeno sapeva della mia esistenza.
Ora invece è tutto così incasinato e confuso. Ci sono cose che non tornano nei miei calcoli, ma, ora come ora, sinceramente non mi importa più nulla di sapere dove diavolo era andato quella volta che mi aveva lasciato sola alla caffetteria, o il perché ha deciso di iniziare a frequentarmi, o il perché abbia cambiato le risposte dei test di comunicazione. Non mi importa più di nulla, voglio solo andare nella mia stanza e scordarmi ogni attimo che ho passato con questo stronzo.
Faccio per girarmi e uscire dalla stanza, quando sento una forte mano che mi afferra il polso e mi fa voltare.
In men che non si dica mi ritrovo a pochissimi centimetri da quello che è il viso di Andrew.
Le sue labbra rosee sono umide, e mi guarda con quegli occhi così grandi e azzurri, che quasi mi scordo dove sono.
Le lacrime scorrono ancora sul mio viso; sembrano determinate ad infradiciarmi i vestiti.
Tiene una mano sul mio polso e l'altra sul mio fianco, che massaggia dolcemente con il pollice.
Il momento sembra magico. Mi sono completamente scordata il motivo per cui ce l'avevo tanto con lui.
Sento le farfalle nello stomaco fare la guerra, e il groppo in gola. I muscoli stanno iniziando a sciogliersi, mentre i singhiozzi diminuiscono sempre di più.
Si avvicina lentamente fino quasi a sfiorarmi le labbra.
Finchè un continuo ronzio fastidioso interrompe questo stupendo momento.
《Cazzo.》sussurra mollandomi il polso.
Capisco che è il mio cellulare che squilla, e, nella mia mente, impreco più e più volte anche io.
《Pronto?》rispondo senza nemmeno guardare chi sia.
《Polly, per fortuna hai risposto! Bill non riesce a muovere il polso, dobbiamo portarlo in ospedale.》farfuglia Mavis agitata, ed ora mi viene in mente il perché ce l'avevo (e ce l'ho tutt'ora) con Andrew.
《Arrivo.》e chiudo la chiamata.
《Devo andare.》avverto Andrew.
《Dove?》
Gli lancio un'occhiataccia e dico:《A portare Bill all'ospedale, è probabile che si sia rotto il polso.》

BONJOUR!!!

Ciao belle!
Scusate per l'attesa, spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' cortino :'D

Grazie ancora per i meravigliosi commenti!!:)

Salut!!! <3

WITH YOU? - COMPLETA  -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora