Il lunedì mattina mi risveglio con la sensazione di avere un grosso macigno sulla testa. La sento pesantissima, mentre cerco di trascinarla sul cuscino.
Accanto a me sento un lamento assonnato. Tento di divincolarmi da qualcosa che mi blocca.
Aspettate. Cosa?
Oh Dio, non di nuovo...
Proprio come temevo, appena apro gli occhi, mi rendo conto che Andrew il Masso è ancorato accanto a me.
Tiene la bocca schiusa mentre grugnisce e si lamenta per averlo svegliato.
Scatto seduta e lo osservo per qualche istante, non sapendo bene che cosa fare.
I capelli sono tutti scompigliati. Adorabile.
Aspettate di nuovo. Cosa?
Mio Dio, sto diventando una psicopatica.
In genere scatterei fuori dal letto, e gli urlerei contro che è stato un'idiota ad obbligarmi a dormire qui. Perché è andata così... Giusto? Sì, sì; sarà andata sicuramente così.
Dicevo... In genere gli urlerei addosso e lo insulterei in tutte le lingue del mondo, ma adesso, così spettinato e carino, non posso fare a meno di essere totalmente terrorizzata per due motivi: la mia reazione bizzarra ai suoi spettinati capelli, e aver dormito con lui.
So di averci già dormito, ma questa volta è diverso. L'altra volta sentivo sentimenti differenti da questi. Ora invece sento come se fosse scoppiata una bomba nel mio corpo, a partire dalla testa, fino ad arrivare alle punte dei piedi.
E poi l'altra volta avevamo stretto un patto, che poi lui non ha mantenuto. Invece adesso non so perché, ma ho il presentimento di non aver accordato nulla con lui.
Affondo la punta dell'indice nel suo braccio muscoloso, aspettando una sua reazione.
Nulla.
Faccio per aprir bocca, ma Andrew me la tappa con una mano e dice:《Ti spiegherò dopo il motivo del perché sei nel mio letto. Ora dormi, tanto hai lezione alle nove e sono solo le sei.》
Inizialmente sono un po' indecisa sul dafarsi, a causa del mio essere poco esperta e molto goffa in questo genere di cose. Ma sono le sei e sono davvero stanca, perciò anche se fossi nel letto con Adam Lorrie, un ragazzo bruttissimo del mio corso di letteratura, mi sdraierei e continuerei a dormire. Forse.Dopo aver ascoltato attentamente la spiegazione di Andrew sul perché le mie chiappe siano nel suo letto, lo guardo ad occhi aperti, mentre lui soffoca una risata.
《Che figure.》piagnucolo mettendomi le mani davanti al viso.
《No dai,》ridacchia.《infondo eri ubriaca.》
Già Andrew, infondo ero solo ubriaca. La domenica sera. Alla una di notte. Sapendo bene che il lunedì successivo avrei avuto lezione.
Sono stata un'irresponsabile. Non berrò mai più, lo giuro, penso, ma poi la mia mente va altrove, quando si stiracchia e lancio delle occhiate al suo petto, e ai suoi addominali.
So che non dovrei farlo, e che probabilmente lui se n'è accorto. Però cavolo, quale ragazza normale non starebbe qui a fissare Andrew Sharman in questo stato?
Mi dà le spalle e si siede sul bordo del letto, respirando profondamente, con le mani infilate tra i capelli.
Accidenti.
La schiena è larga, e i muscoli che si contraggono sono ben in vista.
Credo di averlo fissato più del dovuto. Fantasticando su cose troppo pervertite per spiegarle.
Ma che cavolo, non lo sa che anche io sono un'adolescente in preda agli ormoni? Poteva almeno coprirsi!
In realtà non eri molto in preda agli ormoni prima di conoscere Andrew. Mi ricorda quello schifo di voce.
Okay, è vero; prima di conoscere Andrew non ero poi così pervertita. Ma come ho già detto, delle piccole fantasie riguardanti baci le avevo già quando frequentavo Chase. Perciò non è una cosa poi così nuova per me. Se non conto il fatto che sento cose diverse. E che su Chase non avevo certe fantasie. E che quelle immagini scorrevano nella mia mente per un massimo di pochi minuti. Mentre con Andrew... Be' sapete già.
Quando si alza distolgo immediatamente lo sguardo, anche se è ovvio il fatto che lui sapesse che lo stavo fissando.
Per fortuna non dice niente, altrimenti non so in che situazione mi troverei in questo momento.
Esce dalla stanza, e mi lascia sola nel suo letto.
Sono estremamente imbarazzata.
Non so che cosa fare, dato che non ho dietro vestiti, quindi non posso cambiarmi.
L'unica cosa che potrei fare è rifargli il letto, per ringraziarlo di avermi ospitata. Anche se so di essermi piazzata qui senza aver detto nulla.
Ad ogni modo decido che rifargli il letto è il minimo che possa fare per lui. Anche perché deve aver avuto coraggio per essere riuscito a sopportare il mio alito mattutino.
Quando arrivo dalla sua parte, noto che ha lasciato il cellulare incustodito. La tentazione di guardarlo è forte. Soprattutto perché potrebbe esserci scritto da qualche parte il motivo della sua rissa con Bill.
Appena mi avvicino per afferrarlo, la porta si apre ed Andrew entra in stanza praticamente nudo; con indosso solo i boxer.
《Che fai?》mi domanda dopo qualche secondo.
Distolgo subito lo sguardo dalle sue gambe, e inizio a balbettare cose incomprensibili:《Ehm... Io... Stavo... Ehm...》
《Mi stavo rifacendo il letto?》
Oh Santo Dio grazie.
Per fortuna non si è accorto che il mio intento, dopo avergli rifatto il letto ovviamente, era quello di spiare il suo cellulare per capire il motivo della rissa.
Grazie, grazie, grazie.
《Sì! Insomma... Mi hai ospitata qui e credevo che ti facesse piacere.》dico timidamente.
Ridacchia.
Una risata roca, ma bellissima.
《Ehm... Va bene, grazie.》dice infilandosi una maglietta bianca aderente.
《Andiamo al tuo dormitorio? Così ti cambi e poi andiamo a lezione.》dice.
Si infila anche i jeans.
Basta, devo smetterla di fissarlo in questo modo. Sembro una maniaca sessuale.
《Okay, ma ti avverto che ci metterò una vita.》affermo.
《Allora vorrà dire che ti aspetterò per tutta la vita.》ridacchia.
Il cuore inizia a battermi a mille dentro il petto. Sento le guance andare a fuoco. Le gambe mi tremano.
È uno scherzo, lo so bene. Ma queste parole hanno avuto uno strano effetto su di me.
Che magari sotto sotto le pensasse davvero?
《Polly.》
Scuoto la testa per tornare alla realtà, ed esco dalla stanza con la pelle che formicola.La Scott è seduta come suo solito a mo' di balena spiaggiata, mentre corregge i test di settimana scorsa.
Sulla cattedra, il suo caffè fumante attende di essere sorseggiato. E francamente lo berrei molto volentieri.
La doccia di questa mattina un pochino mi ha svegliata, lo ammetto, ma non è, e non sarà mai, in grado di accendere il mio sistema nervoso quanto il caffè.
Harley oggi non c'è.
È un peccato perché così avremmo finito di fare il compito.
Davanti a me Samuel Jordan sorride compiaciuto alla sua bella Alison. Sono patetici. O meglio, lei lo è.
Ad Alison non frega niente di Samuel, lo frequenta solo perché è popolare. Ma lui su vede che è innamorato.
Fossi Alison mi sentirei una schifezza.
Ad ogni modo la loro relazione non è una cosa che dovrebbe interessarmi, perciò distolgo lo sguardo dai due piccioncini e torno a scarabocchiare sul mio quaderno, in attesa che la campanella suoni.
Devo andare a pranzare con Mavis, e la cosa non mi dispiace affatto. Almeno le racconterò ciò che è successo ieri sera, dato che questa mattina dormiva. Ha deciso di non andare a lezione a quanto pare. Effettivamente ha bevuto molto più di me, ed era la sua prima sbronza, quindi è capibile.
Non è capibile il fatto che entrambe abbiamo deciso di andare in auto, sapendo bene che il grado di alcool che avevamo in corpo era a pari con quello di un alcolista. Ma di quello ci penserò più tardi.
Finalmente suona la campanella, ed io posso, con grande gioia, andare a godermi il mio fantastico panino, alla quale sto pensando da più di mezz'ora.
Raccolgo in fretta le mie cose ed esco dall'aula, dirigendomi in fretta e furia verso la mia stanza.
Spero che Mavis sia sveglia.
Sono molto contenta di aver risolto con Mavis, lei è quella che si può definire una vera amica, e di questo ne sono molto felice.
Effettivamente non ho mai avuto grandi amiche. Credevo, ovviamente, di avere delle amiche più speciali di altre, ma alla fine ognuna di loro era uguale: menefreghista. Solo Mavis è riuscita ad attirarmi a sé. È una delle prime ragazze che ho conosciuto qui al college, e ad essere sincera solo poche volte ci ho litigato, e mai per cose serie. Diciamo che questa è stata l'unica volta che abbiamo litigato pesantemente, da quando ci conosciamo.
Non so come andrà a finire la nostra amicizia. Se quando saremo vecchie potremmo raccontare ai nostri nipoti delle nostre avventure, o se semplicemente potremmo ridere ricordandoci delle nostre figure e delle nostre risate. Magari fra qualche anno ognuna di noi andrà per la sua strada e dopo qualche mese non ci ricorderemo più nemmeno l'esistenza dell'altra. Non so assolutamente nulla di quello che potrà accadere. Ma quello che so è che ora siamo nel presente e sono felice, anzi entusiasta, di avere la mia migliore amica al mio fianco.BONJOUR!!!
Okay allora... Sono esattamente le 4:24 del mattino e sto seriamente collassando... Ma ce l'ho fatta! Anche se non è il migliore dei capitoli (data l'ora) ma l'ho completato.
Dov'è Obama con le medaglie?
Okay la smetto. -.-"
Vabbuèèè... Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì, fatemelo sapere nei commenti, mi raccomando.
Ora vado... Dato che tra neanche due ore devo svegliarmi per andare a scuola 😪😪
Grazie ancora per i meravigliosi commenti!
Salut!!!
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WITH YOU? - COMPLETA -IN REVISIONE
Fiksi PenggemarPolly Evans è una comune ragazza di vent'anni, con ambizioni ed un sogno: diventare giornalista. I suoi unici obiettivi sono sopravvivere alle continue frecciatine della sua nemesi Ally, procurarsi un buono stage in un'agenzia giornalistica e termin...