》Capitolo 13

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Yosuke guardò il piccolo e grasso uomo, trovando la sua faccia ripugnate. Aveva passato davvero molto tempo con la faccia del suo rapitore davanti agli occhi, aveva potuto assaporare ogni sua espressione ora dopo ora, giorno dopo giorno, e la sua voglia di vomitare aumentava sempre di più, come sembrava fare il bubbone sul volto di Suguru, come aveva scoperto chiamarsi. 
Della ragazzina, non sapeva ancora molto, neanche come si chiamava, ma di certo aveva capito che non era mentalmente stabile, dato che ogni tanto entrava nella stanza solo per il piacere di picchiare il complice. Va bene che non era tutta quella bellezza ed educazione, ma non meritava tutto ciò... D'accordo lo aveva tramortito e trasportato in quella sottospecie di sudicia cantina, per stiparlo nella sua gabbia: un'enorme bolla dello stesso colore dei capelli del figlio. 
La barba aveva iniziato ad allungarsi, i vestiti a sgualcirsi, e la voglia di sangue aveva iniziato a farsi sentire. Inoltre i suoi perfetti e lucidi capelli neri, aveva iniziato ad arricciarsi, prendendo la loro vera forma.  Sua figlia Mikasa aveva il suo stesso problema con i suoi capelli rosso fuoco. Erano molto simili nell'aspetto loro due: i grandi occhi verdi, i capelli mossi, il viso, il naso all'insù, gli zigomi alti... Ma di carattere erano come due poli opposti: l'uomo era calmo, imbranato e molto riflessivo; a Mikasa piaceva l'azione, era molto istintiva e molte volte iperattiva. Gli mancavano così tanto i suoi piccoli gemelli, anche Nezu, povero idiota...
I suoi pensieri vennero interrotti dello sbattere della porta. La piccola figura di una ragazza iniziò ad avvicinarsi alla bolla rosa. Indossava quella che sembrava una divisa scolastica: portava una giacca nera, che copriva la camicia bianca sovrastata da un fiocco rosa, e una gonna dello stesso colore della giacca. 
《 Come sei carina Nozomi! 》 Esclamò Suguru, con occhi lucidi. 《 IO? IO NONO SONO CARINA! IO TI SPACCO LA FACCIA! 》 E così la piccola e innocente, di nome Nozomi, iniziò a massacrare il pover'uomo. 
Nozomi, pulendosi le mani sulla gonna, una volta finito, guardò lo Shinto, con uno sguardo folle. 《 Povero, impotente, piccolo Shinto. Come ci si sente ad essere sottomessi ad una ragazzina? 》Yosuke, guardandola scettico, alzò le spalle. "Dopotutto era meglio restare lì, che trovarsi Miwa pronta a massacrarti di botte."

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