Speciale di Natale di Omote

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Ciao a tutti voi nostri cari lettori! Come state? Per rendere le vostre feste speciali io e Ure abbiamo pensato di mettere online due storie brevi riguardanti alcuni personaggi della nostra storia. Eccovi il mio, per quello di Ure dovrete aspettare il tardo pomeriggio. Spero che vi piaccia.

Il destino di Alexander


Alexander era terribilmente stanco, la testa gli pulsava da morire a causa di Reiji, che coi suoi tentativi di avvelenarlo/ucciderlo gli aveva fatto usare in maniera eccessiva i suoi poteri, e di Takashi, che lo aveva tartassato e seguito per tutto il giorno per ottenere qualcosa da mangiare. E per questo era seduto in uno dei tavoli all’aperto  di quella tavola calda, stava aspettando che il cagnaccio scegliesse qualcosa dal menù così da potersene andare da lì il più in fretta possibile, il locale era simile ad una bettola medievale e i tizi che lo frequentavano sembravano dei buzzurri senza cervello.              Quando finalmente Takashi uscì, mise davanti al demone un vassoio con due ciotole di ramen di miso e un cartoccio di takoyaki “Che significa?” chiese il demone con aria confusa ed arrabbiata “Non è ovvio? Mangiamo qui”  esclamò il lupo “Sbaglio o ti avevo chiesto di prendere qualcosa a portar via?”  “ Si, ma questo posto mi piace e voglio rimanere ancora un po'!”  Che tu sia maledetto cagnaccio rognoso! Pensò Alexander. Quel posto gli ricordava l’inferno, la sua infanzia e le angherie che aveva subito, decise però di ignorare la cosa e l’impulso di uccidere il licantropo; d’improvviso sentì un miagolio, guardò in basso e vide una gattina dal pelo rosso e gli occhi verdi, il demone rimase incantato, non aveva mai visto una creatura tanto bella quanto quella micetta “Che c’è piccolina? Hai fame per caso?”  Takashi  guardò il demone con sguardo confuso, credeva che fosse impazzito tutt’un tratto “Con chi stai parlando Al?” gli chiese il lupo, Alexander decise di ignorarlo per non fare un dispiacere a Mikasa massacrandolo, prese invece un takoyaki, lo spezzetto e ne diede un po' alla gattina “Tiene piccola, mangia pure!” “Sicuro di sentirti bene Al?” il sentire di nuovo quel nomignolo gli fece venire voglia di penderlo a pugni, ma il musino di quella creaturina gliela fece passare “Ma come sei carina, ne vuoi ancora?” prese un altro pezzetto e lo lanciò, sorrise soddisfatto nel vederla mangiare, poi con delicatezza la prese e se la mise in braccio per coccolarla un po' , ma Takashi appena la vide le abbaiò contro ferocemente. La gattina spaventata per divincolarsi graffiò la faccia di Alexander e fuggì via “Che cavolo hai fatto testa di rapa!” esclamò il demone correndo dietro alla micetta.                                                                                  La cercò in lungo e in largo, finché non la vide scappare in un vicolo “Su micetta, non scappare vieni qui!” la gatta si trasformò in una ragazza dai capelli blu e gli occhi verde acqua “Lasciami in pace!” Esclamò lei “Sono il tipo della tavola calda ricordi?” “Certo che mi ricordo, sei quello che stava col cane pulcioso. Se mi fidassi di te mi porteresti da quel tipo spaventoso” la giovane appariva decisamente spaventata “Non ti preoccupare di quel tipo, ero con lui solo per tenerlo d’occhio, non siamo amici” “Giuri?” “Giuro!” Alexander le tese la mano e lei la prese “Come ti chiami?” “Shizuka” “Dove vivi?” “In gito, non ho un posto dove stare.” “Se vuoi puoi venire con me, ti troverò un bel posto dove stare” “Sei gentile, potrei anche accettare, ma…” d’improvviso si sentì un rumore molto forte e la ragazza si buttò contro il petto di Alexander, poi si allontanò imbarazzata “Scusa!” esclamò “Non fa niente” “Dimmi la verità…cosa sei tu?” “Perché mi chiedi questo?” “Perché non sei sorpreso che una gatta si sia trasformata in un essere umano” “Vero! Io dono un demone” “Caspita, è la prima volta che ne vedo uno. E dimmi gli altri sono tutti gentili come te?” “Beh, magari. Ora però sei tu a dovermi dire cosa sei?” “Non è ovvio? Sono un gatto mannaro!” “No, c’è qualcosa di più, percepisco un’aurea molto potente in te. Cosa sei?” quando Shizuka stava per rivelare la sua natura un urlo glielo impedì “ALEXANDEEER! DOVE SEI FINITO?” Maledetto cane! Pensò digrignando i denti, lei gli si avvicinò e gli baciò la guancia che gli aveva ferito “Beh, allora ci vediamo Alexander!” disse per poi sparire nel nulla, lasciando il demone con il sorriso sulle labbra.

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