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"Quelle sono da dimenticare" affermo subito ricoprendo le due moto con il telo. Non voglio che il mio passato torni ad ossessionarmi più del solito, altrimenti questa volta non ce la farei a superare il tutto. Mi metto a frugare in alcune scatole sistemate li vicino finché non trovo il cavo che tanto cercava Cameron. "Uh perfetto grazie" mi ringrazia Cameron afferrando il cavo. "Hai un sacco di bella roba qui" aggiunge riferendosi a tutti i pezzi di meccanica e probabilmente anche alle moto. Per lasciare cadere il discorso accenno un lieve sorriso per poi tornare alla mia macchina. Cameron fortunatamente ha intuito la mia antipatia verso il discorso e si avvicina a me. "Posso aiutarti?" mi domanda passandosi una mano sul collo, quasi imbarazzato. Visto che il lavoro è ancora tanto e che la macchina mi serve tra pochi giorni decido di lasciarmi aiutare. "Okay volendo c'è un cavolo di bullone del serbatoio che non riesco ad allentare.." e subito Cameron si mette all'opera. Stranamente riusciamo ad andare d'accordo per il resto del pomeriggio. Devo ammettere che ora la sua presenza non mi infastidisce più di tanto, anzi è anche utile per certi lavori. "Sai, non avevo mai conosciuto una ragazza così appassionata di motori.." afferma Cameron mentre guarda compiaciuto il lavoro che abbiamo fatto alla mia macchina. Mi pulisco le mani, ormai nere per colpa del grasso e dei vari oli, e osservo anch'io il lavoro finito. "Tutto merito di mio padre" affermo e un sorriso amaro si dipinge sul mio volto. "Tu invece?" "Anch'io ho iniziato sempre per passione di mio padre. E alla fine ce la siamo trasmessa" mi risponde Cameron e nella sua voce riconosco una nota amara, proprio come il io sorriso. "Ed eccoci qui tutti e due a cercare di riparare ai danni che commettiamo" affermo per smorzare la tensione, probabilmente la vita è stata crudele anche con lui. "Si ma diciamo che ce la siamo cavata!" "Abbiamo fatto un bel lavoro" affermo battendogli il cinque.

"Carino quel ragazzo" afferma mia nonna appena Cameron esce dalla porta. "No nonna, non iniziare" sbuffo seguendola in cucina e aiutandola ad apparecchiare il tavolo per la cena. "Ma non l'ho mai visto da queste parti.." continua mia nonna con l'interrogatorio. "No infatti si è trasferito qui da poco" rispondo andando poi a chiamare mio nonno, visto che la minestra è ormai pronta. Una volta seduta a tavola per mia sfortuna mia nonna continua nel suo intento. "Benny, sai che oggi un bel giovanotto è venuto a trovare la nostra Arial?" "Non è venuto per me, gli servivano delle cose" sottolineo per evitare che si facciano troppi film mentali. "Che genere di cose?" Domanda mio nonno con voce dura, tipica del suo carattere protettivo nei miei confronti. "Uh.. per la moto" sussurro ma i miei nonni riescono comunque a sentire la mia risposta. "Moto?" Domanda mio nonno con un luccichino negli occhi. Riconosco le emozioni che si fanno largo nei suoi occhi: inizialmente stupore e poi felicità e apprensione. Mio nonno vuole rivedermi su una moto. A differenza di molti genitori che vedono le moto come un pericolo, penso che i miei nonni la vedano come una forma di vita. Loro erano sempre presenti ad ogni nostra gara, in prima fila con sempre un sacco di cartelloni e parole di incoraggiamento. Ed è anche grazie a loro se possiedo ancora le due moto che si trovano nel fienile. Prima o poi riuscirò a guardarle ricordando tutti i bei momenti con un sorriso speciale in volto e non con gli occhi pieni di lacrime, come accade ora. "Non mi rimetterò in sella.. gli servivano solo alcuni pezzi perché è caduto e gli si è rotta la frizione" "L'hai già visto correre?" Insiste mio nonno, ormai troppo preso nel discorso. "Circa -visto che sono fuggita via dal circuito prima di vederlo ma posso immaginare- ma non dev'essere molto bravo" affermo. "Ah parla l'esperta!" Mi prende in giro Benny contagiandomi con la sua risata. La cucina si riempie del suono delle nostre risate che rimbombano nel resto della casa. Sono sempre stata molto affezionata ai miei nonni ma mai come negli ultimi mesi, durante i quali abbiamo stretto un forte legame, che mi ha aiutato molto nel periodo più brutto di tutta la mia storia. Sono loro che mi hanno aperto le porte della loro accogliente casa quando tutto il mondo mi stava crollando addosso. Non riuscirò mai a ringraziarli per quello che hanno fatto per me. E' come se mi avessero dato una seconda possibilità di vivere, senza di loro non so che fine avrei potuto fare. "E insomma il ragazzo era carino?" continua mio nonno, Benny, che per risposta riceve solo un mio sbuffo. "Oh suvvia io posso confermare" afferma mia nonna facendomi l'occhiolino. "Ma la smettete voi due?" domando retoricamente ai miei nonni che mi guardano con aria di chi la sa lunga. "Va bene okay ha dei bei occhi ma è così antipatico!" dichiaro alzandomi da tavola e sparecchiando il mio piatto. "Ricorda tesoro che all'inizio anche io e tuo nonno ci odiavamo e ora guarda dove siamo finiti" afferma mia nonna. "Siamo solo finiti solo lo stesso tetto, ci odiamo ancora!" continua Benny ritrovandosi in poco tempo colpito in piena faccia da uno strofinaccio lanciato da Irma. Scoppiamo nuovamente a ridere riempiendo di gioia questa grande casa.

Il giorno successivo, come mi aveva confermato Cameron, ho dovuto portare a scuola solo Nash e questo mi è bastato a rallegrarmi la giornata. Più tardi vedo quell'altro meglio sto, anche se devo ammettere che ieri pomeriggio non si è comportato poi così male. Grazie a lui ieri ho finito in anticipo il lavoro di manutenzione alla macchina e per la prima volta ci siamo parlati normalmente, senza finire ad insultarci o a tirarci schiaffi. "Ehi guarda un po' chi arriva.." afferma Eve poco prima di sentire un rombo di moto. Mi volto verso il punto indicatomi dalla mia amica e vedo comparire la moto verde di Cameron. Il ragazzo arriva sgasando fino al cortile della scuola per poi continuare la sua corsa verso il parcheggio dell'istituto situato qui vicino. Ed è proprio quando Cameron mi passa davanti agli occhi che noto una ragazza in sella con lui. La ragazza è la solita troietta che per andare in moto trova molto comodi i tacchi e i jeans a vita bassa, che lasciano vedere tutte le mutande (in questo caso un filo fino tanto quanto quello interdentale). Sbuffo non riuscendo trattenere le mie opinioni. "Che hai?" mi domanda Eve. "Niente, trovo solo inutile vestirsi in quel modo per andare in moto". "Beh sta solo venendo a scuola, non può mica mettersi tutta la tuta con le protezioni" mi fa notare la mia amica. "Si si ma non serve neanche far vedere il proprio intimo a tutti. E poi secondo me bisognerebbe sempre coprirsi per evitare delle grattate di pelle in caso di caduta. Quelle sono le solite ragazze che vogliono solamente mettersi in mostra" concludo il mio pensiero continuando a mantenere gli occhi fissi su Cameron che ora sta aiutando la ragazza a togliersi il casco. "Mm a me sembri un po' arrabbiata dal tono di voce.. non sarai per caso gelosa?" mi domanda Eve facendomi spalancare gli occhi. "Ma cosa ti sei bevuta questa mattina? Io non sarò mai gelosa di... ecco Trisha – che si è appena tolta il casco- e lo sai benissimo che a me non piace fare la zavorrina ( =la ragazza che si siede dietro al pilota di moto).." non finisco la frase che arriva il mio peggior nemico seguito dalla sua nuova amichetta Trisha. "Certo che ne fai di conquiste con quella moto" afferma Nash salutando Cameron e scatenando dei risolini troppo acuti nella ragazza. "Non sapevo ti piacessero le moto Trisha" si lancia all'attacco Eve che riceve tutto il mio appoggio, è ora di sotterrare quella stronzetta. "Uh si ma mi piace ancor di più il pilota" risponde lei con voce stridula da far male alle orecchie. La odio solo per il suono della sua voce. "Ci sai stare sulle moto, anche quando ho impennato all'improvviso non ti sei mossa di un millimetro" dichiara Cameron tutto fiero della sua nuova conquista. La prossima volta te lo rompo io il filo della frizione! "Mi sembrava di volare su una ruota sola!" afferma Trisha e io mi ritrovo involontariamente a farle il verso. "Qualche problema?" mi domanda la ragazza puntandomi addosso il suo sguardo omicida. Mi fa paura il suo modo immediato di passare da ragazza tutta amore e dolcezza a bestia di satana. Non faccio in tempo a rispondere che per mia fortuna suona la campanella obbligandoci ad entrare in classe. Per tutta la mattinata Trisha non fa altro che stare appiccicata a Cameron, non lo molla neanche per un secondo costringendolo a fare tutto quello che vuole lei, non che lui provi a contraddirla. Sembra tanto un cagnolino al guinzaglio. Per quanto riguarda me invece a prof di filosofia ha deciso di rovinarmi la giornata interrogandomi. Mi ritrovo quindi di fronte alla cattedra ad inventare discorsi assurdi su quel poco che mi ricordo dell'argomento che mi ha appena chiesto. Ma non me ne importa niente del "se solo studiassi" che continuano a ripetermi i professori appena si accorgono che cerco di raggirare la domanda, come sta succedendo in questo momento con quella di filosofia. Non sono mai stata portata per lo studio ma da circa sei mesi non riesco a pensare come esso possa aiutare nella mia decadente vita. Mi sento talmente vuota e sola che ormai non mi interessa più niente.

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okay lo ammetto questo capitolo non è dei migliori ma ultimamente sono carente di idee. In ogni caso fatemi sapere un vostro parere :)

-Arial

What We Started [Cameron Dallas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora