Senza far domande esco dal parcheggio ma Nash mi intima di fare il più in fretta possibile. Assecondando ogni sua richiesta inizio a sfrecciare per le strade fino ad arrivare a destinazione in pochissimo tempo. C'è un sacco di gente rispetto a poche ore fa. Nash si dirige all'interno del circuito, parla con un bodyguard e arriva fino ai boxe, dove moto e piloti si preparano per le gare. Inizio a guardarmi attorno affascinata da questo mondo, non l'avevo mai visto con occhi esterni. Non riesco ad essere arrabbiata con il mio amico, per avermi portata qui durante una gara, perché sono troppo distratta nel guardarmi in giro. I meccanici che scaldano le ruote delle moto, i manager al telefono e i piloti con gli occhi chiusi che ripassano ogni curva del tracciato. Nash continua a camminare fino a fermarsi davanti al boxe più vuoto dove troviamo dentro, ovviamente, Cameron. Senza degnarlo di uno sguardo mi avvicino alla sua moto, osservandola bene. Eve mi si avvicina e, appoggiandomi una mano sulla spalla, mi sussurra: "Hai gli occhi che luccicano, presumo sia una bella moto". Sorrido alla frase della mia amica e mi prendo la libertà di chiudere gli occhi per qualche secondo, il tempo necessario per eliminare dalla mia mente quelle immagini che non mi lasciano mai. "Vieni, andiamo ad assicurarci il posto per vedere la gara" afferma Eve e, anche se sembra decisa, posso benissimo notare i suoi occhi chiedermi ciò che non riesce a dire con le parole. Annuisco lentamente per rassicurarla e insieme ci dirigiamo verso la pista. Ai bordi del tracciato si trovano già un sacco di persone. Io e Eve riusciamo a districarci tra la folla, con non poche sgomitate, e ad arrivare in prima fila vicino alla partenza. In poco tempo ci raggiunge anche Nash tutto esaltato per quest'evento. "Qualcosa mi fa capire che non hai mai assistito ad una gara di motocross" affermo guardando scettica il mio amico che non riesce a stare fermo neanche per un secondo, ed è qui da due minuti. Quando mi rigiro verso il circuito vedo tutti i piloti pronti ai cancelletti della partenza. E in un attimo tutto si oscura. Chiudo gli occhi e cerco di tranquillizzarmi facendo dei grossi respiri. Inspira ed espira. Una volta ritrovata la calma riapro gli occhi, ma appena lo faccio mi rendo conto che la tranquillità era solo apparente. La mia mente inizia a proiettare immagini una dopo l'altra, in una veloce successione. Io sulla mia moto ai cancelli di partenza. Io che mi giro per salutare lei. La perfetta partenza di entrambe. Il circuito, tra fango e curve. Una moto e il suo pilota a terra proprio davanti a me. Lei.. NO. Chiudo gli occhi stringendoli più che posso. Scuoto anche la testa cercando di cancellare quelle immagini indelebili. Ritorno in me, faccio un cenno a Nash e mi allontano dalla folla mentre sento lo sparo che indica l'inizio della gara. Una volta lontana dalla confusione dei fan mi siedo su una panchina per cercare di ritrovare la pace interiore. Pensavo di essere riuscita almeno in parte a superare il problema ma ogni volta che mi trovo davanti ad una moto o tutto ciò che le comprende, quelle immagini si ripropongono e mi devastano ogni volta. Non solo sono costantemente consapevole di ciò che ho fatto, inoltre ci si mette anche il mio cervello che non fa altro che ripetermi le stesse immagini. Vorrei poter tornare indietro. Vorrei poterla fermare. Vorrei rinunciare alla mia vita in cambio della sua sopravvivenza. Una sola lacrima lascia il mio occhio e mi affretto ad asciugarla. Non mi è mai piaciuto piangere in pubblico con tutte le persone che passando mi lasciano sguardi compassionevoli anche se non sanno niente della mia storia. Ho sempre odiato mostrarmi fragile, consapevole che prima o poi qualcuno possa approfittare dei miei punti deboli. Mi mostro forte, come se niente potesse far vacillare il mio sorriso, quando in realtà dentro di me esiste l'inferno e il caos più totale. E mi sembra strano come da circa un anno, ma in particolare da sei mesi, la mia vita si sia incasinata a tal punto. "Ehi bell'addormentata!" Esclama Nash facendomi tornare immediatamente alla realtà. Prendo una grossa boccata di ossigeno e mi preparo ad affrontare il mondo. "Com'è andata?" domando subito per evitare l'argomento come mi sento. "Uh all'inizio bene poi però è caduto" interviene Eve appena spuntata dalla folla. Alzo gli occhi al cielo come se fosse una novità vederlo con il culo per terra. "Arial non fare quella faccia -mi rimprovera Nash- era veramente bravo, era pure tra i primi" afferma il mio amico sostenuto da Eve che continua ad annuire. "Mm fammi pensare.. É caduto alla seconda curva del tracciato vero?" Domando rendendomi subito conto di aver ragione dall'espressione stupita che si è dipinta sulla faccia di Nash. "Ora voglio sapere il perché!" Afferma Nash. Mi giro meglio verso il mio amico e inizio a spiegargli come mai la mia deduzione è esatta. "L'ho imparato direttamente sulla mia pelle, come ti ho raccontato questa mattina pure io ero caduta in quel punto. Anche se quello sembra un tracciato semplice -inizio indicando la pista dietro le mie spalle- è solo un'illusione. In particolar modo la seconda curva. I piloti si trovano costretti a dover affrontare una curva secca verso sinistra. Inoltre quella curva è anticipata da alcuni dossi. É quindi necessario evitare di fare dei salti alti ad ogni dosso altrimenti ci si ritrova nel bel mezzo della curva senza averla impostata. In questo modo non si riesce a riacquistare l'equilibrio, perso nel salto, e si cade rovinosamente a terra" concludo soddisfatta di me stessa ma appena mi giro verso Eve rimango a bocca aperta per la nuova presenza, quell'altro ci ha raggiunto. Da quanto tempo è lì? A giudicare dalla sua faccia direi il tempo necessario per sentire il mio discorso. Sbuffo e cerco di rimediare "Insomma questo è quello che ho sentito in giro.." "Come cazzo sai tutte queste cose?" Sbotta Cameron arrabbiato. Un sorriso involontario spunta sulla mia faccia, mi fa troppo ridere ricoperto di fango. Cerco di ricompormi e torno ad odiarlo visto che non sopporto la gente che mi domanda del mio passato. "Non sono affari tuoi. Pensa a vincere le tue gare invece che cadere sempre!" Mi difendo mente Cameron fa il verso a ciò che dico e si allontana ancora più arrabbiato. "Io davvero non lo capisco quello" affermo guardandolo allontanarsi ma quando mi rigiro verso i miei due amici, con espressioni accusatrici sbuffo nuovamente. "Oh andiamo! La smettete di avercela con me?" "Se tu non continuassi a trattarlo male.." Prova a dire Eve. "Ma se il mio era un consiglio!" Insomma gli ho detto di concentrarsi sulle gare invece che impicciarsi del mio passato. In un certo senso... Mi appoggia la mia coscienza, a differenza dei miei amici che scoppiano a ridere. Tra le risate di Nash e Eve ci dirigiamo verso l'uscita per poi tornare ognuno nella proprio casa.
Purtroppo la sveglia suona troppo presto anche questo lunedì mattina. L'unica speranza che mi fa acquistare almeno in parte le forze necessarie per alzarmi dal mio comodo e caldo letto è che questo sarà l'ultimo anno. Ultimo, difficile, complicato ma ultimo. Come sempre ho impiegato troppo tempo a decidermi di alzarmi e così sono già in ritardo. Corro ad indossare i primi vestiti che mi capitano in mano per poi catapultarmi al piano inferiore, salutare i miei nonni, pendere al volo un biscotto e uscire di casa sbattendo la porta. Sgaso tra le strade della città mentre mi dirigo verso la casa del mio amico Nash, che stranamente mi sta già aspettando fuori dalla porta insieme a quell'altro. Speravo di non doverlo vedere mai più invece eccolo qui, che sale sulla mia macchina. Nash mi lascia un bacio sulla guancia come se volesse ringraziarmi per non aver iniziato subito ad arrabbiarmi con Cameron. Com'è ruffiano il mio amico. Sbuffando riprendo a guidare verso la scuola. Con tutti gli istituti e licei della città proprio nel mio doveva finire? E ovviamente dovrò sopportarlo anche nell'ambiente scolastico, non bastavano i weekend e il tempo libero. Sarà un duro anno. Appena arrivata a scuola scendo dalla macchina, mi carico lo zaino in spalla e raggiungo la mia amica senza degnare di uno sguardo gli altri due. "Come va?" Mi domanda Eve. Probabilmente tutto ciò che mi passa per la testa è scritto a caratteri cubitali sulla mia faccia altrimenti la mia amica non mi avrebbe mai posto quella domanda. Eve sa benissimo che non sopporto le persone che mi fanno domande simili solo per cortesia perché alla fine non gliene frega un cazzo della tua vita, ma la mia amica non è di certo una do quelle. "É lunedì. É ancora l'alba. In più ho dovuto dare un passaggio anche a lui!" Mi lamento. "Caffè?" Mi domanda Eve, che tra poco mi conosce meglio di come io conosco me stessa. Trascinando i piedi, sono pur sempre le otto di mattina, ci dirigiamo in corridoio dove si trovano le macchinette, la mia salvezza. Caffè extra forte è quello che mi serve per riuscire ad affrontare questa lunghissima giornata. "Uh chissà perché vi avevo proprio immaginato in quella posizione" sghignazza Nash appena ci raggiunge. Devo ammettere che io e Eve siamo un po' prevedibili. Tutte le mattine prendiamo la nostra dose di caffeina per poi berla sedute sul davanzale della finestra vicino alle macchinette. E come tutte le mattine mrs barbie e le sue amichette non possono mancare. "Sembra che anche oggi tu sia andata a prendere i tuoi vestiti direttamente dalla pattumiera" afferma Trisha, il capo gruppo non che troione da battaglia. Devo ammettere però che sono appassionata delle felpe larghe e calde. Non sono una di quelle ragazze che pensa sempre all'aspetto fisico, anzi mi curo molto poco soprattutto durante la settimana. Solitamente indosso sempre felpe larghe e i miei amati skinni jeans. La mia trasformazione avviene però nei fine settimana quando ci sono feste da sballo. In quei casi Eve mi costringe a vestirmi molto al femminile, non che mi dispiaccia dopotutto. "Parla quella che con tutto quel trucco in faccia sembra joker" ribatto acida. "Oh tu devi essere il ragazzo nuovo. Tutta la scuola ne parla.." Trisha sposta la sua attenzione su Cameron visto che non sa come rispondere alla mia frecciatina. "Si piacere Cameron, ma per le amiche Cam" ammicca il diretto interessato con tono seducente, completando il tutto con un occhiolino. Alzo gli occhi al cielo disgustata da quella scena raccapricciante. Fortunatamente vengo distratta di Matthew, il tipo della partenza alla gara. "Arial" mi saluta lui mentre ci scambiamo il solito saluto tipo gangsta. Faccio scontrare la mia mano destra con la sua, fermandola poi con una presa salta e completando il tutto con una pacca sulla spalla. Se non si era capito non sono molto femminile. "Quando si recupera?" Domando riferendomi alla gara che è stata sospesa. "In teoria in settimana" perfetto, dovevo sbrigarmi a riparare la macchina. "Perfetto, ci si vede in giro allora" lo saluto scendendo dal davanzale per poi dirigermi in classe insieme agli altri tre. Ovviamente "quell'altro" doveva frequentare la mia stessa classe. Il suo della campanella determina l'inizio di un'altra noiosa giornata. "Oh noto con piacere che finalmente ci ha segnato della sua presenza!" Afferma la prof di italiano guardando verso di me. Okay forse ho fatto un po' di giorni d'assenza da quando è iniziata la scuola, circa un mese fa, ma non mi sembra il caso di farne un evento di stato. "Quale onore poter assistere alle sue lezioni" ribatto facendo indignare la prof che sta già pensando a come torturarmi. Ma sfortunatamente per il corpo docente io riesco sempre a cavarmela, in un modo o nell'altro.
Fortunatamente la mattinata passa velocemente non senza l'interminabile interrogazione di italiano ma come ho già detto alla fine riesco sempre a cavarmela. Oggi infatti me ne torno a casa con un bell'otto sul registro di letteratura, ho lasciato nuovamente la prof senza parole. "Ciao nonna" saluto appena dentro casa per poi abbandonare subito lo zaino vicino all'entrata e fiondandomi in cucina. Inizio ad aprire i mobili per prendere tutto l'occorrente, tra cui bibite gasate e cibi pieni di conservanti e grassi. "Oh tesoro avevo preparato la torta per merenda" afferma con una nota di delusione mia nonna. "Lo sai che la scuola mi mette appetito! Dopo potresti portarmene una fetta?" "Io mi domando come fai a mangiare così tanto!" Afferma mia nonna indicando le mie braccia piene di biscotti, pane e nutella, patatine e merendine confezionate. "Lo sai che per crescere bisogna mangiare" affermo usando la scusa della 'fase dello sviluppo' per poter mangiare di tutto e di più. "Comunque vado al fienile per un po'. Ci vediamo a cena" avviso prima di catapultarmi fuori. "Diamoci da fare!" Esclamo posizionandomi di fronte alla macchina. Con la musica che si diffonde nel fienile mi metto al lavoro rimboccandomi le maniche. Mi trovo sotto alla macchina sdraiata a terra intenta a litigare con un bullone, che non ne vuole sapere di allentarsi, quando vengo distratta da un leggero bussare alla porta. "Oh è già ora di merenda? Appoggia pure dove trovi posto, grazie nonna" affermo pensando che sia Irma che mi ha portato la fetta di torta ma mi accorgo di sbagliarmi quando una risata roca e maschile rimbomba nel fienile. Striscio sotto alla macchina fino a trovarmi davanti il viso del mio peggior nemico che mi guarda divertito. "Tu che cazzo ci fai qui?"--------------
Immagino sia abbastanza deducibile il nome del ragazzo che è appena entrato nel fienile, ma cosa sarà andato a fare? Non siate timide e iniziate a commentare (subito!! ahah) per farmi sapere cosa devo migliorare, visto che sono pienamente consapevole di non essere una brava scrittrice.
A parte questo ad ottobre inizio l'università a Verona, qualcuno è di quelle parti o studia lì?
-Arial
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What We Started [Cameron Dallas]
FanfictionQuando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare. Quando perdi qualcuno dal quale pensavi che non ti saresti mai separato. Quando i demoni nella tua mente continuano ad assillarti, l'unica cosa che ti rimane da fare è cercare di sopravvivere alla dura...