FINE FLASHBACK
"La regia mi ha fatto avere una foto, che a quanto si dice in giro è la prima foto di voi due assieme" afferma l'intervistatrice porgendomi poi un foglio di carta. Scoppio subito a ridere per la scena divertente. "Non mi ricordavo che fosse ancora in circolazione". La foto ritrae lui che viene sorretto da me perché ingessato ad una gamba e con le braghe bagnate. É stata la cosa più strana che abbia mai fatto in vita mia.
INIZIO FLASHBACK
Mi sveglio con la luce del sole che filtra dalle tapparelle e mi colpisce proprio dritta in faccia. Maledetta la mia fissa di tenere sempre le tapparelle un po' alzate per evitare di dormire nel buio pesto. Mi stiracchio per bene e poi scendo al piano inferiore ciabattando. Adoro il sabato mattina e le dormite fino a tardi, non so neanche che ore sono ma so per certo che non è presto, avevo molte ore di sonno da recuperare. "Oh buongiorno cara. Ben alzata. La nonna sta già preparando il pranzo" mi informa con tono pacato mio nonno staccando gli occhi dal giornale che come da rituale legge tutte le mattine nella stessa posizione. Abbandono così l'idea di una bella tazza di latte con i biscotti con le gocce di cioccolato e ritorno al piano superiore per sistemare il mio aspetto esteriore. Mentre sono alle prese con dei capelli ribelli e indomabili ricevo un messaggio. È di Evelyn. 'Soliti casini a casa mia. Posso venire da te a pranzo?'. 'Certo tanto la nonna sta già preparando una quantità industriale di cibo'. Dopo neanche dieci minuti dal messaggio il campanello di casa suona, probabilmente la mia amica era già fuori casa quando mi ha scritto. Mi fiondo al piano inferiore mentre urlo a mia nonna le ultime notizie. Appena apro la porta Evelyn si fionda tra le mie braccia e io non posso far altro che ricambiare l'abbraccio e aspettare che si calmi. Non siamo solite abbracciarci o chiamarci "amore" come ormai fanno tutte le adolescenti, anzi molte volte noi preferiamo una pacca sulla spalla, tanto sappiamo entrambe che ci saremo sempre per l'altra. In certi casi però facciamo uno strappo alle "regole", soprattutto quando abbiamo bisogno di conforto. Non serve parlare e non serve neanche chiedere, so, o almeno immagino, quello che è accaduto a casa sua. Me ne parlerà Evelyn quando ne avrà voglia. Dopo cinque minuti la mia amica si stacca da me, prende un lungo respiro e mi rivolge un sorriso. Non l'ho mai vista crollare questa ragazza, è lei che mi ha insegnato a rialzarmi a testa alta dopo le cadute. "Andiamo di sopra? Stavo finendo di cambiarmi" le faccio notare indicando la maglia del pigiama e i jeans che mi fasciano le gambe. Si, sono molto lenta nel prepararmi alla mattina, tranne quando devo andare a scuola. In quei casi sono già in ritardo quando mi alzo dal letto e quindi sono costretta a fare tutto di corsa.
"Hai notizie di Nash?" mi domanda la mia amica. "No, anzi dopo passiamo da lui? Così poi vado diretta al lavoro" le spiego. "Ah lavori questa sera? Allora dopo aver preso Nash, se lo dimettono, passiamo a salutarti" mi risponde la mia amica. Dopo la disgrazia di sei mesi fa dovevo cercare di tenere la mia mente più occupata possibile e quindi Benny mi ha aiutato a trovare lavoro, anche perché non volevo dipendere per tutto dai miei nonni. Lavorando posso quindi permettermi di aggiustare la macchina con i miei soldi senza farmi scoprire dai miei nonni. Adesso però che la scuola è iniziata e che il momento buio della mia vita l'ho in parte superato, il caro Anthony, proprietario del bar e amico d'infanzia di mio nonno, mi ha permesso di fare un solo turno, il sabato sera. Raramente mi chiama per coprire un turno di venerdì o domenica sera. Il suo locale non va poi così a gonfie vele e quindi non ha bisogno di tanto personale.
Dopo il fantastico pranzo di mia nonna, riesce a fare dei miracoli con il cibo, io e Evelyn ci dirigiamo verso l'ospedale. Con più calma rispetto a ieri entro nella struttura anche se mi costa un sacco di sforzi controllare le mie emozioni. Odio questo posto, se non si era già capito. Evelyn mi lancia uno sguardo per assicurarsi che sia tutto okay e poi proseguiamo. "Ma guarda chi è venuto a trovarmi, i miei due amori" ci prende per il culo Nash e noi stiamo al gioco, soprattutto io. "Oh amore mio mi dispiace così tanto, anche per ieri non avrei dovuto urlarti contro ma mi sono spaventata talmente tanto" affermo. "Oh tranquilla amo ti capisco, ma sto bene" continua Nash. "Anzi vieni qui e dammi un bel bacio come si deve!" aggiunge subito dopo il mio amico con aria di sfida. Mi sto avvicinando al letto quando Evelyn interrompe la nostra scenetta esclamando un "Ma andiamo ragazzi!!" facendoci scoppiare tutti a ridere. Purtroppo il ragazzo del letto affianco, quel Cameron, è ancora qui e ci sta osservando allibito. "Amico ma è la tua tipa? Insomma non mi sembra la stessa di ieri mattina" interviene Cameron. Vorrei ribattere con un chi cazzo pensi di essere per potermi giudicare? Ma Nash mi anticipa scoppiando nuovamente a ridere. "No no siamo solo amici, che ci prendiamo per il culo, ma amici" precisa Nash appena si riprende dalle risate. "A che ora ti fanno uscire da qui?" domanda Evelyn rivolta a Nash. "Mi hanno detto che questa sera dovrei essere fuori ma non so per che ora, in caso una di voi due mi passa a prendere? Molto probabilmente i miei non possono." Sappiamo tutti cosa significano veramente le ultime parole di Nash, ma non ci diamo peso. "Passa Eve perché io sono a lavoro" rispondo. "Allora io vado a chiedere quando puoi uscire da qui" ci informa Eve prima di uscire dalla stanza. "Maledette infermiere, le ho chiamate minuti fa ma devono ancora arrivare e io mi sto pisciando addosso" esclama Cameron continuando a premere il bottone per chiamare le infermiere. Il ragazzo stanco di aspettare cerca di alzarsi dal letto con la gamba gessata. Una volta in piedi riesce a trovare l'equilibrio su un solo piede non potendo appoggiare l'altro ma appena cerca di afferrare le stampelle perde la staticità. Cameron si trova quindi costretto ad attaccarsi al muro per evitare di cadere mentre le stampelle sono già al suolo. Scoppio a ridere per la scena comica ma Cameron mi riprende quasi urlando: "Invece che ridere potresti darmi una mano, cazzo". Con questa esclamazione non fa altro che farmi ridere ancora ma Nash mi sta uccidendo con lo sguardo quindi mi trovo costretta a tornare seria e ad andare in aiuto di quello. Cameron mi appoggia un braccio intorno alla spalla e io intorno al suo bacino e con calma ci avviamo verso il bagno. Ovviamente la mia idea era quella di raccoglierli le stampelle per fare in modo che si arrangiasse ma appena arrivata vicino a lui, Cameron si è aggrappato subito a me impedendomi ogni movimento. Una volta in bagno sono pronta a lasciarlo da solo ma lui mi blocca con una mano "No, rimani, non riesco a rimanere in piedi, questo gesso mi sbilancia." "Fanculo." affermo girandomi dall'altra parte ma lasciandogli la possibilità di appoggiarsi comunque a me. Mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi in un bagno per aiutare a fare la pipì a un ragazzo che neanche conosco. Ho la testa girata dall'altra parte ma le orecchie mi funzionano benissimo e sento tutto quel benedetto casino prodotto dal flusso della pipì che cade nell'acqua del water. Ma io dico, non potrebbe spostare di poco il suo mirino per evitare tutto questo baccano. Inizia a scappare anche a me la pipì. "Ma quanto cazzo hai bevuto?" domando non riuscendo più a reggermi in piedi per colpa del suo peso molto "leggero". "Ho quasi finito.. Oh cavolo!" esclama Cameron e per poco non giro la testa rischiando di rovinarmi la vista a vita. "Stai ferma! Non girarti!" mi blocca subito Cameron. "Ma che hai combinato?" domando preoccupata che mi possa aver pisciato su una scarpa. "Prometti che non ti metterai a ridere" sussurra il ragazzo. "Non posso fare promesse che non posso mantenere. Tutto bene lì? Possiamo uscire da questo bagno?" domando ormai al limite della forza e della sopportazione. "Si, mi sono solo cadute alcune gocce." "Oddio sulle mie scarpe?" urlo girandomi all'improvviso ma rigirandomi subito appena vedo l'amichetto di Cameron. "Metti via quel coso!" esclamo coprendomi anche gli occhi anche se ormai sono completamente girata dall'altra parte. "Sei tu che ti sei girata! Eh no le tue scarpe sono salve.. i miei pantaloni no però!" si lamenta il ragazzo. Mi tocca aspettare altri cinque minuti prima che sia pronto per uscire. Sorreggendolo arriviamo lentamente al suo letto dove lo lascio sistemarsi da solo ma appena alzo gli occhi verso il mio amico Nash noto che Eve è tornata in stanza. Entrambi i miei amici mentre si scompisciano dalle risate continuano a scattare foto. "Brutti stronzi!" esclamo rivolta ai miei amici senza però prendermela veramente con loro. Rimango per un altro po' a parlare e a fare compagnia al mio amico anche se mi tocca sopportare quell'altro, Cameron. L'odio è reciproco ed entrambi non lo nascondiamo.
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What We Started [Cameron Dallas]
FanfictionQuando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare. Quando perdi qualcuno dal quale pensavi che non ti saresti mai separato. Quando i demoni nella tua mente continuano ad assillarti, l'unica cosa che ti rimane da fare è cercare di sopravvivere alla dura...