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"Cosa vuoi?" "I tuoi amici sono molto preoccupati e non sanno cosa fare così ho deciso di venire qui per vedere come stavi. Inoltre volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri..." afferma ma non finisce neanche la frase che io ho già aperto la porta. "Sono io quella che ti deve chiedere scusa, ieri non ho fatto altro che insultarti" ribatto. Non voglio che si addossi tutte le colpe, pure io non sono stata un angelo con le parole ieri. "No alla fine è vero che non ti conosco e non posso obbligarti a parlare. Ed è anche vero che a questo mondo non tutti i genitori si comportano come dovrebbero" afferma Cameron entrando nel fienile. Ci sediamo ai piedi della macchina con le schiene appoggiate su di essa. "No decisamente, per lo meno non la mia di madre. Anche io ieri non sono stata una santa con le parole, erano dettate dalla rabbia" affermo e rimaniamo in silenzio seduti vicini. Mentalmente mi interrogo come mai Cameron sia riuscito a farmi aprire la porta quando non ci era riuscito nemmeno Nash. Il punto è che quando ho sentito la voce del ragazzo così gentile che si scusava con me mi sono sentita in dovere di porgere le mie scuse e senza pensarci due volte ho aperto la porta. "Sai mia madre non la considero più tale da sei mesi. Prima era la madre modello, quella che nonostante tutto riusciva sempre ad occuparsi dei figli. Quella che la domenica organizzava un sacco di gite per stare tutti assieme in famiglia" inizio a raccontare stupendo me stessa quando capisco che lo sto facendo ad alta voce, permettendo a Cameron di conoscere parte del mio passato. "Mi ricordo che da piccola aspettavo con ansia il fine settimana per vedere che cosa bizzarra si sarebbe inventata mia madre. Purtroppo un giorno tutto è crollato, la nostra vita si è sgretolata ma invece che farci forza assieme mia madre ha preferito trasferirsi e far finta che non sia mai successo niente. Poi arriva, come ieri, a dirmi che il suo psicologo le ha chiesto di sposarlo. Ho passato ore a chiedermi come abbia fatto a cancellare tutto e come possa star bene con la sua coscienza dimenticando il passato e le persone che ne hanno fatto parte" affermo. "Quando parli di 'passato' ti riferisci a quello che mi hai detto ieri, che hai visto qualcuno morire?" domanda quasi sussurrando Cameron. Impercettibilmente annuisco mentre i miei occhi diventano lucidi per le lacrime che si preparano a scendere. Il ragazzo allunga la sua mano fino a intrecciare le sue dita con le mie. Questo semplice contatto produce in me una scarica elettrica che mi riempie il corpo di brividi ma che allo stesso tempo mi fornisce l'energia per affrontare questo discorso. "Mia sorella". "Era mia sorella quella che ho visto morire. Eravamo molto legate facevamo tutto assieme e ora mi ritrovo da sola ad affrontare il mondo" affermo e noto che Cameron stringe di più la mia mano come per farmi sentire la sua presenza, e un po' meno sola nel mondo. "Era su un letto d'ospedale, proprio come tuo fratello ieri" "Ed ecco perché sei corsa via" afferma Cameron. Il tempo sembra fermarsi mentre noi due combattiamo contro i nostri spiriti interiori che ci distruggono giorno per giorno. "Penso che la cosa peggiore, più peggiore di vedere morire i genitori, sia perdere un fratello" afferma pensieroso il ragazzo facendomi voltare verso di lui, secondo me non c'è differenza. "Insomma i genitori ti crescono e ti educano ma un fratello è colui che esplora il mondo per la prima volta insieme a te, colui che ti sorregge sempre, colui con cui puoi stringere un forte legame di fiducia perché sai di potergli raccontare qualsiasi cosa della tua vita che non racconteresti a nessuno, nemmeno ai genitori" aggiunge Cameron per spiegare il suo ragionamento mentale di prima. "Di questo passo però non aiuti" ribatto con un piccolo sorriso sulle labbra. "Giusto scusa" dice Cameron per poi grattarsi la testa imbarazzato. "Ad ogni modo dopo quel giorno ho abbandonato tutto quello che facevo con lei per evitare di stare male, ma non c'è giorno che passa senza sentire la sua mancanza" continuo a raccontare. "Ti sembra di vivere una vita parallela a quella del tuo corpo. In certi momenti mi sembra di essere un automa, compio certe azioni per abitudini perché la mia mente è totalmente assorta nei suoi pensieri" conclude Cameron. "Posso chiederti una cosa?" domanda quasi sussurrando il ragazzo rilassandosi solo dopo una mia risposta affermativa. "Quelle, quelle moto là dietro erano tue e di tua sorella giusto?" "Si" affermo e una lascia riga il mio viso. "Shh tranquilla non c'è bisogno che tu me ne parla" afferma Cameron asciugandomi subito con il pollice la lacrima. Lentamente avvicina il mio corpo al suo per cingermi in un abbraccio. Più che contenta appoggio il viso sul suo petto lasciandomi cullare della sue calde braccia. Dopo poco, non so il motivo, ma ritrovo le parole e inizio a dar voce ai miei pensieri. "Siamo cresciute nel mondo dei motori, mia madre ci ha sempre raccontato che prima abbiamo imparato ad andare in moto e solo successivamente a camminare. Purtroppo oggi le moto mi ricordano troppo lei e allora ho deciso di mettere da parte quel mondo ma non sono riuscita a farne a meno, per questo gareggio con le macchine" spiego indicando l'ammasso di ferri dietro di noi. Lasciamo il tempo scivolare sui nostri corpi mentre noi siamo come risucchiati in una bolla ognuno immerso nei suoi pensieri. Il calore emanato dal corpo del ragazzo mi rilassa completamente, tanto che potrei anche addormentarmi. "Mi serve il tuo aiuto" esordisce ad un certo punto Cameron. Alzo la testa nella sua direzione per incitarlo a continuare a parlare. "So che è chiederti molto soprattutto dopo quello che hai detto ma io non ce la faccio, non da solo almeno". "Cameron sei peggio di mia nonna che per raccontare qualcosa parte dall'antica Grecia. Non capisco se non ti spieghi meglio" "Da mio fratello. Non riesco a tornare da lui e vederlo in quello stato. Per questo avrei bisogno che qualcuno mi accompagni" afferma chiedendomi con lo sguardo di essere io quel 'qualcuno'. 

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capitolo pieno di rivelazioni per farmi perdonare per la lunga attesa. Secondo voi cosa risponderà Arial alla domanda di Cameron? 

-Arial

What We Started [Cameron Dallas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora