4. Miss (Tren)Italia

183 42 22
                                    

Treno notturno, settembre.

E' capitato che dovessi andare a Roma con un intercity notturno.

Quando sono entrata nello scompartimento da quattro posti, c'era già una donna in pigiama, seduta a gambe incrociate sulla sua cuccetta. Aveva il viso segnato e due occhi castani, pieni di rassegnata e malinconica dolcezza. Aveva una gran voglia di chiacchierare, e un po' a malincuore ho dovuto mettere da parte le pagine finali del bel romanzo che stavo leggendo. Si è parlato di piccole cose, eventi minuti di cui mi ha raccontato con la pacatezza di chi si lascia succedere le cose attorno.

Molto più tardi è arrivata un'altra ragazza, di età indefinibile fra i 20 e i 30. Subito ha chiesto un'informazione con forte accento dell'est. Sono state le uniche parole che ha pronunciato lungo tutto il viaggio. Era fasciata in un paio di pantaloni e una camicetta di pizzo bianchi, che lasciavano ben poco all'immaginazione. I capelli biondi e fini erano acconciati alla maniera che avevo visto spesso durante il mio viaggio a Mosca. Ha dormito vestita e truccata di tutto punto. Il giorno dopo, prima dell'arrivo, ho approfittato della luce per osservarla meglio. Aveva indubbiamente un viso grazioso, dai lineamenti sottili. Eppure quello che aveva suscitato la mia curiosità era stata la sua totale mancanza di espressione, sono arrivata a chiedermi se portasse qualche tipo particolare di lente a contatto, tanto i grandi occhi azzurri erano privi di profondità, chiusi seppur a palpebre aperte.

Data la loro distanza siderale, mi sono trovata ad accostare, piuttosto che mettere a confronto, le due donne, ciascuna con la sua bellezza: quella esposta senza pretese e un po' sciupata dalla vita, e quella irrigidita dalle altrui aspettative, cercata, curata, forse usata come scudo dietro cui proteggersi.

Certo è che nulla di tutto questo è misurabile in una qualsivoglia scala quantitativa, come si ostinano anacronisticamente a propinarci. E a chi proprio volesse ergersi a giudice di bellezza imporrei prima una gavetta di millemila viaggi Milano-Roma, in cuccetta, nella carrozza economica.
Poi ne riparliamo.

Umanità in pilloleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora