28. La storia che si porta via

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Si avvicina tutta sgarrupata alla fermata del tram. Ha un’età indefinibile celata sotto la massa incolta di capelli grigi e molti strati di vestiti così sconclusionati da avere quasi una logica.

Dietro di lei ballonzola ubbidiente un cocker fulvo, con quella tipica espressione canina di semplice felicità nello stare al mondo. Segue la sua padrona come il più devoto degli innamorati, la lingua penzoloni in attesa di un suo cenno. Lei borbotta senza sosta, fa gran discorsi gesticola si rivolge alla bestiola.

Si gira e mi accorgo che in braccio porta un gattino di pochi mesi, accoccolato come un pupo. Ha la testolina abbandonata sulla spalla di lei, sonnecchia beato, ogni tanto getta uno sguardo al mondo, lo scruta senza impegno dall’alto del suo nido, poi torna a dormire.
In molti alla fermata osservano il quadretto sorridendo, nessuno ha il coraggio di avvicinarsi.

Poi arriva l’autobus e lei ci si infila, portandosi via una storia che avrei voluto conoscere.

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