Verity Davinson

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VERITY'S POV

Quella mattina fu stressante. Mi svegliai alle 6:00 come sempre ed ero talmente assonnata che diedi una craniata alla porta mentre raggiungevo il bagno. Mi vestii, non mangiai nulla ma trovai le forze per raggiungere la fermata del bus. Dovevo arrivare alla mia scuola di musica entro mezz'ora e il mio pullman ancora non si vedeva. Decisi di prendere un taxi al volo, chiedendo all'autista di sbrigarsi nel farmi trovare davanti alla Royale Music Academy.
Proprio così, dopo il liceo ho deciso di indirizzarmi in una scuola musicale in cui posso aumentare le mie capacità, per quanto riguarda la mia passione. Amo la musica, amo cantare e suonare. Modestamente vado bene in tutte le materie, ma il canto è sicuramente la mia attività preferita. Il mio sogno e quello di scrivere una canzone tutta mia, una di cui andare fiera, una che mi permetta di dire "ce l'ho fatta". Non mi interessa diventare famosa, voglio solo continuare a fare quello che mi piace.

Come dicevo, quando raggiunsi la scuola mi diressi nella classe come un razzo. Perché ero in ritardo, come al mio solito.

<Buongiorno professore, perdoni il mio ritardo.>

<Coraggio signorina Davinson, almeno un giorno all'anno può arrivare puntuale.>

<Mi scusi ancora.>

<Non importa, oggi abbiamo un ospite speciale con noi.>

Entrò nell'aula un uomo alto, con i capelli scuri e bwen vestito.

<È qui con noi il signor Declaim, professionista in campo musicale e famoso produttore discografico.>

Un clamoroso applauso rimbombò tra la classe.

<Scendiamo nell'aula di canto e mostriamo un po' al signor Declaim cosa sappiamo fare!> annunciò il professore con entusiasmo.

Un brusio si innalzò tra i ragazzi. Eravamo tutti molto nervosi, me compresa. Chi se lo sarebbe mai aspettato di cantare davanti ad un produttore discografico?

Scendemmo giù nell'aula, una grande stanza attrezzata di tutti gli strumenti necessari per cantare: microfoni, casse, vetri insonorizzati, cuffie.

<Questa è la nostra aula canto, qui valutiamo le loro abilità. Chi vuole che inizi?> chiese il professore a Declaim.

<Beh, non saprei, questi giovanotti sembrano avere talento...mh, prova tu, con i capelli rossi.>

<I-io?> rispose Jeoffrey, un nostro compagno timido, ma con una bellissima voce. Gliel' ho sempre invidiata.

<Sì, coraggio, non mangio le persone.> lo incoraggiò Declaim, facendo un occhiolino.

Jeoffrey arrivò davanti al microfono, lo accese e di mise le cuffie.

<Cosa canto?>

<Quel che ti piace di più cantare.>

Il ragazzo si sistemò e iniziò.
Cantò un breve pezzo di "Isn't she lovely?" di Steve Wonder.

Un piccolo applauso. Poi Declaim chiamò Susan, una bionda capace di fare acuti impressionanti.
Stese tutti con un pezzo di "All of me" di Jhon Legend.

<Bravi ragazzi, non siete niente male. Ora chiamiamo un'ultima persona. Uhm...la ragazza castana vicino alla porta.>

Ecco, proprio me dovrva scegliere. Mi spavento di cantare di fronte a mia madre, figuriamoci di fronte a lui.
Avanzai lentamente verso il microfono e senza dir nulla, mi preparai. Non rivolsi la parola neanche al professore, ma cantau è basta. Volevo solo che quel momento di vergogna finisse velocemente.

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