3. Friends

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<<Ragazze ci vediamo domani allora, 9.30 puntuali, mi raccomando! Divertitevi e rilassatevi questo pemeriggio.>> cosí ci ha salutate Arianna, la nostra datrice di lavoro, e noi siamo uscite ridendo. Stamattina Elisabeth, la ragazza che lavora con me, è arrivata al lavoro in ritardo. Lei e il suo amato letto non volevano staccarsi l'uno dall'altra a quanto pare. Ha cercato la bugia piú plausibile che potesse trovare, ma non è bastata ad abbindolare Arianna, che ha capito subito che le stava mentendo. Dopo 7 anni che Elisabeth lavora con lei penso che ormai Arianna la conosca troppo bene per non accorgersi di quando mente. Ma purtroppo Elisabeth è fatta cosí. È cocciuta e determinata, quando si mette in testa una cosa nessuno puó fargliela passare di mente o farle cambiare idea. Spesso si arrabbia per delle cavolate, si infastidisce per delle piccole cose e dobbiamo sopportare i suoi lamenti e lasciarla sbollire. Ma non siamo tutti uguali al mondo e bisogna rispettare le nostre diversità con tanta pazienza, e per fortuna a me non manca, altrimenti sarei già impazzita. Diciamo che forse lei non è la persona piú adatta a lavorare in un negozio di abbigliamento, perchè quando qualche cliente e le domanda qualcosa mentre è infastidita, lei arriva anche a rispondergli male. Arianna la rimprovera ma non è mai cambiato nulla, tranne la clientela che a poco a poco cala. Ma penso che sotto sotto Arianna le voglia bene come se fosse sua sorella, altrimenti non vedo un motivo per cui dovrebbe tenerla in negozio quando si comporta cosí.
In ogni caso, perfortuna Elisabeth ha anche i suoi lati positivi, come tutti daltronde. È molto brava ad ascoltare e aiutare le persone a cui tiene nel momento del bisogno, ed è una pazza scatenata fuori dal negozio, mi fa morire dalle risate ogni volta che usciamo insieme. La conosco solo da un anno, da quando ho iniziato a lavorare al negozio, ma mi ci sono affezzionata subito. È stata molto gentile con me fin dall'inizio, uscivamo assieme una volta ogni due settimane e finivamo in qualche locale cool della città ad ogni uscita. Mi ha fatto conoscere un po' dei suoi amici in quelle serate, anche se Aaron non era tanto d'accordo, ma comunque sono tutte persone per bene. Dopotutto non posso farmi condizionare da Aaron, io e lui stiamo assieme da 3 anni, io mi fido di lui e lui dovrebbe fidarsi di me, non sono un oggetto da possedere e posso conoscere chi voglio.
Uscite dal negozio saliamo nella macchina di Elisabeth. Oggi pomeriggio il negozio è chiuso. Tra un mese cominceranno i lavori di rinnovo del locale, e questo pomeriggio vengono gli operai per prendere le misure e preparare il progetto per le nuove modifiche. Quindi io e la mia collaboratrice abbiamo deciso di passare il pomeriggio assieme. Ci dirigiamo verso un baretto esclusivo che fa degli ottimi primi piatti all'italiana, come piacciono a me. Solo al pensiero ho l'acquolina in bocca, stamattina non ho fatto lo spuntino, ho mangiato solo a colazione e cinque ore senza toccare cibo per me sono davvero tante. Al pensiero sento lo stomaco brontolare.
Arriviamo al "Garden blue bar". Questo posto è meraviglioso, si trova in una stradina secondaria rispetto al centro città, ed ha trasformato la vietta chiusa del bar in una specie di giardino che accoglie solo fiori blu e bianchi, e ci hanno piazzato un po' di tavolini e il bancone da bar e quello per il DJ. Ci sediamo ad un tavolino a lato e il nostro amico Emmet, il cameriere piú figo del locale, viene a servirci con un sorriso ebete sulle labbra. <<Buongiorno dolcezze! Come state?>> e ci fa l'occhiolino.
<<Bene>> rispondiamo all'unisolo noi due.
<<Vi lascio i menú se per caso questa volta decidete di cambiare la scelta dei vostri piatti>> e accurandosi di non essere osservato dal suo capo ci fa la linguaccia, poi si volta per tornare dentro il locale, lanciando un ultimo sguardo a Elisabeth.
<<Hai visto?>> le chiedo mentre lei ha già aperto il menú sfogliandolo per pro forma.
<<Cosa?>> mi risponde disinteressata. Le prendo il menú e glielo tiro via dalle mani ridendo.
<<Hei! Ma che fai!>> esclama lei facendo la finta offesa e mettendomi il broncio.
<<Quando la smetterai di fingere che non ti importa nulla di lui? Insomma, fingi di non vedere come ti guarda, eppure ogni volta che veniamo qui lui ha occhi solo per te. Scommetto che se ora mi giro e guardo dentro, è dietro al bancone a spiarti.>> e rido.
<<Ma smettila!>> ride anche lei. Poi dopo un lungo sospiro aggiunge <<Non lo so. Non so nulla Sophia. Insomma, dopo Steve non sono piú riuscita ad uscire con nessuno. Non è stato facile ricominciare la mia vita dopo che ho trovato quello stronzo del mio ex a letto con mia sorella! E mi viene la nausea solo a ripensarci, anche se sono già passati 8 mesi.>> e sospira <<Come passa in fretta il tempo>>.
<<Già>> osservo, poi ripeto <<come passa in fretta il tempo. Se non ti dai una mossa ti ritroverai single a vita e quando sarai vecchia ti dovranno mettere in una casa di riposo con quei vecchietti che perdono la dentiera e sbavano ovunque.>> rido di gusto e lei con me. Elisabeth ha 28 anni, è ancora giovane in realtà, ma mi dispiacerebbe che tra qualche anno si ritrovasse pentita di non essersi presa la possibilità di trovarsi un fidanzato molto tempo prima di allora. Io non ho mai vissuto un tradimento come il suo, perfortuna in amore sono sempre stata fortunata. Oddio, ora che ci penso non fortunatissima. Sono stata con un paio di ragazzi, ma li ho lasciati io dopo poco tempo perchè erano troppo immaturi. Ma nessuno di loro mi ha mai tradita o usata. Elisabeth invece si è ritrovata sola dopo 5 anni di convivenza con "Steve lo stronzo", come lo defisce lei, ha dovuto rimboccarsi le maniche, trovarsi un altro appartamento e dimenticarsi di Steve. Si è ritrovata sola ed in mezzo a mille difficoltà che prima, quando era una coppia col suo ex, non aveva. Si mostra forte esternamente, ma dentro è molto fragile, solo che non vuole darlo a vedere. Credo abbia paura di essere giudicata debole dagli altri, anche se dovrebbe sfogarsi, dovrebbe lasciar scivolare via le energie negative che si sono fermate dentro di lei e lasciare spazio a qualcosa di nuovo che possa farla fiorire e che possa renderla davvero felice.
<<Apparte gli scherzi>> le dico seria, <<quando capirai che hai bisogno di nuovi stimoli e nuove persone che ti rendano felice?>>
<<Tu mi rendi felice scimmietta>> mi dice con una faccia ammiccante cercando di sdeviare il discorso.
<<Questo lo so>> le dico a mia volta con una faccia complice, poi mi sporgo verso di lei e sottovoce aggiungo <<ma io e te non siamo le scimmiette giuste per stare assieme e crearci una famiglia in futuro, è fisicamente impossibile>> ridiamo entrambe.
<<Scelto ragazze?>> ci domanda Emmet di sorpresa.
<<Certo! Il solito perfavore>> e scoppiamo a ridere tutti e tre. Ma è impossibile non notare che lui non fa che fissare lei. Elisabet è molto bella, ha un fisico da urlo, è alta e magra, ha degli occhi color nocciola che brillano in un modo indefinibile e dei lunghi capelli castani e biondi sulle punte. È il ritratto della ragazza bella e semplice. Come biasimare Emmet che la guarda ogni secondo.
Appena il nostro cameriere preferito entra nel locale io torno a guardare Elisabeth. Lei mi precede avviando un discorso <<Ma tu e Aaron? Come va tra voi?>> mi domanda con un sorrisetto malizioso. Ha cambiato discorso, e capisco che non ha voglia di parlare di Emmet, quindi la assecondo in questo discorso. <<Noi tutto bene>> le faccio l'occhiolino. <<Stamattina e stato dolcissimo, mi ha scritto un bigliettino con scritto quanto mi ama e l'ha appeso al frigo>> sorrido al ricordo di quella sorpresina.
<<Ma guardati! Aspetta, metto gli occhiali da sole>> la guardo alzando un sopracciglio non capendo il motivo del suo gesto, e lei mi risponde <<Ti si illuminano gli occhi quando parli di lui. Mi stai accecando. No dico, vuoi accecare la tua scimmietta preferita?! Come faró a consigliarti gli abiti migliori e ad aiutarti a scegliere le scarpe da abbinarci poi?! Basta basta!>>mi dice posandosi una mano sotto il mento e guardando verso gli altri tavoli con i suoi occhiali da sole a forma di cuore. Io rido come una scema e la imploro di togliersi quegli occhiali. Lei ride e poi annuisce.
Finalmente arrivano i nostri piatti. I miei spaghetti alla carbonara fanno brontolare la mia pancia impaziente. Ci guardiamo soddisfatte dei nostri piatti e iniziamo a mangiare scambiandoci di tanto in tanto qualche commento sulle persone sedute ai tavoli nel giardinetto. È un nostro giochino per passare il tempo, facciamo dei commenti ridicoli sull'abbigliamento o sulle varie acconciature delle persone attorno a noi, così manteniamo vivo il sorriso.
Concluso il nostro pranzo passiamo il pomeriggio in centro, dentro e fuori dai negozi a provare e riprovare abiti, facendoci qualche foto buffa con qualche vestito ridicolo. Spero che quelle foto non finiscano su facebook, me ne vergognerei immensamente. Sembriamo due teenager in preda agli ormoni. Ma non importa, l'importante è divertirsi prendendo la vita come viene. Mi ripeto sempre che qualsiasi cosa accada è importante non perdere il sorriso.

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