Don't say it's the end of me, I'm right here, I'm ready

381 19 0
                                    



Quello che avevo davanti a me era irreale.
Avevamo camminato per una mezz'ora scarsa. Il viale, piuttosto dritto e regolare, era contornato dal verde prato che lasciava intravedere macchie di fiori dalla tonalità aranciata ed arrivavano folate di vento cariche di benessere.
C'erano due casette graziose, simili nella misura, nella posizione delle finestre e nel numero dei comignoli. Il colore di uno dei tetti era un lilla chiaro che si sposava perfettamente con lo scenario alle spalle. Una distesa d'acqua non proprio calma e grigiastra si apriva sconfinata e meravigliosa. Come i capelli attorno al volto di una donna dalla bellezza non comune, le scogliere di Dover definivano il cristallino mare del Canale della Manica. Calcare bianco, coperto da un'illimitata distesa di verde.

«Allora?» Andreas respirava a pieni polmoni, abbracciando il proprio stesso corpo per la lieve brezza fredda. Aveva gli occhi chiusi e sorrideva, aveva in volto l'espressione della libertà.
«Sono senza fiato. Mi sembrano simili ad una pagnotta di pane bruciato tagliata in due.»
Mi guardò interrogativo e scosse la testa.
Si sedette ed incrociò le gambe, facendomi cenno di imitarlo.
«Appena mi hai detto di provare angoscia, asfissia, mi è venuta voglia di ritornare in questo posto e fartelo vedere.»
«Quanta libertà si può sentire in questo punto del mondo?»
«Io credo che qui non ci siano freni. Non so, senti anche tu di poter fare, dire quel che vuoi? Se non facesse così freddo mi spoglierei. Una volta l'ho fatto, sai?»
«Che dici?»
«Dico quel che t'ho detto. Credimi Michael, è stata una roba incredibile.»
«Quindi ci vieni spesso.» doveva essere importante.

Andreas si stese un poco, poggiando il palmo delle sue mani un po' più indietro. «Dover ha un significato profondo per me. Non è un semplice panorama da ammirare o il punto per scorgere il profilo della Francia.»
«Ti va di dirmi di più?»

Guardò un punto indefinito verso il basso. Sembrò un pochino rattristato ma quando alzò lo sguardo, ci vidi dentro quella rassegnazione positiva di chi pensa bene con la propria testa.
«Tre anni fa, è morto mio nonno. Per me è stato un dolore grandissimo; so che è incomprensibile. Michael, tu hai uno legame stretto con la tua famiglia?»
«Direi di sì. Con mia mamma, soprattutto. È a lei che penso quando faccio qualcosa di strano.»
«Allora mettiamola così. La mamma è per te quello che per me era mio nonno.» tossì. «Era l'unico ad aver accettato la mia omosessualità in famiglia. Dico sul serio! Ogni volta che lo vedevo era tutto un ammiccare: "non hai portato il fidanzato?", "non dirmi che l'avete già fatto!" e così via. Quando se n'è andato, ho vissuto un periodo di completo disagio e tristezza. Poi un giorno, mi dissero che aveva parlato di me: aveva deciso di affidarmi una cassa piena di roba.» mi misi nella sua stessa posizione, voltandomi verso di lui. «Ho trovato tutti i suoi diari, le sue lettere, le fotografie di quando era un ragazzo. Ho pianto ininterrottamente per non so quanto tempo.»
«Cosa dicevano?» vidi i suoi occhi inumidirsi e gli presi la mano. Com'era calda.
«Era bello nelle foto. Ma lo era soprattutto nelle parole. C'erano due buste piene di carta scritta, con due targhe. Una a mia nonna Veronika.» si schiarì la voce carica di emozione.
«L'altra ...» lo guardai con la bocca aperta.

Avevo capito tutto e lui lo sapeva.
Annuì, sorridendo. Guardò il mare.

«L'altra al ragazzo che amava.»
«Cazzo! Cioè non volevo dire "cazzo".» mi nascosi, guardando l'erba rada sotto di noi.
«Sapessi quello che ho detto io! Perché tremi?»
«Io tremo sempre quando ho paura. Ma adesso ho solo tanto freddo.»

Andreas si sollevò da terra, tenendo la mia mano finché poté. La lasciò e variò di poco la sua posizione; ma si mise dietro di me, facendomi segno di avvicinarmi. Si appoggiò ad un sasso ed allargò un po' le gambe per liberare dello spazio. Mi circondò il petto con le braccia e strinse le gambe quel poco che bastava per farle coincidere con i miei pantaloni a scacchi: una sensazione tutta nuova nel senso latino di "strana", mi pervase le membra. D'istinto, chiusi gli occhi, era così difficile trattenermi. Poi sporsi la testa all'indietro, poggiandomi sulla sua spalla.
A guardare il cielo.

Non c'era altro da fare che vagare sotto le stelle. Del West, di solito.Where stories live. Discover now