Capitolo 2

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17 Giugno 2013, Formentera. 19:00

«Gaia ti giuro che questo mio amico è molto meglio di tutti gli altri che ti ho presentato.» Gaia non diede alcuna risposta, tanto l'amica avrebbe fatto quello che voleva come sua abitudine.

19:30

Gaia non ne poteva già più dell'amico di Luna, Isaac, non era per niente il suo ragazzo ideale, e avrebbe voluto Luna lo capisse.

«Vado a prendere un po' d'aria.» Gaia afftretò ad uscire sapeva che se fosse rimasta  lì dentro anche solo un secondo in più rischiava di scoppiare.
Qualche minuto dopo venne seguita dall'amica.

«Gaia.» sospirò «Cosa ti prende ora?»
« Non sopporto i tuoi amici, e vorrei trovarmelo da sola il ragazzo, non ho bisogno del tuo aiuto.» sbuffò.

«Ok, quindi che fai ora?» Luna guardò la sua migliore amica dispiaciuta, sperava di fare contenta Gaia almeno una volta, ma mai nulla andava secondo i suoi piani.

«Di sicuro non torno dentro, andrò a farmi un giro.» fece spallucce e si mise a guardare in giro.

«Dove? Ti perderesti di sicuro ed è tardi, torna dentro dai.»

«No Luna davvero, uh li c'è un bar, andrò  lì, ho bisogno di bere.» Gaia iniziò ad incamminarsi senza preoccuparsi di ciò che l'amica diceva.

Entrando nel bar Gaia notò con tristezza che il locale era praticamente vuoto.

Si sedette ed ordinò uno shottino, da uno diventarono due, poi tre e così via fino a perdere il conto.

«Forse le conviene finirla qui, o non riuscirá a tornare a casa.» lo disse una voce calda.
Gaia si sentì quasi cullare da quella voce, nonostante la stesse rimproverando.
Si girò per cercare di vedere da chi provenisse quella voce, e Gaia potè solo ammettere di essere accanto a un bel ragazzo, che di spagnolo non aveva  proprio nulla.

Occhi azzurri, capelli castani, bel sorriso.

«Reggo bene l'alcool.» Gaia fece spallucce, prima di notare che il ragazzo davanti a lui indossava una divisa da militare.

Il ragazzo le sorrise, e Gaia non potè far altro che guardarlo, non riusciva a non farlo.

«Jo.» il ragazzo si rivolse al proprietario del Bar, come se lo conoscesse da una vita «altri due shottini, offro io.»

Gaia guardò ancora attentamente il ragazzo.

«Devo tornare a casa ora..» Gaia scosse la testa, prima di lasciare i soldi sul banco per pagare i suoi, chissà quanti, shottini.

«Oh andiamo, non puoi tornare a casa in queste condizioni. Ti accompagno io.»

«Grazie mh..» Gaia provò a cercare di ricordarsi il nome del ragazzo, anche se non era sicura che lui glielo avesse detto.

«Niall»

«Grazie Niall, ma devo andare.» Gaia lo guardò per l'ultima volta, per poi andarsene.

Firenze, 3 Ottobre 2018.

Gaia è chiusa in casa da ormai due giorni, non risponde al telefono, non risponde al citofono, non vuole sentire nessuno. Sta seduta sul divano senza sentire il suono del citofono che va avanti da più di venti minuti.

Oggi  sarebbe dovuto essere il suo giorno speciale, il suo giorno felice, eppure di speciale e felice non ha proprio nulla questo giorno.

E' ormai da troppo tempo che Gaia non sa che cosa voglia dire essere felice, l'unica cosa che la rendeva felice era lui, colui che l'ha abbandonata.

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