Capitolo 7

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Firenze, Gennaio 12 2019.

Firenze è sempre stata la città preferita di Gaia, la ama, tranne che in inverno, quando la nebbia è talmente fitta che tutti i capolavori artistici di Firenze non si vedono nemmeno a pagarli.
Gaia si ricorda come fosse ieri la prima volta che lei e Luna si erano ritrovate a dover affrontare l'inverno toscano.
Gaia si sentiva in colpa per come era andata a finire con Luna, la sua migliore amica lasciata da sola al proprio matrimonio.
Gaia si rende conto di starsi  lasciando trascinare dai pensieri quando non facendo attenzione a dove mette i piedi va contro un ragazzo, per quanto la nebbia sia fitta, Gaia lo riconosce, e lui riconosce benissimo lei, voleva dire qualcosa, lo ha sognato talmente tante volte da non essere sicura che sia vero, ma non disse nulla, cercò semplicemente di accelerare il passo, ma, lui piú veloce le stava dietro.

"Gaia..."
"Niall" Gaia si volta di scatto, per poi maledirsi mentalmente quando i suoi occhi incrociano quelli di Niall, che forse per l'effetto della nebbia, più che azzurro sembrano grigi, abbassa lo sguardo cercando allo stesso tempo di riprendere forza per parlare, "Cosa ci fai qui?"
"Luna mi ha detto che non verrai al matrimonio, come puoi farle questo?"
Gaia si guarda in giro alla ricerca di un qualcosa che la possa aiutare a uscire da questa conversazione.
"Sei qui per rinfacciarmi questo? Non è giornata."
"No, in realtà sono venuto per dirti un'altra cosa, io preferivo la sapessi da me e non da Luna."
"Io e Luna ci parliamo a stento."
"Okay" annuì "si ecco..." Niall prima di proseguire si sofferma a osservarla, quella che ha davanti non è la sua Gaia, è sciupata, magra, cupa, e la colpa è sua.
"Beh, spero verrai al matrimonio, Luna ci tiene, io ci ten..."
"Devo andare, farò tardi al lavoro." Gaia riprese a camminare, il più veloce possibile, si sorprese della sua velocità, e mentre camminava poteva sentire perfettamente gli occhi di Niall puntati su di lei.

Niall si mise a camminare nella direzione opposta, era passato così tanto tempo dall'ultima volta, che al primo impatto non l'aveva riconosciuta.

Gaia si mise seduta sulla sua sedia d'ufficio, era il suo secondo giorno di lavoro, eppure non ne poteva già più. Compose in fretta il numero di Luna, non ci volle molto prima di ottenere una risposta.
"Luna, sono Gaia."
"Gaia." Nel pronunciare il suo nome parve incacidita, Gaia si sentì come se qualcuno le avesse appena tirato un ceffone.
"Credevo che tu capissi... Insomma, sei la mia migliore amica..."
"No Gaia, non ti capisco, non questa volta. Sai quanto significa per me averti lì il giorno del mio matrimonio, ma tu non riesci a mettere da parte la tua situazione sentimentale, non riesci a essere felice per me. Niall ti ha lasciata, non c'è più, ma ha lasciato te, io non c'entro nulla nella sua decisione, ma la stai facendo pagare anche a me." Gaia poteva giurare di averla sentita trattenersi, voleva aggiungere altro lo sapeva benissimo.
Gaia non riuscì a dire nulla, calò un silenzio che pareva durare secoli.
"Mi dispiace Gaia, non avrei dovuto perdere il controllo."
"Non fa niente, ti auguro un buon matrimonio."
"Gaia..."
Gaia appoggiò la cornetta del telefono e si appoggiò alla sedia a peso morto.

Niall aveva dimenticato di quanto fosse bella Firenze, la prima volta che Gaia lo aveva portato a Firenze, gli aveva fatto fare tre giorni di visite, mentre con la mente si lasciò trasportare a quei ricordi che custodiva come oro, sentì il telefono vibrare nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Luna, non ne vuole sapere di venire mi dispiace."
"Lascia stare, ho rovinato tutto, sei riuscito a dirglielo."
"No, come facevo? Sembra uno zombie, non potevo dirle 'Ehi ciao, sono lo stronzo che ti ha mollato senza spiegarti perché, ma la verità è che mi hai posto di fronte a una scelta e io ho preferito il mio lavoro a te, e domani partirò per una missione, ma prima di partire volevo vederti, perché ti amo e potrei non vederti mai più."

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