Capitolo 8.

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Odio tante cose, lo ammetto.

Ma forse quella che odio di più è quando le persone mi deludono.

Oggi ho chiesto a Jade e Mary di accompagnarmi e di restare a lavoro con me perché so benissimo che una persona non si staccherà di dosso nemmeno per un secondo...

«È lì?» chiedo prima di entrare all'interno dell'albergo

Jade e Mary si affacciano per vedere e poi entrambe scuotono la testa

Mary si gira di nuovo verso di me e guarda un punto non definito dietro di me

Poi sorride ed alza la mano «infatti è lì» dice

Anche Jade guarda il punto indicato da mia sorella e sorride, io invece sono indecisa su cosa fare...

«Ale, guardalo» mi dice Jade mostrando il suo sorriso più dolce

Decido di girarmi e vedere il ragazzo...

Cammina spedito nella sua maglietta bianca e nei suoi jeans, noto immediatamente qualcosa di diverso nel suo viso: è stanco come se avesse passato l'intera notte sveglio a pensare.

Sposto poi l'attenzione su qualcosa che ha in mano e mi rendo conto subito che è un mazzo di fiori, rose rosse per la precisione.

Dovrà portarle alle donne della sua vita.

Mi rigiro velocemente facendo ondeggiare i capelli e mi infilo in Hotel con le due ragazze al seguito, vado dritta alla mia postazione e mi siedo sulla sedia pronta per cominciare

«Che carino, ti ha portato delle rose» commenta Jade mentre si lancia sul suo divanetto preferito

Scuoto energicamente la testa «non sono per me» dico e metto fine a quella conversazione perché Shawn entra in albergo

Faccio finta di non guardarlo mentre si avvicina sempre di più a dove mi trovo.

«Ehi Ale» mi saluta

Menomale che gli ho detto di non parlarmi più

Lo ignoro, ormai mi sono abituata a farlo.

«Ti ho portato un regalo» continua a dirmi poggiando le rose sul tavolo di legno

Non lo guardo nemmeno e fisso il bacio di Klimt che ho come sfondo del computer

«Non so qual è il tuo fiore preferito così ho puntato sul più classico di tutti» dice con un filo di voce come se fosse imbarazzato prima di passarsi una mano tra i capelli

Continuo a non guardarlo e provo in tutti i modi a concentrarmi sul lavoro

«Alessia» mi chiama ancora e tenta di prendermi la mano che ho poggiata sul tavolo, ma io con uno scatto veloce la sposto

«Ti prego» continua sporgendosi e prendendomi la mano, al contatto con la mia pelle è freddo e per un momento, solo un momento, lo guardo negli occhi e vengo travolta da un misto di tristezza e speranza

Riprendo il controllo di me stessa e mi alzo di scatto prendendo dei fogli ed andando verso la fotocopiatrice, almeno così ho cinque minuti di pausa.

Con la coda dell'occhio continuo a guardare se lui è ancora lì e purtroppo sì, è lì.

Torno al mio posto e mi rimetto a lavoro con Shawn che continua a fissarmi dall'alto, in silenzio.

Poi all'improvviso sento come una scia di vento al mio fianco ed alzo lo sguardo per non trovarmi più nessuno davanti.

È andato via.

Hotel || Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora