IL CIRCOLO SITZKRIEG

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-"Ehi, Fred!"

-"Freddy, vieni a sederti qui!"

I miei amici mi accolgono con la consueta benevolenza ai tavoli del circolo. Qui per tutti sono Fred o Freddy, mai Friedrich. Il mio nome tedesco, a quanto pare, suscita diffidenza nei veterani della Seconda Guerra Mondiale ed io non ci tengo ad inimicarmi il Regno Unito.
Mi siedo al tavolo e saluto i compari. La nostra comitiva non è poi molto grande. Solo pochi intimi, per lo più accaniti bevitori, audaci scommettitori ed instancabili giocatori di carte.
Tutti insieme formiamo una sorta di circolo Pickwick, solo con un nome più altisonante di quello dickensiano: nel quartiere siamo notoriamente chiamati "Circolo Sitzkrieg". Ed il marchio tedesco non è solo un omaggio al sottoscritto. "Sitzkrieg" significa "guerra seduta".
Nel nostro caso la guerra seduta non è il mero appellativo della prima fase della II Guerra Mondiale, ma la battaglia che ingaggiamo quotidianamente al tavolo da gioco a colpi di asso. Anche stamattina mi tocca spolverare l'armamentario. La combriccola annuncia l'abituale partitina di poker.

-"Cosa si scommette oggi?"- domanda eccitato Geremia, vecchio usuraio ebreo.

-"Mmmh... che ne dite della bellissima mogliettina sovietica di Adriano?"- suggerisce Cook, australiano ed addestratore di canguri. Adriano Spaghetti, l'unico italiano del Sitzkrieg, non sembra prendersela. Sghignazza un poco, si sputa sui palmi e si strofina le mani, poi prepara il mazzo. Nel frattempo dissente e propone daccapo:

-"E che sono stupido io? Irina non ve la do nemmeno per tutto l'oro del mondo, li mortacci...! E se scommettessimo una bella lasagna?".

Cook, Geremia ed io acconsentiamo. La cucina italiana esercita sulle nostre papille gustative un fascino irresistibile. Ma gli altri membri mormorano contrariati che una lasagna è un premio troppo riduttivo per una partita di poker.
Big Ben, ex allevatore di volpi, inglese doc proprio come l'omonima torre dell'orologio ed altrettanto alto, avanza un paio di proposte:

-"Soldi? Una vacanza da sogno? Un televisore Samsung hd?Gli ultimi acquisti delle aste di Christie's?".

Mentre si discute sul premio in palio, io recito la parte dell'austriaco: me ne sto silenzioso dietro il tavolo, calcolo in segreto ed assisto neutrale al dibattito. Osservo le espressioni esagerate di Geremia, gli scatti nervosi di Cook, il frenetico gesticolare di Adriano e la vibrante e colossale mole di Ben.
Ah amici miei! Che bell'unione la nostra! Se non ci foste voi, he-he... Come avrei potuto trarmi d'impaccio senza la vostra genialità? È solo grazie a voi che ho potuto mandare a monte il matrimonio di Regina... Stavolta la commozione mi travolge. Fingo di grattarmi il sopracciglio e nascondo una lacrima.

Intanto, le voci prepotenti dei soci del Sitzkrieg continuano ad invetire gli spazi acri e fuligginosi del circolo.

-"Scommetto la segale del mio vecchio mulino!"

-"Scommetto la Casa bianca!"

-"Scommetto che sei nei guai, Fred!".

Che diamine...?!? Che?! Geremia, Adriano, Cook e Big Ben mi guardano preoccupati. Adriano si fa avanti e rompe il silenzio:

-"Guagliò, hai visto chi ce sta laggiù?"- ed ammicca serio serio al giovane sulla soglia del circolo.

Mi schiarisco la gola. Un sorriso amaro mi increspa le labbra.

-"Quello zerbino di Scott! Che diavolo è venuto a fare, eh?"- esordisco innervosito dalla presenza dell'intruso.

-"Credevo che tutto fosse rientrato nell'ordine dopo i nostri consigli"- interviene Cook, stupito quanto me della visita.

-"Ed infatti il matrimonio è sfumato"- gli rispondo io - "Ma a quanto pare il giovanotto non demorde".

-"È un osso duro. Tranquillo, Fred. Ci penso io"- avanza maestoso Ben.

Posa la sua mano pesante sulla mia spalla, mi tira indietro e già fantastica di inscenare davanti al circolo intero uno scontro alla Mike Tyson. Lo blocco ed insisto per essere io a vedermela con quel rammollito di Scottex.
Vado incontro al giovane, insignificante Humptinghton.

-"E allora, che vuoi ragazzino? Come osi presentarti nel nostro esclusivo circolo ricreativo?"- lo aggredisco con tono minaccioso.

-"Io lo definirei piuttosto un covo mafioso, un bunker di complotti. Lo ammetta, sig. Rotschild. Lei e la sua cosca avete tramato contro di me!"- mi risponde per le rime Scott, o almeno ci prova. Vuole fare il duro, recitare il Van Damme feroce e combattivo, ma dalla bocca femminea non esce che una stridula voce di pianto. Le iridi color zolfo tremano per lo sforzo incredibile di mostrarsi deciso e temerario, pronto a far valere le sue ragioni. La sua pessima recitazione mi da su ai nervi e sbraito senza ritegno:

-"Ma come ti permetti? Chi ti ha conferito l'autorità per parlarmi in questo modo insolente? Sparisci!".

L'imperativo, più categorico di quello kantiano, non suscita l'effetto sperato. Scott non accenna ad andarsene e continua a fissarmi con l'odiosa espressione da ebete con cui ha incantato mia figlia, ma non me. La faccia lentigginosa si ricopre di porpora e la lingua articola una musica di miele da fare invidia alle note dolci di Farinelli. Il mio quasi genero si sta giocando l'ultima carta: la supplica.

Congiunge le mani nodose dalle unghie scheggiate e rose, quindi esplode:

-"Oh caro, caro Herr Rotschild! Sia magnanimo. Perché questa avversione nei miei confronti? La prego, mi lasci sposare Regina! L'amo e la rispetterò per sempre, quanto è vero Iddio".

-"Io non credo in Dio!"- gli urlo incollerito.

-"Il mio amore è cristallino e puro come l'acqua di un ghiacciaio, forte come una lega di zinco e stagno, rovente come le polveri di Marte..."- insiste.

-"Smettila di poetare! Non sei degno nemmeno di lucidare le scarpe a Schiller, nè di affilare i pennini di Novalis"- lo denigro con gusto, rammentandogli, tanto ci sono, la grandezza della poesia romantica tedesca.

-"Rotschild"- prorompe esasperato. Ansima come un animale in trappola e si strappa le ciocche color sterco che gli rivestono la testa rachitica. -"Lei non ha prove della mia omosessualità! La lista è fasulla. Lo dimostrerò e ne convincerò Regina". Finalmente leva il disturbo.

Me ne torno al tavolo da poker, tra i miei vecchi e chiassosi amici.

-"E se ti denuncia per calunnia?"- si inquieta Geremia, dopo aver assistito impaurito allo scontro verbale tra me e Scott.

-"Uh! Figurati! È uno sciocco. Non ci sarà nessuna denuncia"- rassicuro il gruppo, complice nel boicottaggio delle nozze.
Piuttosto, mi preoccupa quello che potrebbe dire alla mia bambina, diffidente ma facilmente manipolabile.
In effetti, prove vere e proprie non ne ho. Il piano del Sitzkrieg era comprare dei prestanome che confluissero nella lista degli ipotetici amanti. A questo punto sono costretto a ricorrere di nuovo ai tre loschi personaggi raccomandati dai miei amici. Ma stavolta la sfida sarà più ardua. Mi servono prove più tangibili della forma libera ed in dissolvenza della parola.

Torno a casa e contatto immediatamente i miei scagnozzi, pronto a sacrificare per una giusta causa fino all'ultimo centesimo della mia pensione.

TUTTI GLI EX DEL MIO EXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora