MARS

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Furtivo nella notte cammino quatto  come un gambero, rasentando i muri imbrattati dei più sordidi quartieri. I miei occhi di nottola si posano su un vecchio caseggiato, non più alto di quattro piani. Salgo e penetro silenzioso come uno scassinatore seriale nell'appartamento di Mars.
L'ho chiamato in giornata, mi sono fatto comunicare il suo indirizzo e l'ho avvertito della mia visita serale. Devo liberarmi a tutti i costi di Scott Humptinghton, definitivamente. E questo novello Bon Jovi è l'unica ancora di salvezza. In realtà ci sarebbero anche Trudy e Armanda, ma... meglio lasciar stare! Almeno per adesso.

Scivolo nel monolocale di Mars. La porta non è stata chiusa con nessuna mandata ed entrare richiede un semplice trastullo di forcina nella serratura. Ah! Se non ci fossero le forcine provvidenziali di Regina!
All'interno dell'appartamento regna un buio pesto. L'oscurità profuma di zenzero e cannella. Che strano! Avrei giurato di essere accolto dal puzzo nauseabondo di spinello e dai vapori della camera da letto...
Chiamo il padrone di casa, moderando il tono di voce per non destare l'udito di estranei. Il silenzio contesta al mio appello. Accidenti! Ma dove diavolo se n'è andato? Alla faccia dell'appuntamento!

A tastoni mi muovo nel buio e cerco un posticino dove sedermi, aspettando il rientro di Mars. La casa è vuota, ciononostante ho come la sensazione di essere osservato... Ma non sono un tipo da brividi io, cosa credete?
Per anni ho lavorato nel ventre della terra, a contatto con le peggiori flatulenze, umane e non. E di certo non sarà un po' di buio a spaventarmi, he-he!

Finalmente le mani incontrano la superficie morbida di un divano. Il mio fondoschiena si abbandona ad un dolce relax. Nel buio fantastico e ridisegno la trama complessa per eliminare Scott, ordisco complotti che farebbero invidia alle migliori menti della CIA e dell'FBI. Nella mente si ricompone il ritratto da ebete di Scott.
Quel ragazzo è un figlio rinnegato di Madre Natura. In lui non c'è nessuna bellezza, nessuna grazia. Non riesce a sorridere senza sembrare stupido. I suoi occhi piccoli ed inquieti assomigliano al fondo di una gamella, le iridi torbide come la zuppa rancida che servivano al fronte, durante la guerra. Zero prestanza fisica: è uno sfaticato, ciondola dal mattino alla sera ed è più magro di una scultura di Giacometti.
A questo punto non voglio immaginare l'aridità delle parti basse... Cosa ci trovava mia figlia in un tipo del genere? Cosa l'aveva convinta a convolare a nozze con questo idiota? Ricordo ancora il giorno in cui la mia splendida e diligente Regina si è presentata a casa con quel perfetto imbecille. Al telefono aveva parlato di una novità, di una sorpresa. Ed io mi ero immaginato un contratto di lavoro a tempo determinato, un aumento salariale, un'occasione all'estero... tutto meno che un umile impiegatuccio di casa discografica che ruba il cuore a mia figlia!
Ahhh, galeotta fu la compilation di musiche da matrimonio. Si erano conosciuti, infatti, nel bel mezzo di un progetto discografico. Un pingue cantante melodico di estrazione meridionale (un certo Alessio di Gigi o Gigi d'Alessio, non ricordo) era appena atterrato sui tetti di Buckingham Palace, pronto a registrare in Inghilterra il suo nuovo cd.
Scott doveva masterizzare il disco, Regina fu scelta per la grafica del cd. Gomito contro gomito, condivisione di idee e neuroni, una cosa tira l'altra e... Tiè, ecco compilata non solo la lista delle WeddingSongs di D'Alessio Gigi, bensì anche l'improbabile ricetta dell'amore.
Ho bestemmiato in corpo tutta la sera passata a tavola con i due novelli fidanzatini, incollerito dalle esplicite manifestazioni amorose di Scott.
Non l'ho mai sopportato, insomma. Dal primo momento. Ed ora urge l'ostracismo o, eventualmente, una crudele epurazione.

Lo scatto dell'interruttore della luce, l'oscurità che geme e muore. Ecco che rincasa BonBon Mars.

-"Signor Rotschild!!!"- si sorprende Mars. Io, invece, sono appena riuscito a riabituarmi alla luce dopo ore passate al buio e mi guardo attorno confuso. Gli occhi lucenti e freddi di bambole, bambolotti e orsetti di peluche mi osservano con assente tenerezza. Mi spiano da ogni angolazione del modesto appartamento, colmo di nastrini, fiocchetti, manuali di cucina e squallidi romanzetti rosa.
Se non avessi visto rientrare il padrone di casa, avrei giurato di essere entrato nell'abitazione sbagliata. Ed invece, questa bomboniera è proprio la dimora di BonBon Mars, cantante rock di discreta bravura. Mars, capelli lunghi e lucidi che si diramano morbidamente dietro la pelata, avvicina il suo testone e mi punta in faccia i suoi occhi di brace. Il fuoco dell'ospitalità luccica nelle iridi ed io, che mi ero aspettato l'inizio delle ostilità, sospiro nell'animo.

TUTTI GLI EX DEL MIO EXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora