Trudy Moschino, il commediante più scarso ed infimo della produzione teatrale dei nostri tempi. È un giovanotto petulante, pallido e spilungone, la bocca sempre arricciata in una smorfia di disgusto e le narici spalancate ad odorare il puzzo della miseria per allontanarsene alla svelta.
Attualmente lavora in uno squallido teatrino di periferia, dove la troupe si sta sforzando di mettere in scena l'Amleto per compiacere un gruppo di vecchietti sclerotici e derelitti del quartiere.Entro di soppiatto nel mediocre teatro. È mattina e gli attori si preparono a calcare le scene per provare lo spettacolo. Senza farmi notare troppo, disinvolto e noncurante mi muovo nel dietro le quinte, alla ricerca ossessionata di Trudy. Lo trovo appena dietro la tenda pesante e polverosa del sipario, sbragato come un Byron sul baule dei costumi ed impegnato a rimproverare il direttore della scenografia.
-"Insomma, che mezzi sono mai questi? Dov'è finita la modernità del teatro?"- si lagna fastidiosamente l'interprete di Amleto, mentre il direttore si gratta disperato le calvizie- "Io voglio un teschio vero!!! Solo così potrò calarmi veramente nella parte e recitare magistralmente il mio monologo a Yorik!".
Uh! Un teschio vero? Ma fatemi il piacere! Queste sono le richieste di un satanista, non di un commediante ! Mi avvicino cautamente a Moschino, che insiste delirante nella sua folle richiesta. Attendo che finisca di scaricare i suoi capricci sulla personcina tremante dello scenografo ed intervengo prontamente nella discussione.-"Ooooh, Trudy! Lei ha perfettamente ragione. L'attore ha bisogno di avvalersi anche di accessori realistici oltre che della sublime arte della recitazione"- prendo a recitare anch'io, tenendo a modello la fine adulazione e la maestria nel doppio gioco di Iago nell'Otello.
-"Herr Rotschild! Qual buon vento la porta nel mio teatro e su questo palcoscenico?"- mi accoglie sorpreso Trudy Moschino, meno acido della prima volta e felice di trovarmi favorevole alla sua istanza.
-"Caro Trudy, vengo appunto per Lei. Per proporLe un copione... intrigante"- gli annuncio, senza svelare ancora i particolari.
Trudy si passa una mano sul mento, assume un atteggiamento riflessivo e termina passandosi le dita eleganti tra i capelli neri e lucenti, riavviati con della brillantina. Tira ad indovinare l'autore della pièce :
-"Shakespeare? Lope de Vega? Molière?"
Nah! Siamo fuori strada, bello mio...
-"Aha! Allora è teatro moderno!!! Beckett?"- si ostina ad indovinare.
Alzo le spalle e scuoto la testa in segno di negazione. Trudy Moschino, che ama essere messo alla prova fino ad un certo punto, si spazientisce, salta giù dal baule e mi punta addosso il suo viso appuntito e smorfioso.
-"Herr Rotschild, non amo la qualità allusiva ed esoterica dei suoi discorsi . La smetta di sfoggiare il trobar clus e parli chiaro!"- mi assale, stizzito e con le braccia incrociate sulla maglia in ferro che gli copre il petto. Io, intanto, faccio segno di allontanare gli estranei.
Moschino caccia via col gesto teatrale ed imperioso della bella mano lo scenografo. Poi, rimasti soli, ci avviamo in un angolino scuro e ben celato del retroscena.
-"Come si chiama lo spettacolo?"- bisbiglia ansioso Trudy.
-"Tutti gli ex del mio ex"- invento lì sul momento, per rendere più convincente il piano.
-"Che?!?!? Che roba sarebbe?"- esclama l'attorino, contorcendo le labbra mollicce per la delusione.
-"È una pantomima dalla regia famigliare"- mi immergo nelle spiegazioni io, ancora cauto ma senza fare più troppi misteri- "Sto cercando l'attore principale e quello potresti essere tu".
Trudy Moschino mi guarda in tralice. Non pare convinto. La sua curiosità si spegne, diviene laconica. Formula qualche domanda a proposito, privo di particolare interesse verso il possibile ingaggio:
-"E cosa dovrei fare, precisamente?". Mi avvicino al suo orecchio d'elfo e gli spiffero le dovute delucidazioni.
Diventa tutto rosso, più effervescente di un Efesto. Gli occhi, invece, mandano bagliori più spaventosi delle saette fulminanti di Zeus. Non indietreggio e resisto, sicuro di avere su di me l'egida della bellicosa Atena. Moschino assume una posa da teatro greco, si alza sui piedini avvolti nella soffice calzamaglia nera e appunta la sottile mano bianca sul petto. Sul viso si è impressa l'espressione mostruosa e distorta della Bocca della Verità. Dalle labbra schiuse tuonano parole d'indignazione:
-"Rotschild! Che la damnatio memoriae ricada su di te e la tua germanica stirpe, se è veramente questo a cui aspiri! Tutto, tutto potrei fare per un Mefistofele come te, ma non gareggiare con Tartufo nell'esercizio esecrabile della Frode!".
Storgo le labbra, incapace di accettare un altro rifiuto dopo quello di Mars.
-"Oh, Trudy! Non capisci? Solo a te posso chiedere questo sforzo istrionico, a te che sul palcoscenico sei così divino! Rammenta l'esempio solidale di Eurialo e Niso, non abbandonare questo tuo amico in difficoltà!"- lo prego con tono stoico ed eloquente, emulando facilmente la sua scarsa dote recitativa.
Moschino fa per allontanarsi, insensibile alla buona dose di pathos riposta nella performance. Lo blocco ricorrendo alla forza persuasiva di Shakespeare:-"Trudy Moschino, Lei ha davanti un padre offeso dalle avances spregiudicate di un losco individuo alla creatura a me più cara, al sangue del mio sangue. Solo lei può vendicare questa dolorosa onta. Ma non faccia come Amleto, non si faccia vincere dall'inettitudine e dallo scetticismo. Combatta i dardi crudeli della sorte o i posteri la giudicheranno con sprezzo e la vergogna avvolgerà il suo ricordo".
Moschino lancia un sospiro sofferente, l'indecisione possiede e domina il suo corpo. Volta la testa lucente e parla con un sorriso amaro, più amaro del cacao del Nicaragua:
-"Herr Rotschild, Lei mi chiede di svendere la mia recitazione per un fine così meschino..."
-"E che cos'è la recitazione se non una forma più nobile d'inganno"- proferisco io, regredito nel ricordo alla mia giovinezza ribelle, fatta di sogni, poesia e... bhe, si... ehmehm, anche di giornaletti pornografici.
-"Herr Rotschild, la facevo un dispotico inquisitore. Certo non sospettavo che lei fosse un filosofo a tal punto acuto ed introspettivo".
Mi inchino, profondamente compiaciuto di aver strappato involontariamente un complimento all'attore più presuntuoso dei nostri tempi.
-"Allora, cosa ha deciso? Accetta?"- tento di abbattere la sua ritrosia.
Torna ad approssimarsi, avvolto nel suo costume di Amleto ed uno sguardo di bramosia che non fatico ad interpretare.
-"Come intende ripagare la mia corvée?"- si esplicita la sua voce melensa ed avida.
Lo guardo attentamente nelle iridi scintillanti, cercando di immaginare la natura e la vastità del suo desiderio. Le idee regalo affiorano rapidamente ed accenno astutamente alla ricompensa.
-"Avrai il teschio di Yorik. Un teschio vero"- affermo con sicurezza, il mento rigido e sostenuto come i generali vincenti.
Trudy Moschino si scherma la bocca per lo stupore. Poi, una gioia infantile gli si dipinge sul volto giallo e glabro di venticinquenne.
-"Affare fatto!"- si pronuncia, sfoderando un ghigno divertito e soddisfatto.
Lo saluto con la stessa sensazione di appagamento nell'animo e mi reco da Armanda. Ci vado di malavoglia, memore delle fastidiose effusioni ricevute durante il nostro primo incontro.
Ahimè, devo ripresentarmi al suo cospetto e non posso in nessun modo sottrarmi a questa perniciosa visita. Del resto, a qualcuno toccherà pure fare il lavoro sporco (nel vero senso della parola!).
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TUTTI GLI EX DEL MIO EX
RandomRegina Rotschild e Scott Humptinghton si amano come solo i giovani sanno amarsi: appassionatamente e nonostante tutto. Nel giorno delle nozze, tuttavia, una sconvolgente verità fa naufragare il progetto matrimoniale dei due innamorati. Storia di u...