CAP.8

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Le raccontai tutto per filo e per segno, le raccontai degli oscuri, di Ellie, di Jonathan e Ian che mi stavano aiutando a non cadere nelle loro mani.

Lei rimase immobile, seduta sul sofà che guardava il vuoto.
"Io non ci credo" disse "sono tutte cazzate" continuò.
"No, è tutto vero" dissi "perchè dovrei mentirti"
"Dimostramelo perchè per me è impossibile" disse scuotendo la testa.

"Va bene" dissi alzandomi lentamente.
Andai dietro al bancone della cucina.
Era ancora lì. Il blocco di ghiaccio.
"Lia, vieni qui" dissi in tono triste.
"Oddio" disse sgranando gli occhi "sei stata tu?!?" chiese con voce stridula.

"Ora mi credi?" le chiesi alzando un sopracciglio.
"Ok, mettiamo caso che tu sia davvero una maga-veggente, non mi farai fare la sua stessa fine vero?" Lia era fantastica, riusciva sempre a sdrammatizzare ogni situazione, anche questa che le era sembrata surreale.

"Bene" dissi " andiamo da Jonathan e Ian" presi il cappotto e le chiavi.
Ci incamminammo verso la villa, il dolore era ancora presente ma potevo sopportarlo.
"Ma che tu sappia... Sono fidanzati?" Chiese Lia.
"Oddio, pensi sempre a quello! Ma cosa ne so!" dissi.
Cominciammo a ridere.

Eccoci lì, davanti alla villa.
Bussai alla porta di legno levigato.
Jonathan aprì la porta, come sempre un brivido percorse la mia schiena.
I suoi capelli erano spettinati, indossava dei jeans e una camicia.
"Evelyne" disse visibilmente sorpreso " hai parlato con tua madre?" continuò.

Il mio volto si incupì, sentì la mano di Lia poggiarsi sulla mia spalla.
"Evelyne cosa è successo?" chiese ancora più confuso.
Portai una mano alla ferita, cominciava a fare male.
Mi appoggiai allo stipite della porta, il dolore aumentava.
" Evelyne!" urlò Lia.
Cominciai a vedere sfocato, sentì solo delle forti braccia prendermi e portarmi dentro, poi più nulla, buio.

***

Sentii un lieve bruciore all'altezza della pancia farsi sempre più intenso, questo dolore mi costrinse ad aprire gli occhi.

Un filtro di luce raggiunse il mio viso attraverso le tende bordeaux.

Solo pochi secondi dopo realizzai. mi trovavo nella stanza di Jonathan, vicino a me un piccolo folletto, riuscivo a vedere solo il suo cappellino rosa.

La riconobbi: Era Ellie.

vicino a lei c'erano molte ciotole piene di erbe che emanavano odori di vario tipo, tra cui la menta. Qualcuno bussò alla porta, richiusi gli occhi.

Un odore di colonia mi invase le narici.
Poi dei passi delicati per me inconfodibili, riconobbi la presenza di Jonathan vicino a me.

"Come sta?" chiese, percepii un tono preoccupato.
"Eh...bhe diciamo, si sta riprendendo" disse Ellie.
"Ce la farà vero?"

"Certo. Ha solo bisogno di molto riposo" rispose lei , sospirando.

Prima di aprire gli occhi sentii la sua mano intrecciarsi alla mia.
"mi dispiace di averti lasciata da sola" sentenziò con tono dispiaciuto.
"dovevo restare con te" continuò.

"svegliati, abbiamo bisogno di te"disse, dopo una piccola pausa.
Decisi finalmente diaprire gli occhi.
"J-jonathan"i suoi bellissimi occhi mi guardarono con stupore.

Mi lasciò subito la mano, si ricompose alzandosi dal letto.

"Evelyne, mi fa piacere che tu ti sia svegliata" disse.

"Cosa?!?! Prima si comporta in modo dolce e tenero e poi diventa freddo come un ghiacciolo, non capirò mai i ragazzi!"pensai.

Come un fuoco d'artificio in una notte buia, Lia entra nella stanza; per poco non inciampava sui suoi piedi.

"Ev come stai? Dio, mi hai fatto prendere uno spavento! Per poco non morivo!" disse tutto d'un fiato.

"Lia sto bene, tranquilla" dissi con voce bassa.
"Chiamo Ian" disse Jonathan avviandosi.

"Ma cosa gli è preso?" chiese Lia " Lo dovevi vedere prima, camminava avanti e indietro, mi ha fatto venire il mal di testa" continuò.

Sul mio viso si dipinse un sorriso.

"Ev, perchè sorridi? Sei appena stata pugnalata allo stomaco..."
"non è nulla, tranquilla, sono solo felice di stare bene"

"bhe diciamo... devi stare a riposo"
"Evelyne!" disse Ian entrando nella stanza.
"Ian" lo salutai con un sorriso sulle labbra.

"Mi fa piacere vederti, ci hai fatto spaventare!" disse.
"Come vedi sono qui!" dissi alzando le braccia.

"Ora devi stare a riposo, Ellie ti ha somministrato erbe che faranno guarire la tua ferita"

"lasciamola stare ora ha bisogno di riprendersi" disse prendendo dolcemente la spalla di Lia.

Lei annuì e insieme si diressero verso la porta.

Affondai la testa sul cuscino e tanti pensieri e preoccupazioni passavano nella mia testa.

"Mamma" pensai "Dove ti hanno portata?" e con la sua immagine nella mente mi addormentai, pregando di non avere altri incubi.

"MI TROVAVO IN UN CIMITERO E LA SOLITA OMBRA ERA Lì A FISSARMI.
"CHI SEI?" "COSA VUOI DA ME?" URLAI.
L'OMBRA SI AVVICINò SEMPRE DI PIù.
PARLò CON VOCE PROFONDA . PUZZAVA DI MORTE.
"IO VOGLIO I TUOI POTERI, SEI UNA MINACCIA"
" DOV'è MIA MADRE BRUTTO BASTARDO?!"
RISE, UNA RISATA CHE RISUONò IN TUTTO IL CIMITERO FACENDO TREMARE LA TERRA.
"NON MI PREOCCUPEREI PER LEI ADESSO"
SORRISE.
LUNGHI DENTI AFFILATI SPORGEVANO DALLE SUE LABBRA"

Mi alzai di scatto, le lenzuola erano spostate. Tremavo.
Decisi di alzarmi e di farmi un bagno.
Riempii la vasca e mi immersi.
"Ahh! ci voleva proprio".

Restai pochi minuti, il tempo di insaponarmi.
Avvolsi l'asciugamano attorno al mio corpo e mi diressi verso il mio armadio per decidere cosa indossare.

Decisi di mettere una felpa grigia e un pantalone della tuta. Poichè era l'armadio di Jonathan, i vestiti mi andavano piuttosto larghi, ma non me ne importai molto.

Cominciai a pettinare i miei lunghi capelli neri e poi mi feci una coda alta.
Aprii la porta, scesi silenziosamente le scale, sentii delle voci provenire dal salotto.

"Cosa dobbiamo fare?"
"Non ne ho idea" la voce di Jonathan aveva un tono pensieroso.
"Credo che al momento dovremo aspettare"
"Quindi potrà tornare a scuola?" questa volta era Lia a parlare.

"Si, può tornare però sotto il nostro controllo"
Decisi di entrare.
Varcai la soglia del salotto, Jonathan era in piedi a braccia conserte.
Indossava un maglioncino nero e un paio di jeans.
Ian era come al solito seduto con il suo bicchiere di vino, Lia era seduta vicino a Ian e lo guardava con occhi sognanti.
Tutti mi guardarono con stupore.

Il primo a parlare fu Ian.
"Evelyne, ben svegliata!" disse sorridendomi.
"Allora, che devo fare?" dissi con un espressione seria.
"Al momento nulla dobbiamo solo aspettare" disse Jonathan.
"Aspettare?" dissi alzando la voce "mia madre è stata rapita dagli oscuri, non so dove sia e in più vengo a sapere che ho una sorella! Io vorrei risposte, non posso aspettare" dissi. I miei occhi erano lucidi.

"Hai ragione" disse Ian con un espressione dispiaciuta.
"Aspetta solo un giorno, vai a scuola e vediamo cosa succede, va bene?" continuò.

"Va bene, solo un giorno però" dissi.
Mia madre aveva bisogno di me.
Girai le spalle e andai in camera mia.

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