Ormai ero stesa sul letto da ore a guardare il soffitto.
Non sapevo che fare, la mia vita e quella delle persone che amavo erano in pericolo.Non sapevo che mossa fare ero bloccata.
Ogni passo era sbagliato, bisognava studiare attentamente ogni dettaglio.Ma in questo momento non sapevo proprio da dove iniziare.
"Evelyne" Ellie era vicino a me da poco, mi guardava con un viso triste.
"Ciao Ellie" La salutai.
"Come stai?" Chiese.
Bella domanda, come stavo?Malissimo, mia madre e era prigioniera di quel bastardo e mia sorella non sapevo se era viva o morta.
Ora anche I miei amici erano in pericolo e io avevo molta paura."Bene" Le risposi facendo un falso sorriso.
"Non è vero, non stai bene. Ti senti persa, non è così?" Disse il folletto con uno sguardo comprensivo.Risi.
"Hai ragione Ellie, mi sento persa, senza una strada da percorrere, ogni mia mossa è un passo falso" Confessai alzandomi finalmente dal letto."Ogni -nostro- passo volevi dire, non sei sola Ev, ricordalo" Disse.
Quella frase mi fece spuntare un sorriso, mi girai e Ellie era lì seduta a guardarmi."Grazie" Dissi solo questo.
Poi mi diressi in bagno per legare I capelli in una lunga treccia che portai da un lato.Uscì dalla mia camera e scesi le scale.
Entrai nel salotto e una dolce melodia mi arrivò alle orecchie, Ian stava suonando il violino.Affianco a lui c'era Jonathan con un blocco da disegno, sembrava molto concentrato.
La musica cessò, I due ragazzi mi guardarono."Ciao Evelyne" Ian parlò con tono calmo.
Jonathan mi guardò ma non uscì parola dalla sua bocca, continuò a disegnare."Il tuo amico se ne è andato poche ore fa" Sentenziò Ian posando delicatamente il violino sul tavolo.
"Bene" Dissi.C'era un silenzio imbarazzante tra noi tre, nessuno osava parlare.
"Che...Che abbiamo intenzione di fare ora?" Chiesi un pò titubante ai due ragazzi che erano davanti a me."Non ne ho idea, davvero" Parlò di nuovo Ian con fare affranto.
"Abbiamo capito che gli oscuri sono molto furbi, che mi vogliono morta e che faranno di tutto pur di prendermi" Dissi.Ian annuì, la mano di Jonathan si fermò e posò la matita sopra il blocco.
"Dobbiamo sistemare le tecniche di protezione" Disse finalmente Jonathan."Senza interruzioni" Aggiunse scoccandomi uno sguardo arrabbiato.
"Dylan non è un interruzione è il mio migliore amico" Ribattei."È un intralcio Evelyne, ammettilo" Disse con un sorriso sghembo il ragazzo.
Era irritante il suo comportamento, certe volte non lo sopportavo proprio."Smettila, decido io chi è o chi non è di intralcio, Dylan non lo è!" Urlai sbattendo la mano sul tavolo.
Sentii un grande dolore, ma in quel momento la rabbia sovrastava il dolore.Inchiodai gli occhi in quei pozzi azzurri che tanto mi piacevano.
Ian era a bocca aperta, guardava la mia mano sul tavolo con molta sorpresa.
Jonathan lo stesso.Decisi di spostare anche io gli occhi sulla loro fonte di sorpresa.
Il pezzo di tavolo intorno alla mia mano era tutto ghiacciato."Dio..." Sussurrai.
Staccai con difficoltà la mano dal tavolo.
La guardai attentamente, il mio sguardo viaggiava dalla mia mano ai ragazzi che avevano uno sguardo misto tra sorpreso e confuso.Ero fuori controllo. Letteralmente.
Corsi verso la porta e uscii.
Corsi, senza una meta precisa.
Arrivata a un parco mi fermai per prendere fiato.
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Un mondo diverso
FantasyEvelyne, una ragazza dai capelli corvini e gli occhi azzurri, la sua vita è tranquilla fino a che qualcosa non spezza la sua pace, il suo equilibrio. Tutto intorno a lei sembra sgretolarsi, tutto quello a cui ha creduto è tutta una menzogna, una b...