Lentamente ripresi conoscenza, aprii gli occhi, mi trovai nel mio letto.
Scostai le pesanti coperte. Ero ancora avvolta nell'asciugamano così mi vestii velocemente.Mi guardai allo specchio: i capelli disordinati e pieni di nodi, ero dimagrita notevolmente ed ero più pallida del solito.
Cominciai a pettinare i miei lunghi capelli.Difficilmente riuscii a sciogliere quei maledetti nodi.
Dopo dieci minuti abbondanti riuscii a sistemare la mia chioma in una coda alta.Mi fermai alla soglia della stanza, pensando alle cose accadute il giorno precedente.
Il primo ricordo che emerse dalla mia memoria furono le parole del Signore degli Oscuri: "il tuo peggior incubo" tanti brividi percorsero il mio corpo.Mi diressi nella stanza di Jonathan.
Aprii la porta e lo trovai steso sul letto, con solo un paio di jeans.
I capelli arruffati incorniciavano il suo viso da angelo.
Mi avvicinai lentamente e mi sedetti delicatamente sul letto.Accarezzai i suoi capelli morbidi.
Era...bellissimo.
"La smetti di fissarmi per favore?" La sua voce impastata dal sonno era divertente.
Le mie guance si colorarono di rosso, ritrassi velocemente la mano dai suoi capelli ma lui mi bloccò e appoggiò la mano sulla sua guancia.Lui aprii i suoi occhi freddi che mi avvolsero in un turbine di emozioni.
Restammo in quella posizione per pochi minuti, finché lui con un balzo si alzò e si diresse verso l'armadio.
Ne estrasse una maglia bianca a maniche corte."Jonathan" lo richiamai cercando di non incontrare i suoi occhi.
"Si?"disse
"Tu e Ian venite giù in salotto, devo parlarvi di una cosa" dissi con voce ferma, girai le spalle e scesi velocemente le scale, aspettando che il colore delle mie guance ritornasse normale.***
"E così quel bastardo ci ha messi fuori gioco per parlare solo con te?" Sentenziò furioso Jonathan, camminando avanti e indietro per il salotto.
"Certo, è stato astuto ma...perché non portarti con sè?" chiese Ian, seduto guardando il vuoto.
"Non lo so" risposi scuotendo il capo.
"È un modo per distrarci! Per abbassare la guardia" disse Jonathan fermandosi dietro Ian."Forse hai ragione, ma credo ci sia un altro motivo dietro tutto questo caos" disse Ian.
"Bene, al momento teniamo d'occhio Ev, poi vediamo come si evolvono le cose" concluse il ragazzo.
"Bene" dissi "Io vado a scuola" continuai alzandomi dalla sedia.Afferrai la giacca dall'attaccapanni, stavo aprendo la porta quando Ian mi fermò.
"Aspetta Ev, non puoi andarci da sola"
"Ah... giusto" dissi arricciando il naso.
"Vado io" disse Jonathan sospirando.
"Tu?" chiesi puntando il dito verso di lui.
"Farei di tutto per sfoggiare il mio fascino a tutte le ragazze della scuola!" disse con un sorriso.
E che sorriso! Sospirai e cominciai ad incamminarmi verso la scuola con un angelo al mio fianco.***
Il corridoio pululava di studenti che ridevano, correvano e prendevano il proprio materiale dai loro armadietti.
Jonathan aveva un viso serio, i suoi occhi viaggiavano per il corridoio in cerca di eventuali "pericoli".
Vidi una persona correre verso di me a braccia aperte.
La mia migliore amica mi saltò sopra e si aggrappò al mio corpo come un koala.
"Ev! Quanto mi sei mancata!"
Ricambiai l'abbraccio e la strinsi forte, come se da un momento all'altro potessi perdere anche lei."Andiamo a lezione?" le sorrisi, insieme ci dirigemmo verso la nostra classe.
Intanto il ragazzo era dietro di noi e in silenzio ci accompagnava a lezione.
"È sempre così silenzioso?" chiese la mia amica bisbigliando.
"È in fase «tutto è un pericolo»" risposi sbuffando.
La porta dell'aula n°113 era davanti a noi, decisi di bussare.
"Signorina Lanfi! Come sempre in ritardo!"Il professore di italiano mi rimproverava e intanto si alzava gli occhiali sul naso.
"Mi scusi professore" dissi abbassando il capo.Mi girai verso Jonathan, restava lì fermo fuori la classe.
Mi avviai al mio banco insieme a Lia e cominciai ad ascoltare la noiosa lezione su Giacomo Leopardi.
"Certo che Ian è proprio carino" sussurrò Lia.
"Mh...si è carino" dissi mordicchiando la penna, il mio viso era sempre sulla porta in cerca della chioma bionda di Jonathan."Scommetto che non mi stai ascoltando e che stai pensando a quel bel fustacchione lì fuori" sentenziò la mia amica mentre si attorcigliava una ciocca di capelli sul dito.
"Certo che no! Cosa pensi!" feci una risatina nervosa."A me non inganni sai" disse Lia inarcando un sopracciglio.
"Come vuoi" dissi posando la penna martoriata sul banco.
La campanella suonò e tutti volarono verso gli armadietti stanchi di ascoltare la vita di quell'autore pessimista.
Jonathan era sparito, decisi di andare in bagno.
Lia come sempre al mio fianco, aveva i libri di matematica in grembo.Il bagno aveva muri decorati da dediche e frasi filosofiche sulla vita.
Aprii il rubinetto e lavai le mani velocemente.
Appena uscite dal bagno i corridoi erano già deserti.
"Siamo già in ritardo" sentenziò irritata Lia memtre si sistemava i libri.C'era solo una persona che era appoggiata al mio armadietto.
Lo avrei riconosciuto fra mille: Jonathan.
Ci avvicinammo, quest'ultimo mi lanciò un'occhiata furiosa.
"Dov'eri finita?"
"Ero al bagno con Lia" dissi.
"Devi dirmi dove vai, ti stavo cercando!"
"Ti ho cercato anche io! Non ti arrabbiare per una cosa simile per favore!" dissi "Come vedi sono viva!" continuai."Ev, io vado... invento una scusa per te" Lia si dileguò, lasciandoci soli.
"Quei bastardi avrebbero potuto catturarti o peggio, ucciderti!"
"Ero solo andata in bagno Jonathan!" dissi "E poi so anche cavarmela da sola!" continuai ormai furiosa."Ma fammi il piacere Evelyne! Sei ancora inesperta con i tuoi poteri!"
Ormai ero furiosa non avevo bisogno della badante!
"Non ho bisogno della babysitter!" urlai.
Detto questo voltai le spalle e mi diressi verso la lezione di matematica ma prima di entrare lo guardai di nuovo
"Non mi seguire!" dissi "Vattene!".Entrai come una furia sibilai un "Buongiorno" veloce e mi sedetti vicino a Lia.
La mia amica notò il mio stato d'animo così non osò chiedere nulla.
La fine della lezione era vicina, così cominciai ad alzarmi per posare i libri.
Mi diressi in cortile e mi lasciai cadere sulla panchina.
"Evelyne" una voce mi costrinse ad aprire gli occhi.
Davanti a me vidi una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere.
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Un mondo diverso
FantasyEvelyne, una ragazza dai capelli corvini e gli occhi azzurri, la sua vita è tranquilla fino a che qualcosa non spezza la sua pace, il suo equilibrio. Tutto intorno a lei sembra sgretolarsi, tutto quello a cui ha creduto è tutta una menzogna, una b...