11. Appuntamento alla Stamberga Strillante

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Odiavo ammetterlo ma quell'attesa mi stava uccidendo. Non ero mai stato agitato per un appuntamento quindi quelle emozioni erano del tutto nuove e inaspettatamente piacevoli. Gruppetti di ragazzi mi passavano davanti uscendo dal castello. Hogsmeade era il passatempo preferito degli studenti; era una piccola città in cui si poteva trovare di tutto, dalle prelibatezze dolciarie agli abiti per le occasioni speciali che di tanto in tanto si organizzavano a scuola. Sentii la torre dell'orologio rintoccare le tre. Spero non sia una a cui piace farsi aspettare dissi tra me e me. Fortunatamente non era così.
Eccola. La ossarvai venirmi incontro con la sua solita espressione tanto difficile da decifrare. È scontato dire che la prima cosa che mi passò per la testa non appena la vidi era relativa alla sua bellezza, ma era anche l'unico pensiero che riuscivo a formulare. Perché proprio lei?
"Malfoy pensavo che avrei dovuto aspettarti io e non viceversa."
Guardai l'orologio della torre. Era in ritardo di appena tre minuti.
"Sono una persona puntuale IO." risposi sottolineando l'ultima parola.
Sbuffó. "Tre minuti non si possono considerare un ritardo."
Non riuscii a trattenere un sorriso e stupefatto la vidi ricambiare.
I nostri occhi s'incontrarono esplorandosi per la prima volta. Uno sguardo così non ce l'eravamo mai scambiato.
"Dove mi porti?" domandò rompendo quella sintonia che si era creata.
"Conosci la stamberga strillante?"
Scoppiò in una fragorosa risata.
"Non pensavo fosse posto per il principino." Camminavamo uno di fianco all'altro. Dopo quella frase intravidi uno smorfia di dispiacere sul suo viso.
"La Potter che si dispiace di avermi preso in giro. Che novità!" Sogghignai. "Non devi per forza trattenerti. Insultarmi ti viene così naturale. Anche se non è carino da fare in un appuntamento."
Era strano vederla comportarsi così. Stava arrossendo e non sembrava a suo agio.
"Questa situazione è strana." Disse in un sussurro. "Io e te che tentiamo di fare i carini l'uno con l'altro."
"Non c'è bisogno che fai la carina. Sii te stessa rossa."
Sorrise e cambiò argomento cercando di allentare quell'imbarazzo che sentiva.
"Cosa vuoi fare alla stamberga strillante?" domandò sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Cosa volevo fare alla stamberga strillante? Semplice portavo le ragazze in quel posto isolato e senza troppi ficcanaso, raccontavo loro qualche storia inquietante sulla stamberga e loro senza che io facessi niente si buttavano tra le mie braccia impaurite. Si lo ammetto una tecnica antiquata ma pur sempre efficace.
"Lo trovo un posto perfetto per poter parlare dell'uno e dell'altro." Dalla sua espressione non mi pareva di averla convinta troppo.
Percorremmo tutta la città, passando davanti a occhi troppo curiosi, che borbottavano alle nostre spalle.
"Ecco perché la stamberga." Dissi cercando d'ignorare gli sguardi curiosi degli impiccioni.

Come al solito non c'era nessun'altro che noi. La casa si stanziava su una collina spelacchiata dove i pochi fili d'erba lottavano per sopravvivere. Era circondata da una recinzione sgangherata sfondata in più punti. Tutt'intorno si apriva una vasta foresta dai colori caldi autunnali. Cercai la mia postazione tattica e mi accomodai su quel tronco dove avevo baciato fin troppe ragazze da non ricordarmi nemmeno la faccia di una di loro. Invitai la Potter a sedersi accanto a me. Quella sistemazione era perfetta per ammirare la casa in tutto il suo spaventoso fascino.
"Che ne pensi?"
La Potter  studiò la struttura per qualche secondo senza parlare. "È un rudere." rispose infine.
Mi strinsi nelle spalle mettendo le mani in tasca. Era una giornata tanto soleggiata quanto fredda.
"Con tutte le cose che sono successe li dentro è normale."
Amo lanciato.
Staccò lo sguardo dalla casa prestando attenzione alle mie parole.
"Cose del tipo?"
"Ci sono tante leggende sulla stamberga strillante. Molte delle quali agghiaccianti."
"Non credo siano vere. Le leggende sono solo favole." rispose sicura guardando di nuovo la casa.
"Non mi aspettavo di sentire queste parole da una che legge libri babbani che parlano solo di cose inventate." ricordai per un momento il giorno in cui l'avevo beccata a leggere uno stupido libro d'amore babbano.
"Nessuno dice che quelle storie siano vere. Le leggende invece sono racconti che le persone inventano e poi le spacciano come verità."
"Ci sono delle testimonianze sulle cose che succedono li dentro." replicai indicando con un movimento di testa la stamberga strillante.
Sorrise sempre più scettica.
"Un giorno un ragazzo ingenuo entrò nella casa per vincere una scommessa." Si mise in ascolto ancora con quel sorriso incredulo sul volto.
"Era spaventato perché sapeva che quel luogo era infestato da spiriti che neanche i maghi potrebbero affrontare, ma stupidamente continuò a camminare, finché non arrivò alla porta." Stavo riuscendo nel mio intento. La vidi irrigidirsi ad ogni mia parola.
"Lentamente aprì la porta e quando..." Venni interrotto prima di poter giungere al punto più spaventoso della mia storia.
"Aspetta non dirmelo. Voglio scoprirlo da sola." Si alzò di scatto correndo verso la recinzione.
Stranito mi alzai per raggiungerla.
"Potter cosa vuoi fare?" chiesi cercando di mascherare il panico.
"Voglio andare a verificare questa tua fantasiosa storia."
Ok quella storia me l'ero inventata di sana pianta, ma esistevano davvero storie terribili su quella casa, e quella pazza cosa voleva fare? Farci una gita turistica?
"Sei impazzita. Nessuno entra la dentro. Mi hai sentito? Accadono cose strane, per Salazar."
"Voglio solo dimostrati che sono fesserie. Non puoi essere così stupido da crederci." Certo che non ci credevo ma andare a verificare non era un'idea entusiasmante.
"Non avrai paura Malfoy?" Disse imitando il mio gigno.
"Non ho paura Potter." affermai senza esitare.
"Allora seguimi!" Scavalcò la parte più bassa della recinzione dirigendosi senza timore verso l'ingresso della casa. Io paura. Io paura? Ma quando mai. Sono solo intelligente. Abbastanza intelligente da non ficcarmi nei guai, specialità della Potter!
La raggiunsi nella veranda. C'era un forte odore di marcio.
"Se ci succede qualcosa Potter ti verrò a cercare nell'aldilà."
"E tu non avresti paura?" Appoggiò un orecchio sulla porta per poi aprirla un poco alla volta.
L'interno era ancora peggio dell'esterno. Ragnatele, puzza, polvere. Ecco la descrizione perfetta di quel luogo.
"Bene ora che hai visto il suo magnifico interno possiamo andare Potter."
Continuava a guardare a destra e a sinistra senza ascoltarmi.
"Ho sempre sognato di entrare in una casa abbandonata. È fantastico." disse in preda all'entusiasmo.
"Sono contento che tu abbia realizzato un tuo sogno." Risposi sarcastico.
Corse verso le scale iniziando a salire. Lo scricchiolio era assordante. La seguii di mala voglia sbuffando in continuazione. Non era l'appuntamento che avevo programmato.  Nessuna ragazza avrebbe avuto il coraggio di entrare in quel posto maledetto. Era così imprevedibile, incosciente e impulsiva. Perché invece di detestarla queste sue qualità non facevano altro che farmi impazzire.
"Malfoy vieni a vedere!"
Era entrata in una stanza con un parete piena di incisioni e graffi.
"Questi graffi non sono di un animale qualsiasi vero?"
Mi avvicinai alla parete esaminandola. Feci passare la mano sui quei solchi bizzarri.
"Sono di un lupo mannaro vero?"
Mi limitai ad annuire.
"Siamo finiti nella tana di un lupo mannaro." disse spaventata.
"È colpa tua Potty. Sei tu che non riesci a non cacciarti nei guai. Devi pensare prima di agire. Comunque non sono recenti." La tranquillizzai. "Sono qui da anni. Forse più di 50."
Fece un sospiro di sollevo continuando ad esaminare la stanza. "Queste però non sono impronte di lupo mannaro." Sul pavimento polveroso c'erano i segni ancora ben definiti di zampe di diversi animali.
"Questa sembra di un cane." affermò indicando l'impronta vicino al letto.
"E questo è uno zoccolo." Disse esaminando un'altra impronta.
"Potrebbe essere di in cavallo o un cervo.." proseguii pensieroso.
La Potter sbarrò gli occhi mettendosi una mano sulla bocca. Stava sbiancando
"Oddio non ci credo."
"Potter ti senti bene?" Le appoggiai una mano sulla spalla preoccupato.
Chiuse gli occhi respirando profondamente.
"Si si sto bene." mi rassicurò riprendendo colore in viso.
"Cosa ti è preso?"
Con un sorriso dolce mi prese la mano. Scendemmo le scale e uscimmo dalla casa lasciandoci il suo fetore alle spalle. La sua stretta era calda e piacevole. Non volevo lasciarla, ma non appena feci quel pensiero libero la mia mano dalla sua.
Si fermò sulla veranda guardando verso la città lontana.
"Grazie Malfoy per avermi portato qui e avermi raccontato quella storia. Non sarei mai entrata se tu non avessi fatto quello che hai fatto."
Non ero mai stato così confuso in vita mia. Senza saperlo avevo fatto felice la Potter. Senza saperlo avevo trasformato una semplice giornata nell'appuntamento perfetto.

Spazio autrice
Potterheads sono tornataaaaa! Dopo mesi sono riuscita a scrivere questo capitolo che avevo in testa da troppo tempo. Domanda che non c'entra nulla chi ha visto animali fantastici?? Io l'ho semplicemente adorato. Mi sono innamorata di Queenie♥ è di una dolcezza estrema ahahahxD per non parlare di Newt ovviamente!!!
Alla prossima:*:*:*

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