"Ei Angioletto"..- esclamò salutandomi dolcemente Leonardo mentre si dirigeva all'entrata dell'istituto.
"Buongiorno.." Risposi mentre sentivo la pelle del mio viso diventare bollente dalla vergogna.
Dopo un eterno attimo di silenzio passato a guardarci scoppiammo a ridere, non avevamo alcun bisogno di mille parole per capirci, i silenzi ci hanno portato reciprocamente a intenderci nelle situazioni di questo genere.. quando un attimo dopo ci trovammo Dan alle spalle.
"Stasera ci sarà l'inaugurazione per il nuovo locale della madre di Beck, ci sarai Clary ?"-disse senza nemmeno salutare in tono sostenuto.
"Certamente, oggi sono molto felice quindi penso sia il momento giusto per riappacificarmi col mondo esterno e con me stessa" - sputai sentendomi un po' la super girl della situazione.
"Ovviamente ci sarò anche io, Beck è il mio migliore amico dalla prima elementare, ma grazie comunque per avermelo chiesto Dan." Ribatté Leonardo.
" Non te l' ho chiesto perché effettivamente non importa a nessuno quello che farai questa sera e i giorni a venire, dopo che mi hai totalmente rubato la migliore amica e hai tradito mia cugina." Disse sbuffando e se ne andò alla svelta al suono della campanella.Non potendo schierarmi da nessuna delle due parti perché non era assolutamente vero che mi ero scordata del mio migliore amico, ero la prima a chiamarlo dopo cena per sapere come andavano le cose, ma era vero però che passavo molto più tempo con Leonardo nelle ultime settimane, ah e per quanto riguarda il tradimento di Morgana non mi dispiaceva affatto, quindi rimasi in silenzio pensando che questa semplice arrabbiatura sarebbe passata entro pochi giorni, conoscevo la mia gallina..dalle uova d'oro, aggiungo, ci volevamo un bene vero, fraterno ed eterno, un bene da dormire insieme nello stesso letto senza mai cercare nient'altro l'uno dell'altro, abbiamo persino condiviso lo stesso piatto, la stessa bottiglietta d'acqua agli allenamenti e alle volte lo stesso paio di mutande, visto che quando veniva a casa mia sparivano magicamente tutte le mutande più colorate dal mio cassettone dove riponevo rigorosamente l'intimo.
Dopo queste mie assurde ma veritiere riflessioni salutai l'ultimo rimasto al mio fianco e mi recai verso casa, rattristita a causa della discussione avvenuta, era una giornata fredda e non mi andava di passare del tempo con nessuno anche se nella mia mente rimbombava solo un nome. Sicuramente verso il tardo pomeriggio avrei abbattuto il mio solito muro chiamatosi solitudine imposta e lo avrei cercato, per passarci anche solo 10 minuti che poi sarebbero diventate ore nella mia camera.Mancavano circa due settimane a Natale ed ero nel bel mezzo di una crisi di nervi perché non riuscivo a concludere nulla senza che nessuno mi punzecchiasse per farmi capire cosa sbagliassi e risvegliarmi dai miei continui riposi.
Odiavo esser aiutata perché dentro di me sapevo di aver a disposizione la grinta necessaria per farcela, anche se la maggior parte delle volte mi rendevo invisibile da sola a causa delle mie strane fissazioni che mi portavano a soffrire.
Odiavo andare troppo lontano da casa e ciò mi portava a perdermi moltissime opportunità, avevo perennemente paura di girare l'angolo e trovare dolore, avevo paura di guardare la realtà anche se possedevo la capacità di interpretare ciò che mi era destinato.
Erano molteplici le cose che odiavo come ogni persona amareggiata dal passato, come ogni persona che crede di non aver nessuna possibilità di riscattarsi, come qualsiasi individuo che nel cuore ha speranze ma non i mezzi per arrivarci.
Io di mezzi per arrivarci ne avevo eccome, ma era il coraggio che mi mancava, infatti anche se con odio necessitavo di essere aiutata, desideravo veramente qualcuno che mi illustrasse le conoscenze dovute al tempo, volevo qualcuno che stesse dietro alla parte più pigra di me per farmi totalmente cambiare e farmi trovare la mia strada, ciò che mi avrebbe reso qualcuno.
So che di persone straordinarie ne esistono a quantità, ma io volevo essere straordinaria per me stessa e finalmente riscattare le mie passioni, la vera me, dopo tanta strada faticata, volevo tutto questo per mia madre che era perennemente ad incoraggiarmi dicendomi " io ti appoggerei anche se vorresti diventare il presidente degli stati uniti"
Erano parole buffe e divertenti per una ragazza che aveva appena finito la quarta superiore ,che si trovava dall'altra parte del mondo e con un misero 6 in inglese, ma vista dal mio punto di vista di "figlia" ne ero severamente orgogliosa perché sapevo di aver qualcuno difianco a me di qualificato, fare la mamma è una priorità e per farla devi avere una base indistruttibile con duri spigoli, che può, però negli anni diventare molto più levigata ai lati.
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COME INTITOLERESTI LA TUA VITA ?
RomanceA volta dio odia le persone nello stesso modo in qui le ama quando le mette al mondo.