Ottavo capitolo

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Bussano alla porta. Mi asciugo le lacrime per non farmi vedere in questo stato. Farmi vedere dagli altri mentre piango è una cosa che odio, preferisco tenermi tutto dentro ed esternare soltanto l'indispensabile. 

-Avanti- dico con voce tremante.

La porta si spalanca e una ragazza alta e bella fa il suo ingresso nella mia stanzetta.

-Ciao!!- gridacchia entrando e chiudendo la porta.

Istintivamente le sorrido, felice nel vederla qui. Nell'arco delle poche ore in cui l'ho vista mi sono fatta un quadro generale di lei piuttosto preciso e positivo. Mi piace il suo temperamento, la sua caparbietà e la sua franchezza. Ne so ancora troppo poco su di lei; so che ha 19 anni, abita due isolati più avanti a me e ha perso un anno scolastico cambiando scuola ma posso dire che la sento sincera molto più di altre persone.

-Ciao! Che ci fai qui?-  dico sorridente, esternando la mia sorpresa nel vederla.

-Sono venuta a trovare una mia amica- dice lei indicandomi e ridendo. Una risata che pervade la stanza, una risata che mi risolleva il morale.

-Ho ricevuto un sms da Matt dove mi raccontava cosa ti fosse successo e mi sono precipitata.-

Sms? da quando Matt e Melody si scambiano sms?

Viene dritta verso di me e mi da un veloce bacio sulla fronte. Poi si ferma in piedi davanti al mio lettino e inizia a farmi domande su come mi sento e sull'accaduto. Cerco di liquidarla velocemente con poche risposte mal assortite.

-Va bhe. Ho capito che ho sbagliato argomento- dice Melody abbozzando un sorriso.

Le rivolgo un sorriso non troppo convinto e non aggiungo altro.

-Hey, lo sai che quella ragazza antipatica mi ha chiesto di te oggi a scuola?- mi dice sbruffando.

-Si chiama Alice- le dico ridendo.

-Sì lei- 

Gioca con i suoi lunghi capelli biondi e mi guarda. É evidente che tra le due ci sia già attrito e il motivo mi sembra abbastanza ovvio.

-Lasciala stare. è soltanto gelosa- le rispondo facendo dei piccoli cerchi nell'aria, segno di non farci molto caso.

-Gelosa di cosa?-

-Della nostra amicizia o di quella tra te e il suo ex-

I suoi occhi si incupiscono e mi guarda chiedendo spiegazioni. Non fa in tempo a chiedermele che qualcuno  bussa nuovamente ed entra mia mamma senza neanche aspettare il mio segnale di entrata.

-Mamma!!- urlo felice.

Non credevo che lo avrei mai detto ma mi è mancata molto.

-Tesoro!!- mi dice lei avvicinandosi a noi.

-Lei è Melody, la mia nuova compagna di classe, direttamente da New York!-

-Piacere- le dice mia madre gentilmente. Le due si stringono la mano sorridendosi e io mi sento soddisfatta.

-Vi lascio sole, per qualsiasi cosa Matt ha il mio numero ok?-

-Certo, grazie della visita-

-Di niente-

Ci saluta ed esce dalla stanza. Mia madre ed io siamo sempre state distanti, non come il solito rapporto madre-figlia. Noi abbiamo sempre avuto un rapporto di amore e odio, a volta andavamo d'amore e d'accordo e altre volte avremo preferito che l'altra non esistesse.

Si siede vicino a me e mi accarezza la gamba piegata sul letto.

-Come ti senti?- mi chiede preoccupata. La guardo negli occhi e vedo tutto il dispiacere che le ho causato. Vedo gli occhi di una madre stanca, di una madre  intimorita  e angosciata. Delle occhiaie abbastanza profonde le contornano gli occhi e uno sguardo spento mi affligge la pena più grande.

-Meglio grazie- 

La invito a sedersi vicino a me ed é  ciò che fa. Chiacchieriamo del più e del meno, fino a quando io non rovino tutto ferendomi al cuore da sola come al solito.

-Mamma..sai se Simón é  venuto a trovarmi?- chiedo ansiosa.

-Non l'ho visto, sono qui soltanto da pochi minuti.  Ero fuori città, lo sai-

-Non fa niente- le rispondo delusa. 

-Posso chiedere a Matt se vuoi, é  stato qui tutto il tempo-

-No grazie- le rispondo fredda con tono vagamente minaccioso.

-É successo qualcosa?- mi chiede ora preoccupata.

-Simòn non vuole più vedermi..- le dico scoppiando in lacrime, incredula di averlo detto e incredula di esserne convinta veramente.

-Ma che dici Eva?- dice sorpresa e dopo un primo blocco iniziale in cui sembra la solita madre distaccata di sempre, mi abbraccia tentando di rassicurarmi.

-La sera dell'incidente mi ha chiesto di andare a vivere con lui-  inizio a spiegare con voce rotta dal pianto.

-Ma é  bellissimo!!- dice mia madre inconsapevole del proseguimento della storia.

-Non gli ho risposto, sono rimasta in silenzio- dico mettendomi le mani tra i capelli e iniziando a piangere ancora più forte.

Mia madre rimane in silenzio, capendo che non é  il momento di dire nulla ma soltanto di ascoltarmi.

-Abbiamo discusso pesantemente e mi ha lasciata in mezzo ad una strada. Ho chiamato Matt per farmi venire a prendere ma é  arrivato troppo tardi..-

Sono dispiaciuta per aver discusso con lui, sono dispiaciuta per avergli fatto credere che nella mia vita ci fosse un altro e sono dispiaciuta ti avergli lasciato credere che non lo amo piu. Mi sento un verme.

-Tesoro, vedrai che si aggiustará tutto, lui ti ama- dice convinta delle sue parole, ma io non le do ascolto e continuo a piangere.

Mi tiene abbracciata a sé rassicurandomi, poi cambiando argomento finiamo a parlare del perché mi trovo ancora qui e non sono potuta tornare a casa come tutti. Mi dice che ho sbattuto la testa contro un sasso appuntito e ho perso molto sangue.
Istintivamente mi tocco la testa e noto un cerotto enorme dietro la nuca. Appena lo sfioro un dolore lancinante mi pervade e sono costretta a distaccare subito le dita.

La porta si apre e il più bel ragazzo che io abbia mai visto entra nella mia stanza.

-Oh.. scusate, non pensavo ci fosse qualcuno con lei-  mi dice lo sconosciuto sorridendo gentilmente.

Quella visione celestiale mi incanta e rimango a bocca aperta fissandolo come una stupida. É perfetto, il mio prototipo di ragazzo ideale. Il suo sorriso é  qualcosa di perfetto, qualcosa di straordinariamente bello.

-Sono il medico che si occuperà di lei- dice avvicinandosi a noi e  rivolgendosi a mia madre aggiunge: -sono qui per farle fare alcune analisi di controllo per vedere come procede-

-Certo, ci mancherebbe- dice mia madre senza alcuna esitazione.

Lo guardo nel complesso e noto un camice da medico azzurro che prima non avevo visto, troppo concentrata su altro. Sul lato destro del camice noto un cartellino con scritto "Greg Tomps", il suo nome.
Quella divisa gli calza in un modo favoloso, aderente su braccia e petto e molto morbido sul resto del corpo; sembra fatta apposta per lui.

-Venga con me signorina- mi dice Greg.
Lo guardo estasiata, perdendo le parole.
Mi alzo da quel lettino squallido per inseguire il mio sogno ma vengo fermata dall'intrusione di mia madre.

-Hey, se non te la senti puoi sempre andarci più tardi, o domani..- mi dice mia madre premurosa ma inconsapevole che ciò che voglio é  proprio davanti a noi.

-No, voglio andare- dico convinta.

Mi alzo e lo seguo.
Scrutandolo,noto sempre più particolari di quel bell'uomo: i suoi occhi verdi un po' spenti, la bocca carnosa ed invitante,  la barba tagliata perfettamente  in modo da incorniciare quel viso d'angelo, le sue braccia possenti e le sue gambe lunghe molto più delle mie.

Sembra avere la mia stessa età e ciò mi mette ancora di più a disagio.






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