Prima liceo: Fede= inferno:incubo
Non amo la matematica ma credo che un' equazione possa spiegare il mio terzo anno di scuola.
Un incubo. Nuova vita, nuova città, nuova scuola, nuovi compagni di classe, nuovi professori.
In breve tutto ciò che non avrei mai voluto.
Niente di così tanto catastrofico ma avevo solo 16 anni.
Alla fine di quell'anno la mia professoressa di latino e greco decise di rimandarmi nonostante la media di 5.80 e il "dramma" che stavo vivendo.
Io, quella che fin all'asilo era stata la prima della classe, quella perfettina, sempre pronta, quella intelligente. Io RIMANDATA! Niente di così tanto drammatico ma mettetevi nei miei panni, odiavo il mondo, la mia vita, la gente che ero costretta a vedere ogni giorno e che francamente mi faceva schifo; troppo diversi da me, troppo distanti ed io troppo chiusa nel mio mondo, troppo arrabbiata, troppo poco coraggiosa.
Tutto si trasformò per me in un vero inferno e non riuscivo a vedere niente di bello, avevo un velo davanti che mi impediva di vedere e trasformava tutto in brutto, schifo, merda.
Nello stesso anno decisi di diventare volontaria, nel paese in cui mi ero appena trasferita e dove ora vivo, esistono diverse associazioni di volontariato, inizialmente, lo ammetto: l'ho fatto per i famosi crediti ma alla fine ho fatto il triplo delle ore.
L'associazione che iniziai a frequentare è un GET cioè, in parole semplici, un doposcuola gratuito diretto ai ragazzi delle medie.
Pian piano riuscii ad entrare nel cuore di quei ragazzi e loro entrarono nel mio, ogni martedì, per circa due ore, abbandonavo la mia incasinata vita, lasciavo fuori da quelle stanze la mia ansia e ritornavo me stessa. Mi sentivo apprezzata, amata.
Essendo volontaria non percepivo alcuna somma di denaro, ma Dio, quanto mi hanno arricchito quei ragazzi!
Con loro ho capito che i miei problemi in realtà non esistevano, ho capito che dovevo aprirmi a questa nuova situazione e smetterla di piangermi addosso.
Insomma dovevo reagire.A volte arrivavo col morale sotto i piedi ma bastava uno "ciao" sussurrato dal bambino più timido o un abbraccio da quello più vivace e la mia tortilla si girava.
Per una volta a settimana ritornavo bambina, ritornavo a sognare, ritornavo ad essere semplicemente Fede e non "quella nuova".
Per quanto riguarda l'esame, ho studiato l'intera estate e adesso sono all'ultimo anno!
Per cui, cari ragazzi non demoralizzatevi! Ci sarà sempre qualcuno che tenterà di mettervi il bastone tra le ruote, voi? Cercate di spezzarlo.
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DIARIO DI UNA CLASSICISTA DISPERATA
General FictionPiccolo spazio in cui cercherò di raccontare la vita di una classicista, un po' particolare. Copertina by @federicamartino33