Nel pomeriggio Hanna si era offerta di farmi fare un giretto nel giardino intanto che facevamo due chiacchere. -come stanno i tuoi genitori e tua sorella- mi chiese intanto che stavamo andando a sederci su due rocce vicino ad un piccolo e grazioso stagno che rinfrescava l'ambiente. -bene credo, non ho il mio telefono dietro perciò in realtà non lo so. Quando me ne sono andata i miei genitori mi fissavano confusi e Zowie piangeva, perciò in realtà non credo che stiano bene- dissi fissando il mio riflesso nell'acqua. L'acconciatura che mi ero fatta fare dalla parrucchiera questa mattina era ancora in ordine, il trucco invece era quasi sparito del tutto. Dopo le lacrime che avevo versato mentre raccontavo tutto a Peter mi ero sciacquata il viso e gran parte del trucco se ne era andato via. -se non sbaglio mi hai accennato che tua sorella aspetta un bambino, è una bella notizia- disse allegra. La fissai perplessa e poi sorrisi amaramente. -suppongo di si... te lo ha raccontato Peter vero- chiesi retoricamente. Era ovvio che Peter glie lo avesse detto, non si nascondo nulla loro due. Specialmente se sanno che insieme potrebbero aiutare qualcuno. Hanna annuì e con un espressione preoccupata mi accarezzò il braccio. -Gladys cara, mi dispiace molto per il piccolo Angelo e per quel che è successo con John... hai bisogno di un lungo periodo di pace lontano da tutte le cose che ti fanno soffrire- mi consigliò. -oh, si. Ne ho un enorme bisogno, magari potrei farmi il viaggio di nozze da sola- abbozzai ad un sorriso che però non convinceva nemmeno me. -o potresti fermarti qui con noi per un po' di mesi. Mia cara tu hai bisogno di cambiare aria e di recuperare quindici anni in cui non ci siamo viste- mi fece l'occhiolino stringendomi una mano nella sua. -non posso approfittare di voi per così tanto tempo- esclamai subito sgranando gli occhi. -ma che sciocchezze dici Gladys, tu approfittarne. Non dire sciocchezze cara- scoppiò a ridere lei. -dico sul serio Hanna- ribattei corrucciata. Hanna mi fissò come se stessi vaneggiando e poi fece un respiro profondo. -allora mettiamola così Gladys- iniziò portandosi entrambe le mani sulle ginocchia. -io e Peter qui abbiamo dei cavalli e vorremmo fare dei corsi per i bambini e anche organizzare gite per coloro a cui farebbe piacere fare passeggiate fra i boschi dato qui ce ne sono alcuni- prese fiato e mi sorrise. -dove vuoi arrivare con questo discorso?- chiesi preoccupata. Ok che è molto che non la vedevo, però mi ricordo bene la sua tenacia nell'ottenere le cose e l'astuzia che aveva nel ottenerle. -tu hai sempre amato andare a cavallo giusto?- mi chiese. -si- Risposi sempre più scettica. -quando è stata l'ultima volta che hai cavalcato?- Non mi piacciono molto le sue domande. Cioè non è la domanda che non mi piace ma il ragionamento che Hanna ci sta facendo dietro senza spiegarmi nulla. -ho ripreso due mesetti fa. Sono anni che faccio equitazione, ormai circa dieci- -e guarda caso noi abbiamo bisogno di una guida per le gite nei boschi- disse serafica con un sorriso a trentadue denti. Strabuzzai gli occhi e rimasi li impalata incapace di dire una sola parola. -cosa? No guarda Hanna io proprio non posso- balbettai scioccata. -e perché? Tu ami cavalcare, hai ben dieci anni di esperienza e potresti stare con noi per l'intera estate. Ti pagheremmo e staresti nella nostra stanza degli ospiti. Poi appena ti sarai ripresa del tutto e te la sentirai tornerai a casa, ma che sia chiaro tornerai a trovarci- mi avvisò puntandomi l'indice contro. -non so... ti do una risposta dopo che avrò chiamato mia madre tanto per farle sapere che sono ancora viva- le dissi un po' titubante. -ok, allora andiamo in casa che non ho neanche da imprestarti il mio cellulare, è bello che scarico- disse appoggiandomi una mano sulla spalla.
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-Gladys ma ti è andato di volta il cervello!!!- fu la dolce risposta di mia madre non appena capì che ero io al telefono. -mam- provai inutilmente. -ma cosa ti è preso?! Non hai pensato a quello che stanno pensando tutti per colpa tua- mi urlo alla cornetta. -...- ancora nulla. -ed il povero John sapessi! Poi non hai avuto neanche un po' di riguardo per lo stato di tua sorella! Gladys torna subito qui o- questa volta fui io a fermarla. Con la mano tenevo il telefono attaccato all'orecchio e con l'altra stavo torturando un cuscino. -il povero John ts! Mamma vai a chiedere al povero John perché me ne sono andata! E vorrei farti notare una piccola cosa, Zowie è incinta non una malata terminale a cui bisogna tenere nascosto che ha solo più poche ore di vita prima di morire- esclamai adirata. -Gladys ma come ti permetti, io sono tua madre!- si offese. Ha anche il coraggio di offendersi. -senti mamma, io domani vengo a prendermi lei mie cose, poi quando mi andrà mi farò viva. Ma sappi che prima di settembre non mi vedrete- dissi secca riattaccando subito dopo il telefono. Fissai il pavimento in silenzio e cercai di tranquillizzarmi. Le mani mi tremavano e istintivamente sbattei i palmi contro la parete al mio fianco. -dannazione!- esclamai arrabbiata. Mia madre è una donna impossibile! Perché si, la colpa è mia... io ho detto a John di mettere incinta mia sorella Zowie! Io ho fatto si che il mio bambino morisse a pochi giorni di vita! E sempre io sono la pazza che spera di prendere in giro John nascondendogli qualcosa! È sempre colpa mia! -vuoi bere una tisana- chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai sorpresa e mi trovai davanti ad una delle sorelle coreane di Destiny. Se non sbaglio quella con gli occhi verdi si chiama Hei. -si grazie- mormorai piano. Hei mi sorrise appena e mi invitò a seguirla sino la cucina. In silenzio fece bollire un po' d'acqua e preparò l'infuso. -scommetto che mi avete sentita in tutta la casa, vi chiedo scusa- mormorai quando mi porse la mia tazza. -in effetti ti ho sentito dalla piccola stanza insonorizzata che abbiamo per suonare gli strumenti- disse con un sorriso divertito. Mi misi una mano sul volto sconsolata. -mamma mia che vergogna- sussurrai. -avevo la porta aperta, per questo ti ho sentita- si affrettò a spiegare. -ah ecco, va be comunque mi avete sentita e mi dispiace- ripetei poco prima di bere un sorso della tisana. -mia madre mi ha detto che sono dieci anni che fai equitazione, e che ti ha proposto di fare l'insegnante qui da noi- disse con un sorriso rimescolando lo zucchero. Annuii con lo sguardo basso poi lo alzai verso di lei. -credo proprio che accetterò, l'ultima cosa che voglio fare è rivedere mia madre dopo questa sfuriata telefonica- ammisi stanca. -se ti va potrei accompagnarti dove abiti per prendere le cose che potrebbero servirti dato che non hai la macchina- mi propose. -ti ringrazio, ma è meglio se vado in taxi così poi carico tutto sulla mia macchina e si evitano troppi viaggi. Ti farei fare viaggi a vuoto- cercai di declinare il suo invito. In questa famiglia sono tutti molto disponibili e non voglio far la figura di quella che se ne approfitta, anche se sono loro ad offrirsi. -i taxi non danno servizio sino a qui, siamo un po' isolati mi dispiace- mi rivelò dispiaciuta. -in questo caso allora accetterò il tuo passaggio- cedetti. Come fanno i taxi a non fare servizio in questa zona! Vengono pagati per dare passaggi alle persone, che lo facciano al cento per cento per lo meno. -perfetto, allora se per te va bene partiamo fra un oretta- mi propose alzandosi in piedi e prendendo entrambe le tazze poggiandole nel lavandino. -ok, ti ringrazio Hei- -ma figurati- mi salutò con un cenno della mano e si diresse su per le scale. Che pace c'è in questo posto, mi farà sicuramente bene passarci un po' di tempo. Uscii sul retro della casa che passava per la cucina e una scena parecchio interessante attirò la mia attenzione. Keiji e Destiny che più che baciarsi si stavano divorando a vicenda. -oh cielo!- mi sfuggi un po' troppo ad alta voce poco prima che potessi girarmi per tornare dentro la casa. -Gladys!- sentii esclamare Destiny agitata. Mi voltai lentamente e la fissai imbarazzata per la situazione. -ma non siete fratello e sorella- mi feci sfuggire. Destiny tutta rossa in volto si stava sistemando i capelli lilla che puntavano in ogni verso meno che in quello giusto. Keiji invece cercava di passare il più inosservato possibile stando dietro a Destiny per nascondere il rigonfiamento della patta dei pantaloni, che però avevo ben notato. La ragazza lo fulminò con lo sguardo poi tornò a fissarmi agitata. -ni, cioè te l'ho detto i miei genitori lo hanno adottato. Non c'è poi nulla di male infondo... non abbiamo alcun legame di sangue. TI PREGO NON LO DIRE AI NOSTRI GENITORI LORO NON SANNO NULLA!- mi supplicò con le mani congiunte. -neanche ai nostri fratelli - aggiunse Keiji. Alzai le mani in segno di resa e li rassicurai subito che sarei stata in silenzio. -solo, state più attenti... non avete un posto sicuro dove non vi becchino?- chiesi ancora un po' perplessa. -la stanza degli ospiti, ma credevamo ci fossi tu perciò non ci siamo andati- spiegò prontamente lei. -ecco... per tutta l'estate starò qui da voi e Hanna mi ha dato la stanza degli ospiti- li avvisai. -ma davvero! Che bello, sono contenta!- esclamò subito al settimo cielo Destiny. Fece per venirmi incontro ed abbracciarmi, ma Keiji la trattene per i fianchi allarmato. Lei lo fissò confusa poi scoppio a ridere. -ti abbraccio dopo, ora Keiji ha un problemino in mezzo alle gambe- disse ridendo di gusto. -Tiny!- la richiamò lui con un misto fra l'imbarazzo e l'infastidito. -so cosa intendi- la rassicurai scuotendo il capo divertita intanto che me ne rientravo in casa.
Curiosità: In realtà Peter ed Hanna sanno molto bene quello che c'è fra Destiny e Keiji. La coppia confida nel buon senso dei figli e che non gli arriveranno un giorno a casa con un test di gravidanza positivo, o che litighino pesantemente da rovinare l'equilibrio familiare.

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Fuga in bianco
ChickLitIl grande giorno di Gladys è finalmente arrivato. A ventisei anni il suo sogno d'amore finalmente arriva ad un passo dall'incoronazione ufficiale davanti alla sua famiglia e a quella del suo fidanzato John. Nonostante una ferita ancora non del tutto...